Diana Darke

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Diana Darke (1956 – vivente), scrittrice e arabista statunitense.

Citazioni di Diana Darke[modifica]

  • I pensatori musulmani vedevano nella geometria l'elemento unificante e il tramite fra il mondo della materia e quello dello spirito, secondo la dottrina del tahwid, l'"unità divina". La reiterazione dei motivi astratti induce l'occhio e la mente alla contemplazione dell'infinito e conduce lo sguardo verso l'alto, al muqarnas nell'area intermedia fra il quadrato del pavimento e la volta. Spesso c'erano finestre alla base della cupola e la luce, riflettendosi sulla miriade di nicchie del muqarnas, creava un'immagine che evocava il firmamento. Lo stilema si diffuse in fretta, da Medio Oriente al Nord Africa [...]. Tuttavia, nel corso del tempo, il valore simbolico di queste forme, il loro vero significato, si è perso, e già nel XVI secolo venivano considerate un mero espediente decorativo. Spesso i concetti più profondi sfuggono alla coscienza, pur rimanendo sepolti, come archetipi, nell'inconscio. Col tempo si dimenticò che quei motivi e quegli artifici scaturivano dal pensiero teologico islamico e avevano la funzione di aiutare il fedele a raggiungere lo stato di meditazione, non diversamente dallo zikr, la danza ruotante dei sufi, che dovrebbe condurre all'unione mistica con Dio.[1]

Note[modifica]

  1. Da La mia casa a Damasco, traduzione di Massimo Ortelio, Neri Pozza, Vicenza, 2018, p. 102. ISBN 978-88-545-1650-2

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