Discussione:Proverbi livornesi
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[modifica]Non bisogna dimenticare "roba da torte", "a te sugo!", "un c'ho na lira per fa cantà un ceo".
Penso che i proverbi livornesi rappresentino una delle migliori sintesi della "labronicità", ed in quanto tale, da valorizzare e salvaguardare.
"Ner fiocco" a chi la pensa diversamente!
- Il problema è che espressioni come "A te caata", "Non ti cao nemmen di striscio", "Non ti mando in culo perché sono un signore", "Mi pai 'na pipa" non sono certamente proverbi, e c'è gente che ancora non l'ha capito. --DoppiaDi 12:58, 12 Gen 2006 (UTC)
Può non piacere , ma lo spirito livornese è questo, i nostri ragazzi giocando usano questi temini, il giornale "Il vernacoliere " che esprime la cultura popolare livornese, li raccoglie e li pubblica. Togliere i proverbi livornesi o spurgarli delle espressioni che a qualcuno non piacciono significa stravolgere questa cultura e darne un immagine edulcorata che risponde ai canoni dei soli "benpensanti" ma la/le città non sono fatte solo della cultura ufficiale e codificata.Un comportamento censorio di questo tipo toglierebbe la neutralità dei punti di vista dell'enciclopedia D'altrocanto siamo o nò in ambito "aforismi e citazioni in libertà"?
- I proverbi sono espressione della saggezza popolare e contengono sempre un insegnamento. Sono stato chiaro? DoppiaDi 13:22, 13 Gen 2006 (UTC)
sono un patrimonio da salvaduardare, chi non li capisce, si astenga. peggio per lui ...
Mi rendo conto che se non si conosce la storia di Livorno ed il processo di formazione della sua popolazione ma solo le poche nozioni che sono su Wikipedia può essere difficile capirci e capire i sottintesi del nostro modo di esprimerci
Questa città , in cui mi onoro di vivere, ha un passato tumultuoso, per molti aspetti simile al Far West e alla Frontiera americani, anche se di solo 400 anni (quest'anno festeggiamo i 4 quattro secoli 4 di esistenza). Rispetto ad altre città più blasonate ha avuto modo di lasciare che si affermasse nel tempo una classe imprenditoriale e dirigente locale di estrazione borghese come altrove solo in tempi assai recenti. Chi aveva delle possibilità economiche e/o culturali appena possibile si trasferiva dove poteva utilizzare meglio le proprie opportunità.
La costituzione di Livorno in Porto Franco ci ha portato traffici e commerci da tutto il mediterraneo, ma quando il mercato cambiava i Signori se ne andavano. Ne venivano altri adeguati ai nuovi traffici: Qui rimanevano in pianta stabile solo i poveracci, attratti dalle Costituzioni Livornine che garantivano l'impunita a chi avesse commesso reati di qualsiasi tipo purché fuori del Granducato.
I Cavalieri di S.Stefano che avevano qui la base militare ma la casa madre a Pisa ci hanno rifornito in abbondanza di schiavi, galeotti e buonevoglie, non di Signori e Cavalieri (quelli sono nella sede della Normale a Pisa).
La seconda ondata di immigrati di origine ebraica era costituita di persone che avevano girato tutto il Mediterraneo in fuga dall'inquisizione e facevano parte quindi dei ceti più umili della citta.
Come pensi che potessero esprimersi persone con questo tipo di passato, rotte a tutte le esperienze, di origini le più diverse, di poca cultura, il cui pane dipendeva da decisioni prese altrove per motivi che riguardavano la comunità solo in seconda istanza, costrette a rischiare la vita in mare con ogni tempo perchè il diritto di scaricare la nave ( e quindi di essere pagato e poter mangiare) spettava alla prima barca che arrivava sottobordo, in concorrenza con tutte le altre barche? Io credo che quel linguaggio avrebbe fatto arrossire persone ben più scafate di un vescovo o di una madre superiora.
