David Ben Gurion
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David Ben-Gurion (1886 – 1973), politico israeliano.
Citazioni di David Ben-Gurion
[modifica]- La terra di Israele fu la culla del popolo ebraico.
Qui fu formata la sua entità spirituale, religiosa e nazionale. Qui esso conquistò l'indipendenza e creò una civiltà di significato nazionale ed universale.
Qui esso scrisse e dette la Bibbia al mondo.
Esiliato dalla Palestina, il popolo giudaico rimase ad essa fedele in tutti i paesi della sua dispersione, non cessando mai di pregare e di sperare per il ritorno e per la restaurazione della propria libertà nazionale.
Spinti da questa storica associazione, gli Ebrei lungo tutti i secoli si sforzarono di tornare alla terra dei loro padri e di recuperare la dignità di Stato.
In decenni recenti sono ritornati in massa.
Essi hanno bonificato il deserto, fatto rivivere la loro lingua, costruito città e villaggi e stabilito una comunità vigorosa ed in continua espansione, con una propria vita economica e culturale.
Cercarono pace, ma erano preparati a difendersi.
Recarono la benedizione del progresso a tutti gli abitanti del paese.
Dopo che numerosi congressi internazionali riconobbero lo storico legame del popolo ebraico con la Palestina e dopo che la persecuzione nazista inghiottì milioni di Ebrei in Europa, risultò ancor più chiara l'urgenza della costituzione di uno stato ebraico capace di risolvere il problema della mancanza di patria per gli Ebrei, aprendo le porte a tutti gli Ebrei ed innalzando il popolo ebraico al livello degli altri popoli nella famiglia delle nazioni.
Il 29 novembre 1947 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una decisione a favore della fondazione di uno Stato Ebraico indipendente in Palestina ed invitato gli abitanti del paese a prendere le misure richieste da parte loro per attuare il piano. Questo riconoscimento, da parte delle Nazioni Unite, del diritto al popolo ebraico di stabilire un proprio stato indipendente non può essere annullato. (da Proclamazione dell'indipendenza, 1948)
- Ci sono stati l'anti-semitismo, i nazisti, Hitler, Auschwitz, ma loro [gli arabi] in questo cosa c'entravano? Essi vedono una sola cosa: siamo venuti e abbiamo rubato il loro paese. Perché dovrebbero accettarlo?[1]
- I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c'è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.[2]
- In Ha'aretz del 4/4/1969 viene riportata in questa ben diversa forma come trascrizione della risposta di Moshe Dayan agli studenti della Technion University del 19/03/1969:
- We came to a region of land that was inhabited by Arabs, and we set up a Jewish state. In a considerable number of places, we purchased the land from Arabs and set up Jewish villages where there had once been Arab villages. You don't even know the names [of the previous Arab villages] and I don't blame you, because those geography books aren't around anymore. Not only the books, the villages aren't around. Nahalal was established in the place of Mahalul, and Gvat was established in the place of Jibta, Sarid in the place of Huneifis and Kfar Yehoshua in the place of Tel Shaman. There isn't any place that was established in an area where there had not at one time been an Arab settlement.'' [3]
- La decisione di venirci [Nella Palestina ottomana] [...] la presi quando si profilò il pericolo che agli ebrei assegnassero come patria un pezzo di Uganda, e Herzl tentennò. Con due miei amici pensammo che il mezzo migliore per vincere le sue esitazioni fosse non già di mettersi in polemica con lui sui giornali e nei congressi sionisti internazionali, ma di venire qui e d'iniziare il riscatto di questa terra nostra non a parole, ma con la vanga. Poi i due miei compagni si persero per strada: uno andò in Inghilterra, l'altro in America, e io sbarcai da solo a Giaffa. Di ebrei ce n'erano già. E, quando indissi una conferenza, vennero, sebbene non sapessero chi ero. Ma quando cominciai a parlare in ebraico, nella stanza rimasero solo tre persone. Le altre se ne andarono: qualcuno perché non capiva la lingua, gli altri per protesta contro ciò che dicevo. Erano ebrei benestanti, che invece di lavorar la terra la sfruttavano con la manodopera araba, e non avevano nessun interesse a intorbidare le acque. C'era il governo turco, allora, che aveva un merito solo: quello di lasciar fare. E anche a me lasciò fare il minatore in una cava di sassi verso Tiberiade, dove si costituivano i primi kibbutzim: quello di Degania e altri.[4]
