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Autocrazia

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Nicola I di Russia, imperatore e autocrate di tutte le Russie, nel 1859

Citazioni sull'autocrazia e gli autocrati.

  • Autocrate è il potere assoluto. È Diocleziano, è lo zar di Russia. È colui che non deve dare conto a nessuno. (Luciano Canfora)
  • È addirittura intuitivo che la democrazia è inconciliabile con la pretesa di una parte, quale che essa sia, di possedere la verità e di imporla a chi non vi si riconosce. Questa pretesa sarebbe non democrazia ma autocrazia. (Gustavo Zagrebelsky)
  • Grazie al progresso tecnologico e alla settimana di sei ore, i cittadini cambierebbero autocrate ogni sabato sera. (Georges Bernanos)
  • L'autocrate si distrae e si diletta con il piombo e con la forca. (Vladimir Vladimirovič Majakovskij)
  • L’autocrazia di fatto non è superiore alla democrazia. Gli autocrati possono agire rapidamente e in modo determinante, ma possono anche fare enormi errori perché nessuno può dir loro quando stanno sbagliando. (Paul Krugman)
  • L'autocrazia porta sempre al disprezzo per la vita umana, il dispotismo dei leader si accompagna sempre a repressioni e guerre. (Il'ja Jašin)
  • L'autocrazia si basa sull'ipotesi che un uomo solo sia più saggio di un milione di uomini. Ripensiamoci un po', chi decide? (Robert Anson Heinlein)
  • Manterrò per il bene delle Russia intera il principio dell'autocrazia assoluta, nel modo fermo e deciso come l'ha fatto mio padre. (Nicola II di Russia)
  • Pare indiscutibile che l'autocrazia abbia formato la base della organizzazione politica dei primi grandi aggregati umani. Tutti gli antichi grandi imperi dell'Asia e l'antico Egitto erano organizzati autocraticamente, come pure secondo il principio autocratico erano organizzati il nuovo impero persiano dei Sassanidi ed i califfati arabi. (Gaetano Mosca)
  • A meno che le democrazie non si difendano insieme, le forze dell’autocrazia cercheranno sempre, sempre di minarle. Uso deliberatamente la parola forze, al plurale. Capisco che molti politici americani preferiscano comprensibilmente concentrarsi sulla competizione a lungo termine con la Cina. Ma finché la Russia è governata da Putin, anche la Russia è in guerra con noi. Così come la Bielorussia, la Corea del nord, il Venezuela, l’Iran, il Nicaragua, lo Zimbabwe e potenzialmente molti altri. Anche l’Ungheria e la Turchia, membri della Nato, a volte sostengono i despoti. Potremmo non voler competere con nessuno di loro, e nemmeno preoccuparci molto di loro. Ma a loro importa di noi, e faranno tutto il possibile per indebolirci.
  • È ora di riconoscere che il commercio con gli autocrati promuove l’autocrazia, non la democrazia. Questo non significa che le reti commerciali globali debbano essere chiuse, ma solo che non dovremmo farci illusioni su come funzionano realmente e su chi arricchiscono – e monitorare di conseguenza. Le uniche persone che hanno bisogno di tenere segrete le loro case, le loro attività e i loro redditi sono i truffatori e gli evasori fiscali.
  • Forse le autocrazie stanno collaborando perché non hanno più fiducia nella loro capacità di combattere da sole i propri movimenti democratici. Forse le autocrazie stanno diventando meno tolleranti perché si rendono conto che i loro avversari hanno argomenti migliori, che la gente li ascolta e che il desiderio di libertà politica non scomparirà mai. Forse i confronti tra gli autocrati e le loro popolazioni stanno diventando più duri proprio perché i movimenti democratici stanno diventando più articolati e meglio organizzati.
