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Ernst Theodor Amadeus Hoffmann

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E. T. A. Hoffmann

Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1776 – 1822), scrittore tedesco.

Citazioni di E. T. A. Hoffmann[modifica]

  • Chi può dire, o anche soltanto sospettare, fino a qual punto giungano le facoltà intellettuali delle bestie?... Quando qualche aspetto – (per non dire tutti gli aspetti) – della natura sfugge alla nostra comprensione, eccoci pronti a sfoderare parole difficili e a farci belli con la nostra miserabile erudizione scolastica, che non ci aiuta a vedere una spanna al di là del naso. Così, ad esempio, l'intelligenza degli animali, di cui spesso abbiamo dimostrazioni impressionanti.[1]
  • È negli abissi del regno degli spiriti che Mozart ci conduce. Il timore ci avvolge; ma, senza tortura, è come un presentimento dell'infinito. Amore e mestizia risuonano in voci leggiadre, la forza del regno degli spiriti si rivela in un un bagliore purpureo, e in uno struggimento indicibile inseguiamo le forme che volteggiando tra le nuvole nell'eterna danza delle sfere, ci fanno cenno amichevolmente di unirci alle loro fila.[2]
  • Prende i loro occhi, li mette in un sacco e li porta sulla luna in pasto ai suoi figlioletti.[3]

Lo Schiaccianoci e il re dei sorci[modifica]

Incipit[modifica]

La sera del 24 dicembre i figli del dottor Stahlbaum non dovevano entrare in sala e tanto meno nell'adiacente salotto buono. Fritz e Maria s'erano accoccolati in un angolo della stanzetta di fronte. Annottava e i bimbi avevano paura perché, come accadeva sempre alla vigilia di Natale, non era venuto nessuno a portare il lume. In gran segreto, bisbigliando, Fritz raccontò alla sorellina di sette anni che fin dalle prime ore del mattino aveva sentito dei rumori provenienti dalle stanze chiuse a chiave: sembrava di udire un fruscìo e un picchettìo sommesso. Un omino vestito di scuro, con una gran cassa sotto il braccio, era sgattaiolato poc'anzi nel corridoio.

Citazioni[modifica]

  • Il pendolo doveva ronzare — battere — non voleva adattarsi! Orologi — orologi — i pendoli perpendicolari degli orologi — debbono ronzare — ronzare piano! Le campane suonano forte — din-don! Tic-tac! Bambolina, non essere triste! Le campanelle suonano — l'ora batte. È ora di cacciar via il re dei sorci — arriva il gufo con rapido volo! Pac e pic e pic e puc. — Le campane fanno din din — battono — non voleva adattarsi: ron, ron e pirr e purr! [filastrocca] (Drosselmeier; § 6, p. 115)
  • Oh, mia bella, mia bella città natia, Norimberga, bella città; chi non ti ha veduto, non ha ancor sentito il cuore palpitare di gioia..., anche se ha viaggiato molto, se è stato a Londra, a Parigi o a Pietroburgo, egli desidererà pur sempre di vedere te... te, oh Norimberga, bella città, che ha belle case con delle finestre... (Drosselmeier; § 9, pp. 126-127)
  • Oh, Cracatuc — dura noce per cui io debbo morire! Ih! Ih! Pì! Pì! Il piccolo Schiaccianoci morrà anche egli presto. Mio piccolo Schiaccianoci, il mio figlioletto dalle sette corone ti ripagherà il male fattomi e vendicherà la madre. Oh, vita fresca e forte, io mi diparto da te — oh, angoscia della dipartita! Quac! [ultime parole] (signora Sorcini; § 9, p. 131)
  • [...] sembrava di sentir cantare due armoniose vocine d'argento. «Chi nuota sul lago di rose? — La fata. Zanzaretta bim! bim! — Pesciolino sim! sim! — Cigni cin! cin! — Uccello dalle piume d'oro, trallalà — Fiumi dalle acque mosse, muovetevi — suonate, cantate, soffiate, guardate. La fatina, la fatina avanza su un cocchio! Ondine, giocate, sciacquate, sprizzate zampilli di perle, di gemme color del cobalto, spruzzate in alto, in alto!» (§ 13, p. 147)
  • I moretti battevano i piedi in un ritmo molto strano e cantavano: «Clapp e clipp e clipp e clapp, su e giù! — Il girotondo dei mori non si ferma più! Muovetevi, pesci, muovetevi, cigni. — Scricchiola, carro di conchiglie, scricchiola, clap e clip e clip e clap, su e giù!» (§ 13, p. 147)

Explicit[modifica]

E così Maria divenne senz'indugio la fidanzata di Drosselmeier. Dicono che, trascorso un anno, egli sia venuto a prenderla su un cocchio dorato trainato da cavalli d'argento. Alle sue nozze ci fu un ballo cui parteciparono ventiduemila splendidi personaggi ornati di perle e diamanti. Dicono anche che Maria sia divenuta regina di un paese in cui si vedono dappertutto boschi di pini scintillanti, trasparenti castelli di marzapane, insomma, le cose più belle e più straordinarie: basta aver occhi per vederle.
Questa è la storia dello Schiaccianoci e del re dei sorci.