Non solo ma tale linguaggio è entrato nel nostro sangue, come reazione orgogliosa e sprezzante alle decisioni di quei dirigenti, economici o politici che siano, i quali non avessero e non abbiano saputo conquistarsi la stima degli interlocutori e pretendessero di comandare solo per agli aspetti formali dell'origine della loro autorità.
Per questi motivi quei modi di esprimersi fanno parte della livornesità ed hanno trovato eco nei varii film, da "Ovo sodo" a "Mare matto", nelle commedie in vernacolo di Beppe Orlandi allo spettacolo di Beppe Ranucci "O Porto di Livorno Traditore ", nelle riviste "Livorno Cronaca " e "Il Vernacoliere" con le vicende di Corinna ed Amelia ed alimentano tutt'oggi tutta una serie di attività culturali come i remache dell'associazione "Il Nido del Cuculo".
Per questi motivi, per quanto rappresentano del nostro passato nel formarsi del nostro presente, io credo che non si possa esercitare una censura verso il vernacolo livornese in tutte le sue espressioni compreso i proverbi ed i modi di dire, e per la particolare storia di Livorno in Toscana e per i rapporti che essa ha ed ha avuto (o meglio non ha avuto) con le altre città del Granducato.
Possono non piacere specie a chi livornese non è e non ci conosce, lo capisco, ma fanno parte di un popolo costretto a convivere per molto tempo anche relativamente recente con la malaria, le pestilenze, le carestie e la fame e toglierle darebbe su Wikipedia un immagine gravemente falsata e buonista di questa città che -ringraziando Dio - buonista non lo è affatto.
Vedo che il mio nickname non è riportato nella mia precedente osservazione allora lo metto in questa nota :Io sono Curculio Per i curiosi, un insetto che scava con insistenza e determinazione nelle radici delle piante finché non è arrivato alla parte che gli interessa della stessa- o dei problemi- Se mi leggono, vorrei cogliere l'occasione per chiedere a coloro che curano la voce Livorno di mettersi in contatto con me che vorrei collaborare con loro. La mia posta è enzobilanceri@virgilio.it
Curculio 16/01/2006 03.33
- Forse non ci siamo intesi sul punto centrale della questione: fra modi di dire e proverbi c'è una differenza abissale. La storia, le tradizioni, ecc ecc non c'entrano assolutamente nulla. Ci siamo capiti, ora? Faccio un esempio; in una pagina di proverbi romani non troverò mai scritto: Ti prendo per le orecchie e ti alzo come la Coppa UEFA! Consiglio quindi a tutti, prima di ulteriori inserimenti, di consultare un dizionario o un'enciclopedia sul significato della parola proverbio. --DoppiaDi 12:07, 16 Gen 2006 (UTC)
Condivido pienamente quanto detto da Curculio e capisco la difficoltà di Dread a dividere tra proverbi e frasi che possono apparire semplici volgarità.
Sarebbe il caso di creare finalmente la pagina dei proverbi toscani. In questo modo, grazie all'aiuto del livornese sarà possibile lasciare sulla pagina Proverbi livornesi solo quelli della sua città che saranno integrati con quelli cancellati in passato.
- Saluti IPork 14:48, 19 Gen 2006 (UTC)
proverbi livornesi
[modifica]questi proverbi oltre ad essere divertentissimi sono la sintesi di cosa significa "livornesità". assolutamente da mantenere
Pagina per i proverbi toscani - livornesi
[modifica]Io aggiungerei: 1) Nato da 'n sei 2) Nato da 'n cane 3) fai ride i polli 4) e sei un signorino di nulla... 5) se la mi nonna c'aveva le rote era un carretto 6) botta botta fio secco 7) sei furbo..cos'hai mangiato stamani, pane e vorpe? 8) cosa c'hai inzzuppato le paroline ner caffellatte deh (con doppia Z e doppia L) 9) sei simpatio come una palata di merda sur vestito da sposa 10)sei simpatio come ir ciuinga nei capelli (per i profani ir CIUINGA è il Chewing gum) 11) eeee OVA!! più scemi di te un se ne trova... 12) Sai 'osa vor dì FURBEGA? Furbo 'na sega
Ho creato la pagina Proverbi toscani e ho rimosso l'avviso di cancellazione dalla pagina (non vi è traccia di votazioni in corso sulla pagina Wikiquote:Pagine_da_cancellare).
