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Ultime parole dai libri

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Raccolta delle ultime parole pronunciate in punto di morte da personaggi immaginari, tratte dai libri.

Ultime parole dai libri

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  • Adunque | morrò senza vendetta? Eh, che si muoia, | comunque sia. Cosí, cosí mi giova | girne tra l'ombre inferne: e poi ch'il crudo, | mentre meco era, il mio foco non vide, | veggalo di lontano; e 'l tristo augurio | de la mia morte almen seco ne porte. (Didone)
Personaggio dell'Eneide (29 – 19 a.C.) di Publio Virgilio Marone. Didone, regina di Cartagine, prima di darsi la morte, maledice Enea per averla abbandonata.
  • Aprirò spazi dove milioni di uomini | vivranno non sicuri, ma liberi e attivi. | Verdi, fertili i campi; uomini e greggi | subito a loro agio sulla terra nuovissima, | al riparo dell'argine possente | innalzato da un popolo ardito e laborioso. | Qui all'interno un paradiso in terra, | laggiù infurino pure i flutti fino all'orlo; | se fanno breccia a irrompere violenti, | corre a chiuderla un impeto comune. | Sì, mi sono votato a questa idea, | la conclusione della saggezza è questa: merita libertà e la vita solo | chi ogni giorno le deve conquistare. | Così vivranno, avvolti dal pericolo, | magnanimi il fanciullo, l'uomo e il vecchio. | Vorrei vedere un simile fervore, | stare su suolo libero con un libero popolo. | All'attimo direi: Sei così bello, fermati! | Gli evi non potranno cancellare la traccia dei miei giorni terreni. – | Presentendo una gioia così alta | io godo adesso l'attimo supremo. (Faust)
Protagonista del Faust (1808) di Johann Wolfgang von Goethe. Faust, ormai vecchio, si apre finalmente a una visione ottimista dell'umanità, immaginando di essere in quel momento del futuro e di volerlo fermare per sempre.
  • Ben lo previdi che pregato indarno | t'avrei [...] | Hai cor di ferro, e lo sapea. Ma bada | che di qualche celeste ira cagione | io non ti sia quel dì che Febo Apollo | e Paride, malgrado il tuo valore, | t'ancideranno su le porte Scee. (Ettore)
Protagonista dell'Iliade (IX secolo a.C.) di Omero. Ferito a morte, Ettore predice ad Achille la morte.
  • Che Dio mi aiuti. Ma lo so che non mi aiuterai. Perché dovresti? (Dennis John "Denny" Malone)
Protagonista di Corruzione di Don Winslow. Ormai consapevole di essere finito, il corrotto detective Denny Malone diffonde le prove della corruzione del dipartimento e si reca armato fino ai denti nel covo di Carlos Castillo, sua nemesi che prova odio per lui da quando ha ucciso suo cugino Diego Pina. Una volta nel covo Malone riesce a massacrare tutti gli sgherri del narcotrafficante, compresa una squadra di altri poliziotti corrotti suoi rivali, ma viene gravemente ferito da Castillo. Dopo un agguerrita colluttazione tuttavia il poliziotto riesce ad uccidere il narcotrafficante: ormai moribondo, Malone si trascina all'esterno e, sentendo il suono famigliare delle sirene della polizia, spira ripensando a tutti i suoi cari e chiedendo invano aiuto a Dio.
  • Come un cane! (Josef K.)
Protagonista de Il processo (1925) di Franz Kafka. Condannato a morte, Josef K. viene condotto in una cava fuori città da due uomini e giustiziato con un coltello da macellaio.
  • È nera la freccia? (Sir Daniel Brackley)
Antagonista de La freccia nera (1883) di Robert Louis Stevenson. Ormai sconfitto, Sir Daniel Brackley cerca di scappare incappucciato, ma viene colpito mortalmente da una freccia nera lanciata da Ellis Duckworth e spira tra le braccia di Dick Shelton.
