Domenica di sangue (1905)

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La "domenica di sangue" in un dipinto di Vladimir Makovskij

Citazioni sulla domenica di sangue, eccidio compiuto a San Pietroburgo il 22 gennaio 1905 (9 gennaio del calendario giuliano).

Citazioni[modifica]

  • Invano varie personalità intellettuali si adoperarono presso il governo perché lo scontro fosse evitato. Le colonne di dimostranti disarmati, mosse a metà del giorno dai sobborghi [di San Pietroburgo] recando icone sacre e ritratti imperiali, furono accolte e inseguite a fucilate. Un migliaio di morti rimase sul terreno. (Luigi Salvatorelli)

Hélène Carrère d'Encausse[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Per il fatto di essere pacifica e disarmata, e convinta che il proprio progetto fosse stato accolto, la folla non tenne conto degli avvertimenti, né dell'ordine di disperdersi che le era stato intimato. Proprio per il fatto che le autorità non avevano ascoltato e compreso i dimostranti, le truppe che li fronteggiavano fecero fuoco e, spaventate dai manifestanti, che non lo erano di meno, provocarono uno spaventoso massacro. La domenica della marcia pacifica del popolo verso il suo sovrano si trasformò nel giro di qualche ora nella «domenica di sangue», la domenica della rottura tra il popolo e lo zar. Gapon la riassumerà in questo tragico motto: «Non ci sono più né Dio né zar».
  • Il bilancio della «domenica di sangue» fu molto pesante. In termini di perdite umane, si contarono centinaia fra morti e feriti. Ma al di là della tragedia delle vittime, fu il bilancio politico a essere disastroso. L'autocrazia era per sempre condannata agli occhi di un popolo che l'aveva sopportata così a lungo.
  • L'incomprensione tra il popolo ed il suo sovrano, già grande, si inasprì ulteriormente. Per Nicola II il bagno di sangue del 9 gennaio aveva mostrato la debolezza del potere; lo zar ne concluse la necessità di un giro di vite per ristabilire l'ordine. Per il popolo, la sola risposta al massacro, il solo modo per manifestare la solidarietà con i morti, consisteva invece nel proseguimento della lotta.

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