Inoltre ho cancellato la scritta "aggiunte di modi di dire non assimilabili a proverbi e in special modo volgari saranno considerate come vandalismi" dal momento che non trovo traccia su Wikiquote di una norma del genere discussa ed approvata dalla comunità.
Invito i livornesi sia a contribuire con i loro coloriti proverbi, sia a controllare che non ci siano proverbi toscani, in qual caso li spostino nella pagina dedicata. Tra parentesi, se vi registrate è anche meglio, se non altro potrei citare i nick di chi ha contribuito invece che strani numeri di ip :o)
Dal momento che su Wikiquote esiste una categoria dedicata ai proverbi nei dialetti italiani non mi pare logico scandalizzarsi se il linguaggio di una regione (o meglio nel caso specifico di una città) suona volgare. Se non si amano queste espressioni basta solo non leggerle. Arrivare a vietare o minacciare ban chi le aggiunge mi pare esagerato e senza dubbio fuori luogo.
E' da ottobre dell'anno scorso che continua su questa pagina una inutile lotta fatta di aggiunte e rollback. Alcune volte il motivo della cancellazione dei contributi è la volgarità. Altre volte è che non si tratta di proverbi ma di modi di dire. Come risultato è che viene sempre rimosso ogni contributo senza alcuna discussione.
Già in passato ci sono state discussioni a riguardo. Se un utente non ritiene una citazione degna di essere pubblicata tale citazione non va rimossa. Si segnali nella pagina di discussione il dubbio e se ne parli insieme. Nessuno ci vieta di creare una pagina dedicata ai modi di dire livornesi e rimuoverli tout court è sbagliato.
- Cordiali saluti IPork 22:44, 19 Gen 2006 (UTC)
proverbi mancanti
[modifica]O bimbi, e mancano questi:
1) Chi tromba solo la su moglie 'un vo' bene nemmeno a su figlioli
2) Badabimbounbe : l'acqua parabbabai
3) Ora ti caa l'orso
4) Arreggimi l'ori
5) pari un'uscio accosto
6) bellina si Livorno, l'arbero in culo con le foglie d'intorno
7) pidocchio risalito (pl. pidocchi risaliti, modo di dire,definizione di persona arricchita)
8) quando ir culo è avvezzo ar peto, 'un sta più cheto!
9) bada a' bozzi!
10) bellino di viso...in due!
11) vieni deh, ameri'ano di Lucca!
12) unto bisunto!
13) figlio di un sette(r)!
14) oimmena. oimmei (origine araba)
15) t'avessi 'n culo ti caerei alla Meloria
16) arzassi presto per andà a caa lontano
17) la pesca del giunti, acqua ai coglioni, pesci punti
18) Nato da 'n cane
19) Popò di pezzo di mota
20) oh caata a forza !
21) Leva ir fumo alle stiacciate
22) Il livornese mangia l'ovo in culo alla gallina
suggerimenti
[modifica]perchè non spiegare anche cosa vogliono dire, una specie di traduzione, almeno gli altri possono capire cosa vuol riassumere.Dato che il livornese è un dialetto pressocchè unico va valorizzato.--Wim b 02:12, 19 ago 2006 (UTC) poi pidocchio risalito si dice anche rivestito.
Come norma il modo corretto di scrivere è
- Proverbio
- Spiegazione
vedi per esempio Proverbi veneti
Il problema è che la maggiorparte di ciò che viene scritto, come le frasi qui sopra non sono nemmeno lontanamente proverbi. --Homer 07:05, 19 ago 2006 (UTC)
-- -- -- -- è anche vero però che quelli che possono essere considerati proverbi dovrebbero essere presi in considerazione e possibilmente arricchiti, intendo a livello di pagina, non di proverbio in sè. -- -- -- -- --Wim b 11:55, 19 ago 2006 (UTC)----
proverbi
[modifica]- Un par d'orecchi seccano mille lingue.