  • Impermeabili alle critiche internazionali, gli autocrati moderni non provano alcuna vergogna a essere violenti. Le truppe russe non si preoccupano di nascondere le camere di tortura che hanno costruito o le fosse comuni che hanno riempito. La giunta birmana non si vergogna di uccidere centinaia di manifestanti, compresi giovani adolescenti, nelle strade di Rangoon. Il governo cinese si vanta di aver distrutto il movimento democratico popolare di Hong Kong. Questo tipo di disprezzo può degenerare in quello che l’attivista internazionale Srdja Popovic ha definito il “modello Maduro” di governo, dal nome del leader del Venezuela. Gli autocrati che lo adottano sono “disposti a vedere il loro paese entrare nella categoria degli stati canaglia”, accettando il collasso economico, l’isolamento e la povertà di massa, proprio come ha fatto il Venezuela, se questo è ciò che serve per rimanere al potere. Assad ha applicato il modello Maduro in Siria. È quello che fa Lukashenka in Bielorussia. Sembra essere ciò che la leadership talebana aveva in mente quando ha occupato Kabul, ciò che Putin vuole per la Russia. Il loro obiettivo non è creare prosperità o benessere. Il loro obiettivo è arricchire sé stessi e le loro famiglie, e mantenere il controllo.
  • Oggi le autocrazie non sono gestite da un solo cattivo, ma da reti sofisticate composte da strutture finanziarie cleptocratiche, servizi di sicurezza (militari, polizia, gruppi paramilitari, sorveglianza) e propagandisti professionisti. I membri di queste reti sono collegati all’interno di un determinato paese e tra molti paesi. Le aziende corrotte e controllate dallo stato in una dittatura fanno affari con le aziende corrotte e controllate dallo stato in un’altra dittatura. La polizia di un paese può armare, equipaggiare e addestrare la polizia di un altro.
  • Se non disponiamo di mezzi per trasmettere i nostri messaggi al mondo autocratico, nessuno li ascolterà. Così come dopo l’11 settembre abbiamo riunito nel dipartimento di Sicurezza nazionale agenzie diverse, ora dobbiamo riunire le diverse parti del governo statunitense che pensano alla comunicazione: non per fare propaganda, ma per raggiungere più persone nel mondo con informazioni migliori e impedire alle autocrazie di distorcerle. I media indipendenti stanno fallendo in tutto il mondo. I social media che li hanno sostituiti sono facilmente attaccabili. Abbiamo bisogno di modi più coraggiosi per competere.
  • Tra gli autocrati moderni ci sono persone che si definiscono comunisti, nazionalisti e teocrati. Il putinismo, il chavismo, il Juche nordcoreano, la Repubblica islamica e il comunismo cinese hanno tutti radici storiche diverse, estetiche diverse. Non c’è nemmeno un unico paese a guidare questo gruppo: a differenza delle alleanze militari o politiche di altri tempi e luoghi, i membri di questo gruppo non operano come un blocco, ma piuttosto come un agglomerato di aziende – chiamiamolo Autocracy Incorporated, o Autocracy Inc. I loro legami non sono cementati da ideali, ma da accordi – accordi pensati per attenuare i boicottaggi economici occidentali o per arricchirsi personalmente. Ecco perché possono operare così facilmente al di là delle linee ideologiche, geografiche e storiche.
  • Una volta i leader dell’Unione sovietica, la più potente autocrazia della seconda metà del Ventesimo secolo, si preoccupavano profondamente di come venivano percepiti nel mondo. Promuovevano vigorosamente la superiorità del loro sistema politico e si opponevano quando veniva criticato, arrivando a battere le scarpe sul tavolo delle Nazioni Unite. Oggi, i membri più brutali dell’Autocracy Inc. non si preoccupano se i loro paesi vengono criticati, o da chi. I leader della Birmania o dello Zimbabwe non si battono per nulla che vada oltre l’arricchimento personale e il desiderio di rimanere al potere, per cui non possono sentirsi in imbarazzo. I leader dell’Iran ignorano fieri le opinioni degli infedeli occidentali. I leader di Cuba e Venezuela respingono le dichiarazioni degli stranieri con la motivazione che sono “imperialisti”. I leader di Cina e Russia hanno trascorso un decennio a contestare il linguaggio dei diritti umani usato a lungo dalle istituzioni internazionali, convincendo con successo molte persone in tutto il mondo che questi concetti “occidentali” non si applichino a loro, o che rappresentino un’altra forma di “democrazia”, diversamente definita.

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