Fernando De Lucia

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Fernando De Lucia

Fernando De Lucia (1860 – 1925), tenore italiano.

Citazioni su Fernando De Lucia[modifica]

Eduardo Boutet[modifica]

  • De Lucia lasciò l'Italia: cantò in Ispagna, in America con la Patti; si rinvigori nel giro trionfale la fibra e la fama dell'artista. E ritornato, precisamente su quella scena della emozione prima, che non si scorda più, mai, il successo di Fernando de Lucia fu quello che accompagna la celebrità: divi e stelle. Avrei voluto rivedere l'antico convittore di San Pietro a Majella e l'antico suonatore di grancassa volontario, avanzarsi su quel teatro, dalla storia che è un'epopea del palcoscenico lirico, e non più col primo passo incerto e la voce tremante di commozione intuonare la passione della Mia diletta il bacio aspetta..., sicuro, sereno, soddisfatto, come l'artista che tocca, tra il plauso, l'ardua meta vagheggiata e combattuta. Nel vasto ambiente avrebbero aleggiato, dolce visione, le ténerezze delle romanze d'una volta, all'aria aperta, tra' campi in fiori, le buie viuzze, e l'onda azzurra del mio bel golfo. Come un soave richiamo della giovanezza sarebbe risuonato alla mente e al cuore il Non odi tu nell'aere... e nella festa per l'amico vittorioso, avrebbe tremato il simpatico affettuoso accoramento della ricordanza, – il più gentile omaggio, l'applauso più gentile...
  • Il manifesto del San Carlo annunziava un Faust, e Faust sarebbe stato un giovane esordiente. L'esordiente era precisamente Fernando De Lucia.
    Ricordo l'interesse del più eletto pubblico napoletano, per l'artista giovanotto che si lanciava alla prima battaglia. E la trepidazione dell'esordiente e degli amici: cantare per essere giudicato, in uno spettacolo o in un momento d'importanza, per un maestro o per un artista, dinanzi alle poltrone del San Carlo, è solenne: il cuore batte nella gola. Quando De Lucia uscì sulle scene era pallidissimo, e mai, con più tenerezza d'emozione, a quella Margherita che le prime donne si ostinano a rappresentare, sparente, colle trecce bionde, e la veste bianca orlata d'azzurra come Ofelia, mai Faust mormorò, permettereste a me...
  • Non ho più dimenticato Primavera di Ciccillo Tosti, cantata da de Lucia, Non odi tu nell'aere... Nell'accento delle ultime note fioriva primavera, e nell'anima cantava giocondamente. Tra gli amici, nei simpatici ritrovi, il futuro tenore illustre non sdegnava di intonare le più soavi canzone napolitane, e l'allegra comitiva di amici si trasfigurava per l'incanto dell'artista nel pubblico entusiasta.

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