- La risposta in via Goldoni.
2 proverbi entrambi rivolti a chi, regolarmente, non risponde alle domande.
- Piú che proverbi sono modi di dire o locuzioni da Wikizionario, comunque se vuoi inseriscili direttamente nella voce. Nemo 23:56, 15 mag 2007 (UTC)
Bimbi vi riordo anche l'uso di vari termini esclusivamente in labronico der tipo: -Nidio -Papppagabbiano -Dioga (proveniente da Dioga) -Ghigno -Maolo -Seggiola etc.etc.
- Bimbi?! Occhio... --DD 15:43, 17 mag 2007 (UTC)
- E che, non si può nemmeno scherzare? (Ma forse conosco l'anonimo?) Nemo 22:39, 17 mag 2007 (UTC)
Io Credo che "I discorsi li porta via il vento, le bicirette i livornesi" sia un proverbio Pisano!
- Osservazione sensata. :-) Nemo 01:35, 2 gen 2008 (CET)
Proverbi / Proposta
[modifica]Ho letto con molto interesse la disquisizione sui proverbi/modi di dire livornesi. Per quanto possa interessare, condivido con chi ritiene la censura sulle espressioni colorite non corretta. D'altra parte, però, condivido anche la posizione di chi ritiene che molte delle locuzioni proposte non siano "proverbi" nel senso stretto della parola. Dato che, specialmente per quanto concerne l'indole labronica, la differenza tra le due categorie e molto sottile perchè l'"insegnamento" o "la morale" che vi dovrebbe essere contenuta non risiede tanto nella traduzione letterale (spesso forzatamente sarcastica e/o metaforica) quanto nell'insieme dei sentimenti e delle immagini che la stessa locuzione esorta [e quindi difficilmente comprensibile da chi non "viva Livorno"], la selezione potrebbe essere fatta proprio con la traduzione letterale proposta da Win B. Nel caso di dialetti propriamente detti, la traduzione si rende necessaria per la comprensibilità del testo (non tanto - quindi - per la decodifica del proverbio che spesso è comune anche ad altre regioni), nel caso del "detto livornese", invece, la traduzione consente di selezionare la tipologia. Mi spiego: potremmo definire "proverbi" quelli che, tradotti, riescono a rendere evidente il proprio insegnamento/morale (e quindi, potenzialmente, comprensibili anche ai non livornesi), mentre definiremmo "modi di dire, intercalari, sagacie, ecc." gli altri. Per riportare due esempi "coloriti" (ovviamente da non censurare in quanto tali) mi sembrerebbe corretto indicare nella voce proverbi:
- Facile fa ir finocchio cor culo di vell'altri
- trad. Facile fare il finocchio con il sedere altrui
- significato: E' facile proporre azzardi quando il rischio ricade su altri
mentre riporterei in una voce correlata "modi di dire, sagacie, sarcasmi"
- Fetta di 'ulo co pinoli
generalmente nella forma "O cosa voi? 'na fetta di 'ulo co pinoli?" da interpretare, come il paradosso dato dal pretendere una cosa assurda ed improponibile. In questo caso non siamo di sicuramente di fronte ad un proverbio (non contiene morali o insegnamenti) ma ad un modo di dire. Fatemi sapere se condividete.... Saluti a tutti --Archigabry 01:02, 21 mag 2007 (UTC)
- Ti invito a farlo. E ti ricordo che per i modi di dire e le locuzioni varie c'è il Wikizionario. Nemo 21:26, 22 mag 2007 (UTC)
"I discorsi li porta via il vento, le bicirette i livornesi" sia un proverbio Pisano!
credo che valga meglio come proverbio toscano.credo che poi la discussione sui PROVERBI/MODI DI DIRE livornesi ,può protrarsi all'infinito. la maggior parte di quelli qui riportati sono modi di dire, ma tra noi livornesi sono talemte tanto entrati radicalmente a far parte del linguaggio giornaliero che, pur essendo modi di dire, li consideriamo proverbi.