  • In un eccesso di follia ho creato un essere razionale ed ero in obbligo nei suoi confronti di assicurargli, secondo le mie possibilità, benessere e felicità. Questo il mio dovere. Ma ce n'era un altro superiore a questo, gli obblighi verso i miei simili. Sulla spinta di questa consapevolezza mi rifiutai di forgiare una compagna al primo essere creato perché questo ha dimostrato una perfidia senza pari; ha sterminato la mia famiglia dedicandosi alla distruzione di creature che possedevano encomiabili virtù. Non so dove e quando avrà fine la sua sete di sangue. Anch'egli è un povero infelice che deve morire per non procurare infelicità ad altri. Il compito della sua distruzione spettava a me, ma ho fallito. Spinto da egoismo, vi chiesi di farvi carico di questa missione incompiuta; indotto dalla ragione e dalla virtù, rinnovo ora la mia richiesta. Non posso chiedervi di sacrificare a questo scopo la vostra esistenza. Ma lascio a voi riflettere e soppesare quelle che ritenete le vostre responsabilità. La mia capacità di giudizio e le mie idee sono ottenebrate dall'insorgere della morte. Non oso chiedervi di adempiere a ciò che ritengo giusto, perché potrei ancora essere tratto in inganno dalla passione. Addio Walton! Mi turba il pensiero che lui possa danneggiare altri. Io non sono riuscito a fermarlo, ma un altro forse, dove io ho fallito, potrà avere successo. (Dr Vicor Frankenstein)
Personaggio di Frankenstein o il moderno Prometeo (1818) di Mary Shelley. Stremato dal suo inseguimento della sua creazione, Victor Frankenstein pronuncia le sue ultime parole all'esploratore Robert Walton, pregandolo di compiere la sua vendetta.
  • L'orso... di' loro che l'orso... (Bel-ka-Trazet)
Personaggio de La valle dell'orso (1974) di Richard Adams. Ex-Gran Barone di Ortelga fuggito nella lontana e sporca città di Zerai, dove dopo diversi mesi si ammala. Sul letto di morte cerca di mettere in guardia le sue persone fidate dal pericolo dell'orso, senza riuscire a concludere l'ammonimento.
  • Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre? Senza madre non si può amare. Senza madre non si può morire. (Boccadoro)
Boccadoro, uno dei due personaggi principali, insieme a Narciso, del romanzo Narciso e Boccadoro (1930) di Hermann Hesse. Sul letto, ormai morente, Boccadoro, carattere vagabondo e sensuale, quasi rimproverandolo, lascia capire all'amico Narciso, spirito contemplativo e ascetico, che nella vita non si può negare la via dell'amore.
  • Ma io moro incontaminato, e padrone di me stesso, e pieno di te, e certo del tuo pianto! Perdonami, Teresa, se mai – ah consolati, e vivi per la felicità de' nostri miseri genitori; la tua morte farebbe maledire le mie ceneri. Che se taluno ardisse incolparti del mio infelice destino, confondilo con questo mio giuramento solenne ch'io pronunzio gittandomi nella notte della morte: Teresa è innocente. – Ora tu accogli l'anima mia. (Jacopo Ortis)
Jacopo Ortis, personaggio principale de Le ultime lettere di Jacopo Ortis (1801) di Ugo Foscolo. Prima di pugnalarsi a morte, Jacopo lascia scritte queste parole all'amata Teresa.
  • Ma presto morirò e non sentirò più quello che sento adesso. Presto queste brucianti miserie si estingueranno. Salirò trionfante sul mio rogo funebre, ed esulterò nell'agonia delle fiamme divoratrici. La luce di questa conflagrazione svanirà; il vento disperderà le mie ceneri nel mare. Il mio spirito riposerà in pace; o, se penserà, non penserà certo in questo modo. Addio. (mostro di Frankenstein)
Il "demone" creato dal dottor Frankenstein, personaggio di Frankenstein, o il moderno Prometeo (1816-1817) di Mary Shelley. Prima di lasciarsi andare alla deriva sul ghiaccio nei mari del Nord, il "demone" conclude così il suo discorso a Walton, amico del dottore.
  • Mi spiace [...] L'ultimo... il fine ultimo di questa stupida vita... Che confusione...!
Montgomery, personaggio de L'isola del dottor Moreau (1896) di H. G. Wells. Assistente del dottor Moreau, dopo una notte folla con le bestie dell'isola, viene ritrovato morente da Edward Prendick e muore tra le sue braccia.
  • Mue otu e aga. (Re John)
Personaggio del romanzo La regina disadorna di Maurizio Maggiani. Re John, sovrano dell'isola di Moku Iti, si schianta con la motocicletta contro la palizzata della basilica, finendo infilzato da una trave. Spirando, sussurra le sue ultime parole in lingua locale, che significano "non ho un cattivo cuore".