- Mosè, quando si accorse che il suo popolo stava dimenticando l'impegno a essere qualcosa di diverso dagli altri, lo condusse nel deserto e ve lo tenne a pascolare quarant'anni di seguito per dare tempo a due nuove generazioni di crescere e di ricordarsi di essere gli eletti. Anche noi dobbiamo aspettare le nuove generazioni, ma purtroppo nel frattempo non possiamo condurre quelle vecchie a pascolare e a morire nel deserto, perché... [...] Perché bisogna restar qui a comporre il nuovo ministero.[5]
- Tra di noi non possiamo ignorare la verità ... politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono ... Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese. (da un discorso del 1938[6])
- Se avessi saputo che era possibile salvare tutti i bambini della Germania trasportandoli in Inghilterra, e soltanto la metà trasferendoli nella terra d'Israele, avrei scelto la seconda soluzione, a noi non interessa soltanto il numero di questi bambini ma il calcolo storico del popolo d'Israele. [7]
- If I knew that it was possible to save all the children of Germany by transporting them to England, and only half by transferring them to the Land of Israel, I would choose the latter, for before us lies not only the numbers of these children but the historical reckoning of the people of Israel.[8]
- Were I to know that all German Jewish children could be rescued by transferring them to England and only half by transfer to Palestine, I would opt for the latter, because our concern is not only the personal interest of these children, but the historic interest of the Jewish people.[9]
- Secondo lo stato civile sono nato in Polonia, cioè in un villaggio che in quel momento, pare, apparteneva alla Polonia. Ma non me lo ricordo, sebbene ci sia rimasto, dicono, sino a vent'anni. Non me lo ricordo perché, quanto a vivere, vivevo in un altro Paese: questo, di cui mio padre e mio nonno ogni sera mi leggevano la descrizione nella Bibbia. Lei crede che avrei potuto aspettare fino a vent'anni per conoscere il Monte Sion, Tiberiade, la valle di Galilea? No, me li sono portati qui dentro.[10]
- Solo quando scoppiò la guerra, cominciarono a prendersi cura della mia persona. E lo fecero in modo tale che mi parve opportuno rifugiarmi in America, mettermi a fare il giornalista e lavorare alla costituzione della Legione ebrea che combatté a fianco degl'inglesi per liberare la Palestina dagli ottomani... Ma questo appartiene al passato. Torniamo a noi. Torniamo alla Bibbia.[11]
- Un Paese come il nostro, se non apre anche la presidenza a uomini come Einstein, è destinato a diventare un ghetto.[12]
- Un popolo israeliano che parlasse una lingua diversa da quella del Tempio e della Legge [...] cosa sarebbe? Un popolo come tutti gli altri... Tanto valeva accettare l'offerta di un settlement in Uganda, che ci avrebbe risparmiato almeno decenni di sofferenze e altre migliaia di morti, se era per diventare un popolo come tutti gli altri...[13]
Attribuite
[modifica]- Dobbiamo usare il terrore, l'assassinio, l'intimidazione, la confisca delle terre e l'eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba. (maggio 1948, agli ufficiali dello Stato Maggiore)
- Molti riportano come fonte di questa citazione la biografia di Michael Bar-Zohar, Ben-Gurion. A Biography, Delacorte, New York, 1978. Il Committee for Accuracy in Middle East Reporting in America (CAMERA), un'organizzazione statunitense no profit pro-Israele, ha contattato nel 2004 l'autore Bar-Zohar, il quale ha assicurato che la citazione non compare nel suo libro.[14]
- Noi non vogliamo, non abbiamo bisogno di espellere gli arabi e prenderci i loro posti.
