Fantastico

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L'occhio, come uno strano pallone, si dirige verso l'infinito (Odilon Redon, 1882)

Citazioni sul fantastico.

  • Esso esige che siano soddisfatte tre condizioni. In primo luogo, occorre che il testo obblighi il lettore a considerare il mondo dei personaggi come un mondo di persone viventi e ad esitare tra una spiegazione naturale e una spiegazione soprannaturale degli avvenimenti evocati. In secondo luogo, anche un personaggio può provare la stessa esitazione; in tal modo la parte del lettore è per così dire affidata a un personaggio e l'esitazione si trova ad essere, al tempo stesso, rappresentata, diventa cioè uno dei temi dell'opera. Nel caso di una lettura ingenua, il lettore reale si identifica con il personaggio. È necessario infine che il lettore adotti un certo atteggiamento nei confronti del testo: egli rifiuterà sia l'interpretazione allegorica che l'interpretazione «poetica». La prima e la terza condizione costituiscono veramente il genere; la seconda può non essere soddisfatta. Tuttavia la maggior parte degli esempi le rispetta tutte e tre. (Cvetan Todorov)
  • Il fantastico chiede al vero una verginità d'immaginazione e di credenze che manca alle letterature secondarie e che in esse non si riproducono che per mezzo di quelle rivoluzioni, il cui passaggio tutto rinnovella! ma allora e quando le religioni stesse scosse fin dalle fondamenta non parlano più all'immaginazione, o non le portano che nozioni confuse, rese oscure sempre più da uno scetticismo inquieto, è ben d'uopo che la facoltà di produrre il meraviglioso di cui la natura l'ha dotata, si eserciti in un genere di creazione più volgare o meglio appropriato ai bisogni di una intelligenza materializzata. L'apparizione delle favole incomincia dal momento in cui finisce l'impero di queste verità reali o convenzionali che infondono un resto di vita al logoro congegno della civiltà. (Charles Nodier)
  • Il fantastico, contrariamente a quel che si può credere, richiede mente lucida, controllo della ragione sull'ispirazione istintiva o inconscia, disciplina stilistica; richiede di saper nello stesso tempo distinguere e mescolare finzione e verità, gioco e spavento, fascinazione e distacco, cioè leggere il mondo su molteplici livelli e in molteplici linguaggi simultaneamente. (Italo Calvino)

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