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Dieter Richter

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Dieter Richter nel 2006

Dieter Richter (1938 – vivente), scrittore tedesco.

Citazioni di Dieter Richter

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  • [La Stazione zoologica Anton Dohrn] Fu il primo acquario al mondo aperto al pubblico e non solo attirò alla stazione zoologica tantissimi visitatori paganti, ma presentò il mondo della ricerca scientifica in una veste assai attraente per il grande pubblico. Anche l'organizzazione del lavoro era innovativa: la stazione (giuridicamente proprietà privata dello stesso Anton Dohrn) noleggiava i cosiddetti Arbeitstische («tavoli da lavoro») a singoli paesi o enti scientifici, i cui esponenti potevano lavorare per un determinato periodo presso l'istituto per realizzare i propri progetti di ricerca. Gli studiosi delle singole discipline (botanica, zoologia, fisiologia, chimica) vivevano e lavoravano insieme nell'edificio, in una sorta di seminario scientifico internazionale. [...] Così con la Stazione Zoologica era sorto un organismo unico al mondo nel suo genere, grazie all'interazione fra le tre componenti, istituto di ricerca scientifica, acquario aperto al grande pubblico e galleria d'arte[1].[2]
  • In tutta la sua vicenda millenaria, Napoli non è mai stata solo dei napoletani, dalle origini si è caratterizzata come un melting pot, un punto d'incontro di popoli, di culture e di lingue diverse le cui tracce si percepiscono ancora oggi, dando vita alla sua fisionomia inconfondibile di "metropoli della memoria".
    Sigmund Freud, grande viaggiatore e appassionato dilettante di archeologia, ha paragonato la psiche umana a una città antica come Roma, sotto la cui forma moderna apparentemente visibile si celano i residui di una storia secolare che continua a influenzare la sua vita attuale. La metafora può essere valida in maniera particolare per Napoli, luogo in cui la «contemporaneità del non contemporaneo» (Ernst Bloch) salta subito agli occhi di chiunque percorra i suoi vicoli, strade e piazze, e la cui «porosità» si esprime anche come intreccio indissolubile di spazi e di tempi: città delle metamorfosi eterne in cui niente sembra scomparire per sempre.[3]

Note

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  1. Per volontà di Anton Dohrn la biblioteca dell'Istituto venne decorata da grandi affreschi di scene mediterranee, fra i capolavori del pittore Hans von Marées. Cfr. Napoli cosmopolita. Viaggiatori e comunità straniere nell'Ottocento, p. 115.
  2. Da Napoli cosmopolita. Viaggiatori e comunità straniere nell'Ottocento, Electa Napoli, Napoli, pp. 115-116. ISBN 88-510-0078-6
  3. Da Napoli cosmopolita. Viaggiatori e comunità straniere nell'Ottocento, p. 7.

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