  • Oh, Cracatuc — dura noce per cui io debbo morire! Ih! Ih! Pì! Pì! Il piccolo Schiaccianoci morrà anche egli presto. Mio piccolo Schiaccianoci, il mio figlioletto dalle sette corone ti ripagherà il male fattomi e vendicherà la madre. Oh, vita fresca e forte, io mi diparto da te — oh, angoscia della dipartita! Quac! (Signora Sorcini)
Personaggio de Lo Schiaccianoci e il re dei sorci di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. La signora Sorcini, uscita da un buco del pavimento, viene schiacciata per sbaglio da Drosselmeier con il piede. Dopo qualche spasimo, la topolina muore e viene portata via dal fuochista di corte.
  • Or puoi | menar gran vampo, Ettorre, or che ti diero | di mia morte la palma Apollo e Giove. | Essi, non tu, m'han domo; essi m'han tratto | l'armi di dosso. Se pur venti a fronte | tuoi pari in campo mi venían, qui tutti | questo braccio gli avría prostrati e spenti. | Ma me per rio destin qui Febo uccide | fra gl'Immortali, e tra' mortali Euforbo, | tu terzo mi dispogli. Or io vo' dirti | cosa che in mente collocar ben devi: | breve corso a te pur resta di vita: | già t'incalza la Parca, e tu cadrai | sotto la destra dell'invitto Achille. (Patroclo)
Personaggio dell'Iliade (IX secolo a.C.) di Omero. Ferito a morte, Patroclo predice ad Ettore la morte per mano di Achille.
  • Pensate a voi, io sono morto. (Colin Ray Campbell di Glenure)
Personaggio di Rapito (1886) di Robert Louis Stevenson. Glenure, soprannominato la Volpe Rossa, mentre sta parlando con Daniel Balfour sulla strada per Aucharn, viene colpito di sorpresa da un colpo di fucile sparato dall'alto di una collina, e spira così tra le braccia dei suoi amici.
  • Signore, perdonami tutto! (Anna Karenina)
Protagonista dell'omonimo romanzo (1877) di Lev Tolstoj, Anna Karenina rivolge questa preghiera a Dio prima di uccidersi.
  • Prego vivamente i nominati signori esecutori testamentari che se la buona sorte li portasse a conoscere l'autore che si dice abbia composto una storia, la quale va attorno col titolo di Seconda parte delle prodezze di don Chisciotte della Mancia, gli chiedano da mia parte, il più fervidamente ch'esser possa, che perdoni se io, senza pur pensarlo, gli ho dato occasione di scrivere tante e tante scempiaggini quante in essa ne ha scritte, poiché parto da questa vita con lo scrupolo di avergli dato motivo a scriverle. (Don Chisciotte)
Protagonista de Don Chisciotte della Mancia (1605-1615) di Miguel de Cervantes. Sul letto di morte, così l'hidalgo termina di dettare il proprio testamento.
  • Ti risparmio la fatica del conto. Sono settanta chili. Eroina nera messicana, "Dark Horse". Valore al dettaglio cinquanta milioni. I contanti che vedi sono poco più di quattro milioni di dollari. Prendi i soldi e la droga e lasciami andare. Salgo su un aereo per la repubblica Dominicana e non mi vedi più. (Diego Peña)
Personaggio di Corruzione di Don Winslow. A seguito del massacro di una famiglia di spacciatori,massacrata dalle gang dominicane, i poliziotti dell'unità speciale di Mannhattan Denny Malone, "Monty" Montague, Phil Russo e Billy O irrompono nel covo dei criminali: nonostante Billy si ferisca accidentalmente, l'operazione ha successo e i quattro si trovano faccia a faccia con Diego Peña, boss locale dei dominicani circondato dalla droga prodotta. Non volendo finire in prigione, il criminale prova a corrompere i poliziotti offrendogli tutti i suoi soldi e la droga di rivendere. Non dandogli una risposta specifica, Malone gli intima di estrarre lentamente la sua pistola: Peña obbedisce, ma viene immediatamente ucciso dal poliziotto con due colpi di pistola al cuore, in modo da poterlo derubare insabbiando la sua morte.
  • Va così male, secondo te? No, non va poi così male. (vagabondo)
Personaggio di Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut.
