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Elena Pulcini

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Elena Pulcini (1950 – 2021), filosofa italiana.

Citazioni di Elena Pulcini

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  • Oggi uno dei concetti preziosi del pensiero delle donne è quello di un soggetto in relazione, che va a contestare l'idea egemone (e patriarcale) di un Sé del tutto autonomo e autosufficiente (basti richiamare l'homo oeconomicus o il soggetto cartesiano). Tuttavia, è importante addentrarsi meglio nell'idea di relazione: che non vuol dire oblatività, cura sacrificale, dedizione – le qualità su cui a partire da Rousseau è stata costruita l'immagine moderna della donna che ancora conosciamo bene – quanto piuttosto attenzione, empatia, desiderio e passione per l'altro. Se la integriamo con la potenza del pathos, la differenza emotiva delle donne può essere non solo una risorsa ma una risorsa rivoluzionaria, capace di sovvertire l'idea consolidata (maschile) di soggetto, astratta e atomistica, e di valorizzare quella capacità di relazione che può (e deve) investire non solo l'altro come prossimo, ma la comunità, la città, la natura, il mondo vivente.[1]
  • [L'intervistatore chiede: Qual è la trasformazione più eclatante che ha modificato il soggetto occidentale?] È quella che ho appena evocato e che stiamo attualmente vivendo, il mistero della tendenza dell'umanità all'autodistruzione. Tendenza paradossale che sfida i paradigmi fin qui conosciuti: da quello, peculiare della modernità, di un soggetto prometeico, di un homo oeconomicus razionale e progettuale capace di foresight e proiettato nel futuro, a quello, esaltato dal pensiero postmoderno, di un soggetto edonista che si oppone all’etica del sacrificio per godere della felicità del presente. Oggi assistiamo, come direbbe Günther Anders, alla perversione di entrambi, a causa della scissione tra fare e immaginare, tra conoscere e sentire. Abbiamo un Prometeo senza foresight e un Narciso senza piacere: il primo sembra aver perso il senso e lo scopo dell'agire e procede ciecamente senza più chiedersi le conseguenze future del suo agire. Il secondo appare schiacciato sulla futilità della ricerca di un illusorio e autarchico benessere, ormai incapace di anelare alla felicità. Le sfide epocali della contemporaneità esigono perciò un nuovo tipo di soggettività, che deve ancora nascere, che si assuma la responsabilità del futuro e del destino del mondo e metta in atto strategie di cura per la ricostruzione di un mondo comune e per la difesa del mondo vivente.[1]

Note

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  1. a b Dall'intervista di Davide D'Alessandro, Elena Pulcini, la filosofia che può salvarci, ilfoglio.it, 5 settembre 2019.

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