Charlotte Corday

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Charlotte Corday

Marie-Anne-Charlotte de Corday d'Armont, nota semplicemente come Charlotte Corday (1768 – 1793), rivoluzionaria francese.

Citazioni di Charlotte Corday[modifica]

  • Perdonatemi di aver disposto della mia esistenza senza vostro permesso. Ho vendicato molte vittime innocenti; ho prevenuto ben altri disastri. Il popolo, disingannato un dì, si rallegrerà di esser liberato da un tiranno.[1]

Citazioni su Charlotte Corday[modifica]

  • Il già trafitto cuore di Carlotta Corday sentì tutti questi colpi recati alla patria riassumersi in un sol cuore, in dolore, disperazione e coraggio, vide la perdita della Francia, vide le vittime e credé vedere il tiranno. Il perché giurò a se stessa di vendicare le une, punir l'altro e salvare tutto. Per alcuni giorni covò nell'anima la vaga sua risoluzione, senza sapere quale atto chiederebbe da lei la patria, e qual nodo del delitto premesse più il troncare; e studiò le cose, gli uomini, e le circostanze, onde il suo coraggio non fosse ingannato ed il suo sangue non tornasse vano. (Alphonse de Lamartine)
  • L'infame curiosità dei marattisti[2] cercò finanche sugli esanimi avanzi della donzella le pruove dell'onta di che i suoi calunniatori volevano diffamarla: ma la sua virtù ebbe un trionfo colà ove i nemico cercavano la vergogna. Quella profanazione della beltà e della morte, attestò la verginità del suo corpo. (Alphonse de Lamartine)
  • Robespierre che parla, nella finzione, con il Re Luigi XVI] Una donzella forte, chiamata Carlotta Corday (che è stata il solo nostro Bruto) entrata nella ferma risoluzione di perder sè stessa per pure trucidar un tiranno, non si elesse perciò di trucidar me. Costei, più assai di coraggio che non di senno fornita, uccise nel bagno un vile fazioso, che per infermità già stava morendosi, un mio lodatore, e detrattore a vicenda, che io non amava, nè stimava, nè temea; ma che pure, se non veniva scannato dalla nostra Bruta, l’avrei fatto uccider io, come torbido, e fastidioso. (Vittorio Alfieri)
  • Oh! ella era un'eroina davvero Carlotta Corday. Fu grande e magnanima, perché sacrificò la propria vita credendo di salvar la sua patria. E forse la rivoluzione francese dovrà arrossire di non avere, per la difesa delle nostre prerogative minacciate, delle nostre vite percosse d'anatema, armate altre braccia liberatrici fuor di quelle deboli di una donna che la sua stessa indole femminile, mansueta e dilicata doveva allontanare da un atto, il quale di natura propria e in altri momenti non potea comparire sott'altro aspetto che di un assassinio. (Laure Junot d'Abrantès)

Note[modifica]

  1. Dall'ultima lettera al padre; citata in Alfonso de Lamartine, Storia dei girondini, versione italiana con note di Raffaele Colucci, vol. II, Stamperia dell'omnibus, 1851, libro XLIV, p. 357
  2. I sostenitori di Jean-Paul Marat, l'amico del popolo, ucciso da Carlotta Corday.

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