  • Verso di te rotolo, verso di te, balena che tutto distruggi senza riportar vittoria; fino all'ultimo mi azzuffo con te, dal cuore dell'inferno ti trafiggo; in nome dell'odio ti sputo addosso l'estremo respiro. Affonda tutte le bare e tutti i catafalchi in un vortice solo! e poiché né questi né quelle possono essere per me, ch'io ti trascini sbranata mentre continuo a darti la caccia, benché sia legato a te, dannata balena! Così, lascio andare la lancia! (Achab)
Protagonista di Moby Dick (1851) di Herman Melville. Così il capitano Achab urla a Moby Dick prima di ramponarla ancora, ma per l'ultima volta: il cavo gli si attorciglia alla gola e la balena lo trascina con sé nelle profondità del mare.
  • Voglio esser sepolto con questi abiti, Carlotta, tu li hai toccati e consacrati: anche di questo ho pregato tuo padre. La mia anima si librerà sulla mia tomba. Non mi si devono frugare le tasche. Il nastro rosa pallido che avevi in petto quando ti vidi per la prima volta fra i tuoi bambini... oh, baciameli tanto, e racconta loro la storia dell'infelice amico. Cari! essi si affollano intorno a me. Ah, come mi legai a te, fin da quel primo istante non potevo più lasciarti! Quel nastro deve essere sepolto con me: tu me lo regalasti il giorno del mio compleanno, e come mi fu caro! Ah non immaginavo dove mi avrebbe condotto la via che seguivo! Sii calma, ti prego, sii calma!
    Sono cariche. Battono le dodici! Il mio destino si compia! Carlotta, Carlotta, addio! addio! (Werther)
Protagonista de I dolori del giovane Werther (1774) di Johann Wolfgang von Goethe. Sono le parole che Werther scrive a Carlotta prima di suicidarsi con un colpo di pistola alla tempia.
  • Le dieci! Ci restano sei ore. Ma ce la faremo! (Billy Bones)
Mentre passeggia al di fuori della locanda di famiglia il giovane Jim Hawkins si imbatte in un uomo cieco, il vecchio Pew: questi, utilizzando un atteggiamento crudele ed aggressivo, chiede di poter vedere Billy Bones, un misterioso bucaniere che da tempo alloggia nella locanda. Completamente sconvolto, Bones riceve dal cieco la Macchia Nera, simbolo di morte della pirateria, per poi andarsene: consapevole di una futura incursione del cieco e dei suoi scagnozzi, Bones esorta Jim a prepararsi, ma improvvisamente viene colto da un mortale colpo apoplettico, causato dallo stress e dalla sua dipendenza del rum.
  • Johnny, Cane Nero, Dirk! Non vorrete lasciare qui il vecchio Pew, vero? Amici, non potete lasciare il vecchio Pew! (Pew)
Raggiunto il villaggio con sua madre, Jim chiede di andare a chiamare il dottor Livesly, fidato amico di famiglia, per poi tornare alla locanda: mentre la madre recupera il denaro che Bones doveva per il conto il ragazzo esamina la sua cassa, trovando una misteriosa mappa. In quella tuttavia i due sentono arrivare Pew e i suoi accoliti: mentre Jim e la madre fuggono e cercano riparo in un fosso i criminali devastano la locanda alla ricerca della mappa, in realtà l'indicazione per il tesoro del leggendario capitano Flint. In quella tuttavia sopraggiungono alcuni armigeri inviati dal dottore in avanscoperta: abbandonato dai compagni, il bieco Pew tenta una maldestra fuga venendo travolto dal cavallo del comandante dei soldati.
  • Alan! Che la sua anima riposi, poiché era un autentico marinaio! John Silver, tu fosti a lungo mio compagno, ma ora non lo sei più. Se io muoio come un cane, morirò compiendo il mio dovere. Tu hai fatto uccidere Alan, non è vero? Ebbene, ammazza anche me, se ti dà animo. Io ti sfido. (Tom)
Scoperto che il grosso dei marinai che li accompagna, guidati dal cuoco Long John Silver, sono in realtà dei pirati, Jim avvisa il dottor Levasley e il cavaliere Trellawney, finanziatore dell'impresa: per calmare le acque e riorganizzarsi il capitano Smollet ordina agli uomini di sbarcare, ma Jim scende a sua volta per esplorare l'isola. Rimasto isolato, il ragazzo trova Silver con uno dei marinai, Tom: questi è un uomo onesto ed è riluttante a partecipare all'ammutinamento organizzato dai pirati. Sentendo improvvisamente un grido, il marinaio scopre dal cuoco che Alan, un altro dei marinai onesti con cui aveva stretto amicizia, è stato ucciso: consapevole di trovarsi con dei farabutti, il coraggioso Tom sceglie di ribellarsi dando le spalle a Silver. Furibondo, il feroce pirata colpisce alla schiena il povero marinaio con la propria stampella: con la schiena ormai spezzata Tom non può più nulla e viene ripetutamente pugnalato da Silver, sotto gli occhi sconvolti di Jim.
