Charles Lloyd

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Charles Lloyd con la moglie

Charles Lloyd (1775 – 1839), poeta inglese.

Citazioni di Charles Lloyd[modifica]

  • Nessun altro grande drammatista (sicuramente egli deve essere stimato tale) fu così poco capace di andare fuori di se stesso e di trasfondere se stesso in altri esseri; sì ch'ei possa vedere co' loro occhi e sentire co' loro pregiudizii e ragionare secondo i loro dati e operare secondo i loro motivi. I caratteri delle sue creazioni sono sempre tipi di se steso; l'unica differenza è nel colore, alcuni sono neri, altri bianchi, ma tutti sono Alfieri.[1] (p. 369)
  • Il suo Filippo II è un tremendo tiranno, ritrattato con più forza che quello di Schiller. sebbene Schiller come poeta è lungi sopra Alfieri. Ma il Filippo della storia è molto più terribile carattere di quello che Alfieri ha concepito, più terribile forse che egli non fosse capace di concepire: Filippo fu un sovrano che deliberatamente commetteva i più indegni delitti e crudeltà non per volontà perversa o cattivo cuore, non senza conscienza o in opposizione a' suoi dettami, ma perché egli pensava ciò suo dovere; perché volontà, cuore e conscienza erano state avvelenate dal sistema di religione il quale sarebbe un'affettazione di candore e un tradimento della vera religione designare con più leggero epiteto che quello di orribile.[1] (p. 370)

Note[modifica]

  1. a b Da Giudizi di Ch. Lloyd sulle opere di Vittorio Alfieri, traduzione di Giosuè Carducci; in Giosuè Carducci, Opere, volume XXIX, Versioni da antichi e da moderni, Nicola Zanichelli Editore, 1943.

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