Incipit di alcune opere[modifica]

La principessa Brambilla[modifica]

Stava scendendo la sera e le campane dei vicini conventi suonavano l'Avemaria, quando la giovane e bella Giacinta Soardi...
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Mastro Pulce[modifica]

C'era una volta... Quale autore può ancora azzardarsi oggi di cominciare così la sua novelletta? — Che vecchiume! Che roba noiosa! — esclama il benevolo o piuttosto malevolo lettore, che, secondo il saggio avviso dell'antico poeta latino, vuole essere introdotto subito medias in res. Egli ha l'impressione che gli venga in casa un prolisso chiacchierone, il quale nemmeno è entrato, e già si mette a sedere comodamente e si raschia la gola, in procinto di attaccare un interminabile sproloquio. Ciò gli fa richiudere, seccato, il libro che aveva appena aperto. Ma l'editore della meravigliosa storia di mastro Pulce è invece convinto che quel modo lì di cominciare vada benissimo e sia anzi il migliore, motivo per cui i più eccellenti narratori di fiabe, che restano pur sempre le balie, le vecchie e simili, se ne sono serviti da che mondo è mondo.

Vampirismus[modifica]

«Non c'è dubbio», cominciò Eucario. «La storia offre sempre qualcosa di reale, che lo spirito, che brancola nel vuoto, senza nessun punto fisso, tenta invano di raggiungere. Lo stesso si può dire di quel particolare colore di vita, per altra via difficilmente raggiungibile, che è conferito alla poesia da un abile sfruttamento di usi e costumi realmente storici e di abitudini d'un qual­siasi popolo. Ho detto espressamente "un abile sfruttamento", perché, in realtà, non è cosa facile, come qualcuno potrebbe pensare, l'interpretazione della realtà trasferita in poesia, i cui svolgimenti appartengono totalmente alla fantasia.

Citazioni su E. T. A. Hoffmann[modifica]

  • Hoffmann è il maestro senza rivali del perturbante nella letteratura. Il suo romanzo Gli elisir del Diavolo contiene una gran mole di temi che si è tentati di riferire all'effetto perturbante nella narrativa, ma si tratta di un racconto troppo complesso e oscuro perché ci sentiamo di darne un riassunto. (Sigmund Freud)

Enrico Nencioni[modifica]

  • Carlo Hillebrand e Vernon Lee hanno fatto una identica e giustissima osservazione sul carattere dei vari romanzi e novelle di Hoffmann: cioè che egli, autore di racconti fantastici è il solo novelliere tedesco che abbia vivo e preciso il senso della realtà. Infatti, certi suoi personaggi, come l'archivista Lindhorst, lo studente Anselmo, Krespel, son veri ed umani quanto un personaggio di Balzac. Dirò di più: l'influenza di Hoffmann è evidentissima in molte pagine della Comédie humaine. E forse appunto a motivo del suo realismo, Hoffmann è una simpatia e una ammirazione per i Francesi, ed è poco pregiato in Germania.
  • Hoffmann cercò nell'Arte non solo la fonte e l'espressione della Bellezza, ma anche la sorgente di ogni gioia e di ogni conforto; sentì forse con più intensità di tutti la poesia dell'arte: e visse solo di quella e per quella. Come per Balzac, i personaggi immaginari eran per Hoffmann le più intime conoscenze e le vere realtà della vita.
  • Hoffmann [...] è una natura puramente artistica: è un poeta, un musicista, un caricaturista, un attento osservatore della natura e dell'umanità nelle loro espressioni più curiose, più originali e più strane.

Note[modifica]

  1. Da Punti di vista e considerazioni del gatto Murr; citato in Alessandro Paronuzzi (a cura di), 101 gatti d'autore, Franco Muzzio Editore, Padova, 1997, p. 98. ISBN 88-7021-844-9
  2. Da Beethoven: 5 Sinfonie; citato in Biancamaria Brumana, Mozart nel mondo delle lettere, Morlacchi Editore, Perugia, 2009, p. 33. ISBN 8860742781
  3. Da L'uomo della sabbia, o Mago sabbiolino. Citato in AA.VV., Il libro della letteratura, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2019, p. 111. ISBN 9788858024416

Bibliografia[modifica]

  • Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Lo Schiaccianoci e il re dei sorci, in Mastro Martino bottaio — Lo schiaccianoci, traduzione di Marco Zapparoli e Clara Valiani, Edizioni Paoline, 1988. ISBN 9788821514470
  • Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Mastro Pulce, traduzione di Giorgio Vigolo, Einaudi, 1991.
  • Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Vampirismus, traduzione di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, in Storie di vampiri, a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton & Compton 1994. ISBN 8879834177

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]