  • È l'usanza, signore. (Thomas "Tom" Redruth)
Mentre Jim esplora l'isola, il dottore, il capitano, il cavaliere e i suoi tre servitori decidono di passare all'azione: reclutato il marinaio onesto Abraham Grey, essi lasciano la nave e si dirigono verso un vecchio fortino costruito da Flint. Scampando alle cannonate della nave, il gruppo arriva nelle vicinanze del fortino: alcuni pirati, capitanati dal nostromo Jon Anderson, allora cercano di attaccarli, venendo però messi in fuga con pochi colpi. Durante la ritirata tuttavia uno dei pirati riesce a colpire il vecchio guardacaccia Tom Redruth, l'uomo più fedele del cavaliere: portato al rifugio, egli chiede scusa ai compagni per averli potuto aiutare poco e, dopo aver chiesto una preghiera, spira tra le braccia del suo commosso padrone.
  • No, signore. Temo di no. (Richard Joyce)
Raggiunto da un ambasceria di Silver, Smollett rifiuta la resa proposta dai pirati: subito dopo egli dispone le difese del fortino, consapevole che presto subiranno un attacco. Poco dopo il servitore Richard Joyce spara ad un pirata, scatenando subito una reazione: pur non avendo centrato il proprio uomo l'azione del servitore si rivela utile, dato che il gruppo è in grado di stabilire dove verrà tenuto l'attacco principale in base agli spari. Pochi istanti dopo, gli ammutinati iniziano tuttavia un feroce attacco, dove lo stesso Joyce viene centrato alla testa da un proiettile.
  • Addosso, tutti quanti! (Job Anderson)
Guidati da Job Anderson, gli ammutinati riescono presto ad accedere al fortino: nel conflitto che ne segue il servitore Hunter viene ucciso mentre Smollett è ferito gravemente. Su sollecitazione del capitano, gli uomini escono dal fortino per combattere nel corpo a corpo: preso un coltello, Jim si ritrova tuttavia con il feroce Job Anderson alle calcagna. Il nostromo prova ad ucciderlo con un fendente, ma Jim scansa il colpo rotolando giù dalla collinetta del forte: prima di poter fare un altro attacco Anderson viene pugnalato da Grey, giunto in tempo per salvare Jim.
  • Jim, mi sembra che ci troviamo nei pasticci, io e te, e dovremo venire a patti. Ti avrei preso, se non fosse stato per quello sbandamento, ma d'altra parte io non ho fortuna. Quindi dovrò fare un patto con te, anche se è un duro colpo per un nostromo doverlo fare con un pivellino come te, Jim. (Israel Hands)
Fuggito dal forte, Jim riesce a risalire sulla nave, lasciata alla deriva in mare: qui egli trova il ferito timoniere Israel Hands, braccio destro di Silver, e il cadavere del marinaio O'Brien, resti di una rissa tra i due ubriachi. Apparentemente arrendevole, Hands aiuta Jim a sistemare nuovamente la barca: il ragazzo tuttavia si accorge presto delle sue cattive intenzioni e schiva in tempo un colpo mortale. Jim prova a sparargli con le sue pistole, ma la polvere da sparo è bagnata, e nasce così una colluttazione al termine della quale Jim riesce a risalire in cima all'albero maestro, ricaricando l'arma in tempo. Bloccato sulle sartie, Hands tenta di impietosire il ragazzo, che per tutta risposta lo deride: il pirata approfitta però della sua distrazione e gli lancia contro il proprio pugnale, scatenando la reazione di Jim che istintivamente lo crivella di colpi facendolo finire in mare.
