Elisabetta di Wied
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Elisabetta di Wied, nota anche con lo pseudonimo di Carmen Sylva (1843 – 1916), moglie di Carlo I di Romania e regina consorte.
Citazioni su Elisabetta di Wied
[modifica]- La coltura di Carmen Sylva, specialmente se si considerano le abitudini del tempo, può dirsi maschile, anzi di più si può affermare che pochi, anche tra gli uomini delle classi elevate, ebbero la fortuna di una istruzione cosi seria; giacché ella studiò, oltre alle principali lingue moderne, le antiche, era entusiasta per le matematiche e la fisica e più tardi si rivolse alle scienze storiche e filosofiche e si occupò con amore nello studio della letteratura universale; tuttavia a dicianove anni non aveva letto un romanzo. (Emma Boghen Conigliani)
- Ispirandosi alle forme ingenue della poesia popolare, scrisse versi ella stessa, e cantò soprattutto il suo inconsolabile dolore per la perdita dell'unica figlioletta Maria. La sua poesia è sostenuta da una poetica di ispirazione romantica, di quello stile, languido e fumoso, che ispirò il secondo romanticismo. (Dizionario universale della letteratura contemporanea)
- Varia e vastissima è l'opera sua di poeta: dalle sue traduzioni tedesche di poesie rumene, ai poemi La Maga, Iehova che racconta l'antica leggenda dell'Ebreo Errante ed è ispirato dal concetto dell'assorbimento d'ogni vita in Dio; dai poemetti Saffo, Hammerstein, Sulle acque, Naufragio ai melodrammi Neaga, Una prece; dai melodrammi alle varie raccolta di poesie, Ballate e romanze, Tempeste, Altezze ed abissi, Saggezza mondana, La madre e il figlio; dalle poesie varie, alla tragedia Ullranda, al dramma Marioara, è una catena non interrotta di lavori graziosi o belli. (Emma Boghen Conigliani)
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