- We do not wish, we do not need to expel Arabs and take their places. (da una lettera a suo figlio Amos, 5 ottobre 1937; citato in Efraim Karsh, Fabricating Israeli History: The 'New Historians, 2000)
- [We] must expel Arabs and take their places.[16]
Citazioni su David Ben-Gurion
[modifica]- A differenza di Herzl, di Weizmann e perfino di Jabotinsky, Ben Gurion non si considerava un europeo, ma un ebreo mediorientale. Aveva fiducia nei sabra, i figli nati in Israele dai pionieri, che avrebbero trasformato Israele da colonia europea ad autentico Stato asiatico, anche se con caratteristiche singolari. Era un Mosè più cupo, che offriva al suo popolo lacrime e sudore, fatica e sangue: «Questa non è una nazione, non ancora» disse nel 1969, alla fine della sua vita. (Paul Johnson)
- Ben Gurion era onnipresente e pervadeva tutta la vita israeliana. Aveva qualcosa da dire sulla ricerca biblica, la scienza, la storia, l'istruzione, la religione e, naturalmente, l'organizzazione e la strategia militare. Il suo intelletto era attento e vivace, sebbene non formalmente disciplinato; perennemente aperto a nuovi interessi e nuovi entusiasmi. (Abba Eban)
- Tendeva ad affilare i suoi giudizi, in modo da escludere sottigliezze o ambivalenze. Pensava che non si sarebbe potuto far molto per la pace con gli arabi, finché Israele non fosse stato incrollabilmente forte: quindi escluse questo problema dal suo interesse attivo, dando l'impressione di essere irriconciliabile. Ma era un'impressione sbagliata. (Abba Eban)
Note
[modifica]- ↑ Citato in Nahum Goldmann, The Jewish Paradox, Weidenfeld and Nicolson, 1978, pp. 121-122. Tradotto da www.tradizione.biz Cattolicesimo & politica.
- ↑ Citato in Nahum Goldmann, The Jewish Paradox, Weidenfeld and Nicolson, 1978, p. 99. Tradotto da www.tradizione.biz Cattolicesimo & politica.
- ↑ Citato da Committee for Accuracy in Middle East Reporting in America False Zionist Quotes
- ↑ Citato in Indro Montanelli, Reportage su Israele, Derby, Milano, 1960, p. 43.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, Reportage su Israele, Derby, Milano, 1960, pp. 45-46.
- ↑ Citato in Noam Chomsky, Fateful Triangle, pp. 91-92, citando Simha Flapan, Zionism and the Palestinians, pp. 141-142. Tradotto da www.tradizione.biz Cattolicesimo & politica.
- ↑ (EN) Viene obiettato che la citazione sia stata malevolmente estrapolata CAMERA: Extreme Anti-Zionist Commissioned to Author Article on Zionism
- ↑ (EN) Citato in Martin Gilbert Israel was everything, NY Times, 21 giugno 1987, p. 24.
- ↑ (EN) Citato in David S. Wyman, Rescue Efforts, NyTimes.com, 6 luglio 1997 e in Shabtai Teveth, Ben-Gurion and the Holocaust, Harcourt Brace & Co., 1996, p. 47.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, Reportage su Israele, Derby, Milano, 1960, pp. 42-43.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, Reportage su Israele, Derby, Milano, 1960, pp. 43-44.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, Reportage su Israele, Derby, Milano, 1960, pp. 38-39.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, Reportage su Israele, Derby, Milano, 1960, pp. 44-45.
- ↑ Deborah Passner, Mideast Tension at UC Irvine Gets National Coverage, CAMERA, 1° ottobre 2004.
- ↑ Citato in Ben Gurion and the Palestine Arabs, Oxford University Press, 1985. Tradotto da www.tradizione.biz Cattolicesimo & politica.
- ↑ Citato in Benny Morris, The Birth of the Palestinian Refugee Problem, 1947-1949, 1987, p. 25.
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