  • Ragazzi, sono soltanto due, quelli lì. Uno è il vecchio storpio che ci ha portato qui ingannandoci fino a questo punto. L'altro è il bamboccio a cui voglio strappare il cuore. Ora, ragazzi... (George Merry)
Catturato dai pirati, a cui il dottore e gli altri hanno ceduto il fortino e la mappa, Jim scopre che vi sono delle tensioni tra Silver e gli altri ammutinati, capitanati dal bieco George Merry: dopo una visita del dottore, che rincuora Jim e Silver, il gruppo parte verso il nascondiglio del tesoro. Dopo vari avvenimenti, tra cui un urlo misterioso e la scoperta di un cadavere che indica la via, il gruppo raggiunge la locazione del tesoro: qui però non trovano altro che una buca vuota e già scavata, da cui il tesoro è già stato rimosso. Comprendendo la difficile situazione, Silver dona a Jim un arma e si porta dall'altro lato della fossa con lui, perché gli altri cinque ammutinati guidati da Merry, furibondi per essere stati ingannati, decidono infatti di ucciderli. Ma prima che Merry possa dare l'ordine, il gruppo viene attaccato da Livesley, da Grey e dal naufrago Ben Gunn, che feriscono il leader, uccidono un ammutinato e mettono in fuga gli altri: caduto nella fossa, Merry prova a rialzarsi ma Silver lo finisce con due colpi di pistola, vendicandosi così per l'ammutinamento nei suoi confronti.
  • Volano? (Georgie Denbrough)
Attirato con dei palloncini dal clown Pennywise, il piccolo Georgie viene brutalmente smembrato e mutilato dal mostro.
  • Ora volete lasciarci... (Adrian "Ade" Mellon)
Spinto nel fiume di Derry da alcuni teppisti omofobi, l'omosessuale Adrian Mellon viene mangiato vivo da Pennywise.
  • Nessuno. Nessuno, in pratica. Penso che farò un bagno. (Stan Uris)
Ricordandosi di IT dopo la telefonata di Mike Hanlon, Stan si congeda dalla moglie e si fa un bagno tagliandosi le vene e scrivendo il nome dell'entità col sangue prima di morire.
  • Ieri sera ho visto Eddie: era morto. (Richard Maklin)
Distrutto dai rimorsi, Richard Maklin si impicca negli anni sessanta nel suo appartamento, lasciando una nota in cui rivela di aver rivisto il figliastro defunto Eddie (presumibilmente IT trasformato).
  • Tu...Non...Sei...Reale... (Eddie Corcoran)
Inseguito da IT sotto forma di Mostro della Laguna Nera, il piccolo Eddie Corcoran viene decapitato a mani nude dall'entità mentre cerca disperatamente di negare a sé stesso quello che vede.
  • Ho sentito. Ma ti è piaciuto! Ti è venuto duro! Non ne ho mai visto uno così duro! (Patrick Hockstetter)
Dopo un approccio sessuale ad Henry Bowers, lo psicotico Patrick Hockstetter teme che questi possa rivelare l'esistenza di un frigorifero in cui Patrick nasconde i cadaveri di alcuni animali. Aperto il frigorifero, Patrick viene immediatamente attaccato da IT sotto forma di sanguisughe volanti, e dopo essere svenuto si risveglia nelle fogne in cui viene mangiato da IT.
  • Frankenstein! Frank... (Victor "Vic" Criss)
Intenti ad inseguire i Perdenti nelle fogne, i membri della banda di Henry Bowers vengono attaccati da IT, che sotto forma di Mostro di Frankenstein decapita brutalmente Victor Criss.
  • Finocchietto, ti insegno io a tirar sassi. (Henry Bowers)
Nel suo tentativo di uccidere Eddie Kaspbrak, il folle Henry Bowers viene pugnalato con una bottiglia rotta.
  • Non chiamarmi Eds. Lo sai che... Che... (Eddie Kaspbrak)
Ferito a morte da IT nella sua forma finale, Eddie muore tra le braccia dell'amico Richie Tozer chiedendogli di non prenderlo in giro come suo solito.
  • Ehi, ehi, mia bella ragazzotta! Ma che cosa ti sei messa in testa! Smettiamola con queste fandonie se non vuoi che ti alzi la sottoveste... (Aloysius Nell)
A causa della sconfitta di IT e della conseguente distruzione di Derry, l'ex poliziotto Aloysius Nell muore di infarto dopo un ultimo delirio.
