Davide Lazzaretti

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Davide Lazzaretti[1] (1834 – 1878), predicatore italiano.

Incipit di Visioni e profezie[modifica]

Io sono, e chi egli sia nol so, ma sono
Colui che essere dovrò chi ero in prima.
Ma prima me non conoscevo me stesso,
Ma or che conosco me, non so chi egli ero,
E colui ch'era in me, non è più meco.
Perché or son Seco a chi con me prim'era,
Ed essendo Seco, opro con Seco,
Ed egli opra con me, come opro in lui,
E lui opra con me come in sé stesso,
Per cui me stesso opro in voler di lui.

Citazioni su Davide Lazzaretti[modifica]

  • David Lazzaretti sentì forse rozzamente in sé stesso la ribellione dello spirito moderno contro la Chiesa papale; ma non avendo coltura scientifica che lo aiutasse nei problemi contemporanei, improvvisò una specie di buffoneria ascetica, spruzzolandovi un po' di socialismo male inteso e male effettuato. A quei credenti che aspettano ancora la sua risurrezione, converrebbe insegnare meglio la realtà del mondo e risanarli dall'ignoranza che li corrompe in una fede impossibile. (Gaetano Trezza)
  • Il suo era un neo-cristianesimo impregnato di comunismo, ma non molto diverso, ne più incoerente di quello bandito dal Gesù autentico; e Lazzaretti non esitò a proclamarsi profeta, santo, redentore. Fu ascoltato e creduto dai propri fratelli, dagli antichi compagni di mestiere, da uomini e donne, e persino da preti e frati. La Curia papale lo scomunicò. Intervenne anche il Governo e lo imprigionò; ma nel proselitismo di Lazzaretti non c'era né volenza, né dolo, e bisognò liberarlo. Il doppio martirio crebbe l'ardore dei proseliti, e in breve tutto il paese si strinse intorno a lui: il mondo aveva (ed ha ancora) una religione in più[2]. (Eugenio Tanzi)
  • Un classico tipo di paranoico religioso fu Davide Lazzaretti. [...]
    Lazzaretti era un bell'uomo, dalla fisionomia intelligente. Aveva la fronte spaziosa, la barba alla nazarena, l'incesso grave, e parlava bene. La sua conversione pareva un miracolo; miracolo la sua istruzione tardiva, improvvisa sfolgorante. Il suo stile, nell'improvvisazione e nella stampa, sovrabbondava di metafore e di neologismi, ma non mancava né di nobiltà, né di chiarezza. Le sue imprese, ideate con grandiosità e con audacia, erano benedette dalla fortuna. (Eugenio Tanzi)

Note[modifica]

  1. La grafia del cognome Lazzeretti è errata, seppure diffusa e usata anche in testi specifici.
  2. Il giurisdavidismo.

Bibliografia[modifica]

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