Due cavalieri a Londra
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Due cavalieri a Londra
Titolo originale |
Shanghai Knights |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2003 |
Genere | avventura, commedia |
Regia | David Dobkin |
Sceneggiatura | Alfred Gough, Miles Millar |
Produttore | Gary Barber, Jackie Chan, Roger Birnbaum, Jonathan Glickman |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Due cavalieri a Londra, film statunitense del 2003 con Jackie Chan e Owen Wilson diretto da David Dobkin.
Dialoghi
[modifica]- Arthur Conan Doyle: Signori, credo proprio che dobbiate seguirmi nei miei uffici.
- [Poco dopo Chon e Roy sono in una prigione.]
Roy: Questo non è un ufficio, è una prigione!
Chon: Roy, devi stare calmo.
Roy: Non ci posso credere. Si avvicina qualcuno!
Chon: Me ne occupo io.
Roy: No, me ne occupo io, invece. Gli inglesi non sono fatti come te: non sono espansivi, odiano le pacche sulle spalle. Fammi un favore: metti da parte il kung fu e aspetta che parli io.
[Arthur Conan Doyle entra e gli va incontro.]
Arthur Conan Doyle: Venite! Fatevi abbracciare! [Arthur Conan Doyle li abbraccia e gli dà delle pacche sulle spalle.] Ah, davo la caccia a quella banda di Fleet Street da due anni, poi siete arrivati voi e l'avete sbaragliata in un pomeriggio. Grandioso! [Arthur Conan Doyle prende dalla sua tasca l'orologio di Roy.]
Roy: Oh, ma quello è il mio orologio!
Arthur Conan Doyle: Certo! Ce l'ha riconsegnato un monello di strada.
Roy: Già, spero che lo sgorbio non l'abbia graffiato.
Arthur Conan Doyle: Mi auguro che la vostra fortuna si risollevi.
Roy: Cosa intendete dire?
Arthur Conan Doyle: Be', ho dedotto dall'orologio che ve la siete passata piuttosto male.
Chon: È vero! Come lo sapete?
Arthur Conan Doyle: È una tecnica investigativa che io stesso ho sviluppato. Riesco a dedurre informazioni dettagliate su un individuo attraverso un attento esame dei suoi effetti personali.
Chon: Che altro potete dire?
Arthur Conan Doyle: Il proprietario di questo orologio è un cattivo giocatore d'azzardo e un tiratore scadente. Ha diverse volte ingannato la morte eppure passa la maggior parte del tempo vagando alla ricerca alquanto patetica e direi futile di uno scopo di vita e di rispetto. Oh, sì! Ha anche un debole per le cosiddette "donne perdute".
Chon: Wow! È strabiliante!
Roy: Sono certo che spopolerete alle festicciole di compleanno per bambini ma sapete, con gli adulti il giochetto non funziona. E comunque, per la precisione, Roy O'Bannon non ha un debole per le donne perdute: le donne perdute ce l'hanno per me.
Arthur Conan Doyle: Voi siete Roy O'Bannnon?
Roy: Sì.
Arthur Conan Doyle: Voi sareste il famosissimo eroe del West?
Roy: Vi hanno parlato di me?
Arthur Conan Doyle: Se mi hanno parlato di voi! Ho letto il libro "Roy O'Bannon contro la mummia" almeno cinque volte! È avvincente.
Roy: Ehi! Vi presento Shanghai Kid.
[Roy indica Chon.]
Arthur Conan Doyle: Ah, certo! Il fedelissimo aiutante cinese!
Chon: Non sono il suo aiutante! Quelle storie sono tutte false!
Roy: Ehi! Andiamo, non ti arrabbiare! Io non c'entro con quello che scrive Sage Mc. Callister!
Arthur Conan Doyle: Se posso fare qualcosa, sono al vostro servizio.
Chon: Stiamo cercando mia sorella. Si trova a questo indirizzo. Ci potresti accompagnare?
Arthur Conan Doyle: Accidenti. Credo sia meglio che veniate con me.
[Chon, Roy e Arthur Conan Doyle escono ed Arthur Conan Doyle gli apre la porta di un'altra cella. Lin colpisce Arthur Conan Doyle con un calcio.]
Chon: Lin!
Lin: Wang! Wang!
Arthur Conan Doyle: Se non vi dispiace, io vi aspetto fuori.
Roy: Presentami!
Chon: Lei è Lin, mia sorella piccola.
Lin: [Parla in cinese.] Non sono piccola.
Roy: Roy O'Bannon, piacere! [Parla a Chon.] Non mi hai mai detto che tua sorella era un meraviglioso bocciolo profumato.
Lin: [Parla in cinese.] È l'aiutante americano di cui mi hai scritto?
Chon: [Parla in cinese.] Sì.
Roy: Che cosa ha detto?
Lin: [Parla in cinese.] È molto carino.
Roy: No, no no, non capisco. Non parlate di me in cinese.
Chon: Perché sei in prigione?
Lin: Ho seguito l'assassino di nostro padre.
Chon: E?
Lin: Ho scoperto dove abita. Sono entrata in casa sua e ho provato a ucciderlo.
Chon: Tocca a me vendicare la morte di nostro padre.
Lin: No, tocca a me: glie l'ho promesso prima che morisse.
Chon: Ma io sono il figlio maschio.
Lin: Quando ci hai abbandonati per l'America, disse che non eri più suo figlio.
Chon: Cosa?
Roy: No no no no no, un momento, un momento, un momento. Vieni qui. Senti: l'ispettore è un mio fan, potrei giocarmi la carta della celebrità e la facciamo uscire. OK? Andiamo!
Chon: OK! Sta tranquilla, ti farò uscire.
Roy: Vedrai, andrà tutto bene. Per forza, ti do anche il mio mazzo di carte porta fortuna. Magari non fare caso alle donne nude.
Lin: Wang! Hai aperto la scatola?
Chon: Non ancora. - [Poco dopo Arthur Conan Doyle è nel suo ufficio con Chon e Roy.]
Arthur Conan Doyle: Ha cercato di assassinare Lord Rathbone mentre prendeva il suo té del pomeriggio. Lord Rathbone è decimo nella linea di successione al trono, cugino preferito di Sua Maestà, ed è anche la migliore spada d'Inghilterra. Per la stampa è stata un'occasione d'oro. La storia ha rubato a Jack lo squartatore le prime pagine.
Roy: Arthur, Lin non è un'assassina: è soltanto una ragazza cinese giovane, confusa e sexy, molto sexy. Se io fossi disposto a firmare qualche autografo, a parlare con qualcuno dei miei fan qui in Inghilterra, a fare qualche serata di beneficenza, potremmo tirarla fuori?
Arthur Conan Doyle: Temo che sia fuori discussione.
Chon: Che succederà a mia sorella?
Arthur Conan Doyle: Subirà un processo e probabilmente verrà rinchiusa in un manicomio criminale. I giornali l'hanno soprannominata "Lunatica Lin"! L'ho trovato divertente... all'inizio...
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