  • NONONONONONONO! (IT)
Dopo averlo sconfitto con il Rito di Chud, Bill insieme a Richie strappa il cuore a IT, il quale muore agonizzando in preda al panico.
  • Dud, sei venuto preparato... (Turner "Buzz" Meeks)
Stanato dagli uomini di Mickey Cohen nel motel in cui si era nascosto, il fuggitivo ex poliziotto Buzz Meeks viene assassinato da poliziotto corrotto Dudley Smith dopo una furiosa sparatoria.
  • Nossignore, v... va t... tutto bene! (Sylvester Fitch)
Vedendo il poliziotto Bud White nel suo appartamento, il pregiudicato Sylvester Fitch si arrende alzando le mani all'istante, ma Bud lo giustizia con un colpo alla testa per lo stupro e la prigionia della giovane Inez Sito.
  • Mi... Mi assumo la piena responsabilità per questo incidente. Sono stato io a ordinare che i tre sospetti fossero trasferiti in una sezione a minima sicurezza. Fa... Si farà ogni sforzo per ricatturare gli evasi con la dovuta sollecitudine... Io... (Capitano Russell "Russ" Millard)
Sconvolto per aver permesso la fuga dei tre sospettati del massacro "Nite Owl", il capitano Russell Millard muore di infarto nel suo ufficio dopo aver dato la notizia ad Ed Exley.
  • Il gatto ti ha mangiato quella dannata lingua, sorellina? ("Sugar" Ray Coats)
Rintracciati i tre sospettati del Note Owl presso un loro amico, Ed Exley li tiene sotto tiro con un fucile a pompa: il loro leader Sugar Ray Coats si mette a provocarlo sfrontatamente facendo riferimento ad un loro precedente altereco, ma per tutta risposta Exley massacra lui e i suoi compagni senza la minima esitazione, come vendetta per lo stupro ad Inez Soto.
  • Socio, mi spiace per tutte le puttanate che ho fatto. Mi spiace soprattutto per quelli che quando facevo il poliziotto ho trattato male solo perché mi erano finiti tra i piedi quando ero incazzato, e per quei ragazzi del Natale, e per l'uomo del negozio di fiori e suo figlio. È troppo tardi per rimediare. Così tutto quello che posso fare è dire che mi dispiace, anche se non vuol dire niente. Cercherò di accettare la punizione da uomo. Continuo a pensare che al mio posto potresti esserci tu, che è stata tutta fortuna e so che forse l'hai pensato anche tu. I tipi come te e come me dovrebbero stare più attenti a quello che fanno. Io me la sono vita e pace, ma Exley ha continuato a menarla, anche quando non ce n'era bisogno, e se posso chiederti un'ultima cosa è di dargli quello che si merita ma di stare attento a non fare qualche cazzata come avrei fatto io. Usa il cervello e i soldi che sai dove trovare e dagli un bel calcio in culo, di quelli buoni, da parte del sergente Dick Stens. Buona fortuna, socio. Non riesco a credere che quando leggerai questo io sarò morto. Dick. (Richard "Stens" Stensland)
Condannato alla camera a gas per duplice omicidio, l'ex poliziotto Richard Stensland passa un bigliettino all'amico e partner Bud White prima dell'esecuzione, esortandolo ad usare il suo cervello e il suo denaro per fregare Exley.
  • No, Abe, no, Lee, no! (Pierce Morehouse Patchett)
Inviato da Exley a parlare con Pierce Patchet, legato a filo doppio con il Nite Owl, il sergente Jack Vincennes viene inaspettatamente attaccato dal miliardario e drogato con una siringa: prima di poter uccidere Jack però Patchett viene attaccato e ucciso dai gangster Abe Teitlelbaum e Lee Vachs, inviati dal suo ex socio Dudley Smith per metterlo a tacere.
  • Mitzvah... Una buona morte... Johnny vuole fuori... I tipi della galera. Il treno di Q. Dot ha fornito... le armi. (Abe "Kikey" Teitlelbaum)
Recatisi nel locale di Teitlelbaum per arrestare lui, Vachs e Johnny Stompanato, responsabili del Nite Owl su ordine di Smith, Exley, White e Vincennes affrontano i gangster in una sparatoria mortale, al termine della quale un ferito Teitlelbaum insulta per un ultima volta i tre prima di essere soffocato a morte da Bud.
