Muqarnas

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Muqarnaṣ che orna l'entrata della Moschea dello Scià a Esfahan

Citazioni sul muqarnaṣ.

  • I pensatori musulmani vedevano nella geometria l'elemento unificante e il tramite fra il mondo della materia e quello dello spirito, secondo la dottrina del tahwid, l'"unità divina". La reiterazione dei motivi astratti induce l'occhio e la mente alla contemplazione dell'infinito e conduce lo sguardo verso l'alto, al muqarnas nell'area intermedia fra il quadrato del pavimento e la volta. Spesso c'erano finestre alla base della cupola e la luce, riflettendosi sulla miriade di nicchie del muqarnas, creava un'immagine che evocava il firmamento. Lo stilema si diffuse in fretta, da Medio Oriente al Nord Africa [...]. Tuttavia, nel corso del tempo, il valore simbolico di queste forme, il loro vero significato, si è perso, e già nel XVI secolo venivano considerate un mero espediente decorativo. Spesso i concetti più profondi sfuggono alla coscienza, pur rimanendo sepolti, come archetipi, nell'inconscio. Col tempo si dimenticò che quei motivi e quegli artifici scaturivano dal pensiero teologico islamico e avevano la funzione di aiutare il fedele a raggiungere lo stato di meditazione, non diversamente dallo zikr, la danza ruotante dei sufi, che dovrebbe condurre all'unione mistica con Dio. (Diana Darke.
  • Una considerazione a parte merita il termine muqarnas, un elemento architettonico a metà fra struttura e decorazione. «Modanatura ad alveoli» è la definizione del Vocabolario arabo-italiano 1989 (s.v. صنرقہ = muqarnaṣ). Ancora più generica, ma più aderente alla molteplicità delle forme che può assumere questo tipo di decorazione, è la definizione di Oleg Grabar: «composizione tridimensionale formata da un numero variabile di piccole unità» (Grabar 1989, p. 229). In italiano le molte definizioni ormai consolidate non sempre tengono conto della realtà del muqarnas: si parla di alveoli, di false nicchie, di nido d’ape, di stalattiti [...]. In arabo muqarnas è un sostantivo maschile singolare e come tale viene usato dagli autori anglofoni. (Isabella Vaj)

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