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Eugenetica

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Logo del secondo congresso internazionale di eugenetica, 1921

Citazioni sull'eugenetica e sul darwinismo sociale o socialdarwinismo.

  • Il suo cognome [di Darwin] viene usato per neologismi che spesso ne profanano la memoria, lui che fu persona sensibile alle ingiustizie dello sfruttamento selvaggio e fermamente avverso a qualsiasi forma di schiavismo. Oggi si dice "darwinismo sociale" per giustificare la spietatezza di un sistema economico e produttivo dove i poveri sono tali in base a una sorta di perversa "selezione delle specie". Chi si arricchisce dimostrerebbe dunque la propria superiorità intellettual-imprenditoriale, gli individui eletti speculano in borsa e la massa di "inferiori" coltiva la terra, forgia i metalli, costruisce edifici, insomma, produce l'esistente ma non partecipa alla spartizione del bottino. In definitiva, si ricorre al "darwinismo sociale" per affermare la naturale superiorità dei furbi e dei corrotti. (Pino Cacucci)
  • La riforma sanitaria non è del tutto una buona cosa allorché consente ai membri deboli e malati della comunità, che in un diverso stadio della società sarebbero morti nell'infanzia, di crescere e moltiplicarsi, perpetuando un tipo indebolito e la macchia di una malattia ereditaria. (William Edward Hartpole Lecky)
  • La tentazione eugenetica attraversa in profondità la tradizione liberale. Non a caso, la disciplina che prende questo nome conosce il suo battesimo in Gran Bretagna e gode poi di una straordinaria fortuna negli Stati Uniti. (Domenico Losurdo)
  • Metà delle vite che voi salvate non sono degne di essere salvate, perché sono inutili, mentre l'altra metà non andrebbe salvata perché è perfida. La vostra coscienza non vi rinfaccia mai l'empietà di questa guerra permanente contro i piani della Provvidenza? (Benjamin Franklin)
  • Una vena socialdarwinistica attraversa il pensiero liberale fin dai suoi inizi. Sono eloquenti gli argomenti con cui, nell'Inghilterra della seconda metà del Settecento, Joseph Townsend polemizza contro ogni tentativo di introdurre una legislazione a favore dei poveri: essa finirebbe soltanto col distruggere l'equilibrio della natura, cancellando la «pressione pacifica, silenziosa, incessante della fame» e favorendo la crescita di una sovrappopolazione oziosa e ridondante. [...] Fin dagli inizi, la tendenza a naturalizzare il conflitto sociale e a presentare la ricchezza e il potere delle classi dominanti come espressione di un'immutabile legge naturale (in questo senso Burke parla di «aristocrazia naturale», consacrata dalla «Natura») comporta un elemento socialdarwinistico ante litteram. (Domenico Losurdo)

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