  • Non sono in quello lì! (Sergente John "Bidone Jack" Vincennes)
Nel corso di un tentativo di evasione per far fuggire i tre detenuti incaricati da Smith di uccidere Mickey Cohen, Vincennes viene sfortunatamente ucciso da un colpo vagante sotto gli occhi dell'amico Bud White.
  • Scendi e scappa, scendi e nasconditi, se no ci rimetti la pelle! (Vittorio Gandroni/Prospero)
Senza più via di scampo, il rapinatore Vittorio Gandroni, alias Prospero, allontana il suo ostaggio e si scaglia contro un blocco dei carabinieri venendo crivellato di colpi.
  • Non ho bisogno di ostaggi. Fuori, prima che faccia centro! Esca, padre Peter Sutter. (Giuditta Maltzer)
Ormai dissanguata da un emorragia interna provocata da uno stupro, la giovane circense tedesca Giuditta Maltzer continua a sparare come nei suoi numeri finché la morte non sopraggiunge.
  • Pieno, super. (Luca Baioli)
Dopo aver ucciso Amedeo Gasperoni, reo di averlo fatto arrestare tanti anni prima, l'assassino Luca Baioli si ferma ad una stazione di benzina prima di scappare al Sud: il distributore però è gestito a sua insaputa da Romolo, amico di Amedeo che, appena lo riconosce, spruzza la benzina addosso a Luca e gli dà fuoco con una sigaretta.
  • Finalmente. (Antonio Coralli)
Non riuscendo a reggere il senso di colpa per il brutale omicidio che hanno commesso, il venditore Antonio Coralli abbandona il complice Giovanni Manara e, fermandosi sotto la pioggia, si spara in testa per porre fine alla propria sete di sangue.
  • Ci sparano, Mario, fermati, dai retta! Non combini niente... (Giovanna Etruschi)
Dopo che la loro rapina finisce nel sangue, la giovane Giovanna prova a dire al complice Mario di fermare la macchina, ma a causa di una pallottola dei carabinieri che colpisce il serbatoio il veicolo esplode uccidendo i tre rapinatori sul colpo.
  • Neppure una lira! (Matilde Vecchio)
Scoperto che l'amante Raimondo è solo interessato al suo denaro, l'arcigna Matilde Vecchio rifiuta di dargli la combinazione della cassaforte della sua ditta: stizzito per il suo atteggiamento e ormai stanco di sopportarla, Raimondo la uccide per vendetta rinchiudendola nel super freezer del reparto congelamento.
  • Buongiorno signora, c'è suo marito? (Francesco Avergoni)
Infuriata per l'incarceramento del marito Arrigo, Melina Romano scaglia il loro cane contro Francesco Avergoni, colpevole di aver spinto l'uomo a tentare un colpo, provocandogli un fatale infarto.
  • Ecco, Walter, forse fai ancora in tempo a fuggire dalla scala di servizio. Se ti prendono di... dirò che non... non...n on sei cattivo... (Clara Luca)
Nonostante provi ad aiutare fino all'ultimo l'ex amante Walter, che si è spinto addirittura a rapinarla, la ricca Clara Luca viene uccisa accidentalmente dal giovane a cui parte un colpo di pistola per il nervosismo.
  • Scusi, non mi tocchi. Mi alzo da solo. (Donato Cinati)

Ormai catturato dalla polizia, il pittore e serial killer Donato Cinati si suicida sparandosi in testa.

  • Pappone, pappone, pappone! (Irene Brambilla)
Provocando l'ex amante Simeone, Irene Brambilla fa in modo che lui la strangoli brutalmente, completando il suo piano per farlo incarcerare.
  • Io non ho fatto nulla. Nulla, nulla, nulla, io non c'entro. (Domenico Lascura/Buchenwald)
Costretto dalla nemesi Mario ad una mortale roulette russa, il mercenario e criminale Domenico Lascura/Buchenwald muore d'infarto prima ancora che un colpo venga sparato.
  • Si. Facevo il mio dovere. (Colonnello Dortmund)
Ritrovato per caso dall'ex partigiano Cuore Infranto, l'ex colonnello nazista Dortmund viene tramortito e bruciato vivo nella sua auto come vendetta per i suoi crimini di guerra.
Per approfondire, vedi: Ultime parole da Il padrino.
Per approfondire, vedi: Ultime parole da Romanzo criminale.