avvolte con 3 parole (dhe boia mah) ci si scrive una canzone, altre volte "ci vole un ventino pe chetacci". è francamente difficile anche cercar di spiegare bene ad altri non propriamente livornesi il nostro vernacolo, formato da una infinità di frasi fatte che solo per noi hanno significato. esempio, "boia dhè e sei sen'occhi!" come glielo spieghi a uno che vien da fòri che vuol dir che ha gli occhi belli?
la volgarità è un altro punto che può non piacere. siamo rozzi, incivili, dissacranti,irrispettosi etc etc..
ma come spiega benissimo Curculio , è parte propria del nostro modo di essere gogliardici e fieri della nostra origine,
ma... un auguro a nessuno di sentir la vera volgarità livornese, espressa da un livornese cor giramento di 'olioni!-Trikke-
- Se mi dite come farlo lo posso fare io, anche se imho sarebbe meglio togliere i modi di dire e, quelli adatti, spostarli in una pagina tipo Modi di dire livornesi, mentre quelli idioti dimenticarseli nel copia-incolla (es:E ti ci voglio vedé te a caa con questa guazza! non è nemmeno un modo di dire, ma un ridoppiaggio in vernacolo di un film Disney)--Wim_b (scrivimi) 07:56, 17 gen 2010 (CET)
- @Trikke: posso capire la difficoltà per una persona di distinguere un proverbio da un modo di dire, ma roba tipo "Vestiti ammodino!" non mi pare proprio sul confine delle due categorie. La realtà è che molti non sanno la differenza tra proverbio, modo di dire e idiozia. Perché "vestiti ammodino" è un'idiozia totale se non contestualizzata. Non buttiamola sul « ma il livornese è così ed è bello per questo» altrimenti mettiamoci pure «hai rotto le palle», ci sarà un livornese che ogni tanto dice «hai rotto le palle»?! Se gli utenti non lo capiscono in fretta, questa pagina sarà inutile--Wim_b (scrivimi) 08:15, 17 gen 2010 (CET)
Senza fonte
[modifica]A
[modifica]- Ama' senz'esse' amato è come pulissi 'r culo senza ave' caato.
- A un livornese ci vole cento lire pe' fallo 'omincià e mille pe' fallo smette.
- A Livorno, 'r peggio portuale sona 'r violino co' piedi.
- A entra' son zucchini, a usci' son coomeri
B
[modifica]- Bella 'osa arzassi presto, fà un po d'acqua e tornà a letto.
- Brutta in viso, e sotto il paradiso.
C
[modifica]- Chi ha potta ha pane chi ha cazzo ha fame.
- Chi more puzza e chi vive sgalluzza.
- Chi ride 'r venerdì e non ha chierica, sorride 'r sabato e piange la domenia.
- Chi ce l' ha più lungo se lo tiri.
- Chi va ar cesso e un caa bene, tre vorte va e tre vorte viene.
- Coscia lunga, taglio fine.
- Culo alto, ci fò un salto
- La vita è un lampo, pigliallo 'n culo è 'n baleno.
- Cazzo ritto un vò consiglio!!!
D
[modifica]- Donna 'he dimena l'anca, se un'è puttana poo ci manca.
- Di tre cose diffida: della volpe, del tasso e delle fie cor culo basso!
E
[modifica]- È 'onti tornano, i vaini no.
F
[modifica]- Facile trombà cor pipi ritto.
- Facile fa ir finocchio cor culo di vell'altri.
- Fra r'culo e la fia c'è un passo di formia.
- Fava ritta un vor consigli!
- Fritta è bona anco 'na ciabatta!
G
[modifica]- Gli amici sono 'ome ' fagioli: parlano dietro.
I
[modifica]- Ir bacio è 'na telefanata ar cazzo perché si tenghi pronto
- I discorsi li porta via il vento, le bicirette i livornesi
- Ir cazzo 'un vor pensieri.
L
[modifica]- La donna è come 'r maiale, 'un si butta via nulla.
- La fia ci fa, la fia ci sfa.
- La testa di sotto 'omanda vella di sopra.
- Le novità di questo porto? O piove, o tira vento, o sona a morto.
- Le donne sono come le sarcicce: budelle fori, maiale dentro e vanno 'onsumate carde.
- Le donne o so' puttane o volano!
- Le leggi in Toscana durano una settimana..a Livorno un giorno.
M
[modifica]- Meglio disoccupato a Antignano che ingegnere a Milano.
- Meglio 'n quer corpo lì che 'n fanteria.
- Meglio puzzà di merda 'e di povero.
- Minestra riscardata 'n fu mai bona.
- Meglio ave' i pantaloni rotti ar culo che un culo rotto ne' pantaloni.
- Meglio invidiati 'he compatiti.
- Maiale pulito un fu mai grasso.
- Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio.
- Meglio un'acciuga ar mare che un'aragosta al lavoro.
O
[modifica]- O di paglia o di fieno, purché 'r corpo sia pieno.
- Ogni bella scarpa doventa 'na ciabatta.
- Onesto morì ner casino.
P
[modifica]- Per un soldo, un canta un ceo.
- Piccino un lo senti, grosso ti fa male
- Più schifo fai, meno spese hai.
- Piu che morì un si pole!
Q
[modifica]- Quando la bocca piglia e ir culo rende, vo 'n culo alle medicine e chi le vende!
- Quaini e corna, chi ce l'ha son sua.
S
[modifica]- Se hai hai, se 'un hai... ohi!
- Se 'r mondo fosse 'n culo, Livorno sarebbe 'r buo.
- Se voi fa' 'n dispetto a Cristo, da 'n povero facci 'n ricco.
- Se vo' fa' come ti pare, A Livorno devi andare.
- Se donna 'un vòle, omo 'un pòle.
- Sogni e scurregge vanno lasciati sotto le 'operte
- Se avvezzi ir culo ar peto, quando serve un starà mai cheto.
- Straccio disse male di cencio
T
[modifica]- Tre donne fanno 'n mercato, quattro 'na fiera.
- Tromba di 'ulo, sanità di 'orpo: aiutami 'ulo sennò son morto.
- Tranquillo c'aveva le corna.
- Tutti finocchi cor culo dell'artri!
- Tre cose 'un si sopportano: gioà di nulla, bacio di moglie e caffellatte diaccio.
U
[modifica]- 'Un ti mette' 'n cammino se la bocca 'un sa di vino.
V
[modifica]- Voglia di lavora' sartami addosso, ma fammi lavora' meno 'e posso.
- Vento di ponente: acqua fino a' 'oglioni e pesci niente.
Anche questi non sono proverbi
[modifica]Sono felice di aver visto una sfoltita delle innumerevoli scemenze che c'erano scritte prima, interpretazioni personali, modi di dire e altro, però anche quelle che sono rimaste adesso non sono proverbi, sono modi di dire anch'essi, alcuni addirittura da altre città, infatti dubito che esista un detto che dice "le burrasche vengan da Pistoia" visto che Livorno è una città stretta tra il mare aperto e le colline a poche centinaia di metri da esso e che Pistoia è nell'entroterra toscano, è più facile che le burrasche vengano dal mare, infatti il vento forte a Livorno è quello di libeccio che viene, appunto, dal mare ( da w:Livorno#Livorno_e_la_pittura: «Il libeccio soffia impetuoso travolgendo tutto ciò che incontra; il mare azzurro in tempesta, gli esili tronchi degli arbusti impotenti davanti a cotanta potenza della natura e là, tra le fredde tonalità che saltano dall'azzurro al giallo chiaro, la tamerice resiste impavida, piegata, quasi spezzata dalle raffiche di vento.» oppure La libecciata di Fattori), è più probabile che il detto sia fiorentino. Altri addirittura sono semplici "traduzioni" dall'italiano ("Bon sangue 'un-mmente" vedi qui), infine la fonte è del tutto andata. --Wim b 06:45, 13 lug 2018 (CEST)