Francesco De Lemene

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Francesco De Lemene

Francesco De Lemene (1634 – 1704), librettista italiano.

Citazioni di Francesco De Lemene[modifica]

  • Tir. Amiamo, o Silvio, amiamo.
    Sil. Beviam, Tirsi, beviamo.
    Tir. Io son d'Amor seguace.
    Sil. Bacco seguir mi piace.
    (da Tirsi e Silvio, in "Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C.", Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • È pur bella la rosa, onor di Flora | e fenice dei fiori; | ma se gli occhi innamora, | la man non innamori. (da La Rosa, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • Insegnando ad Amor musica un dì,
    S'udian Lilla ed Amor parlar così:
    L. Questo è un Do
    A. Do
    L. Questo è un Re
    A. Re
    L. Questo è un Mi
    A. Mi
    L. Questo è un Fa
    A. Fa
    L. Questo è un Sol
    A. Sol
    L. Questo è un La
    A. La
    (da Lilla e Amore, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • Nel muto orror di solitarie piante, | sotto notturno cielo, | mentre solo men vo tradito amante, | e di Fille e d'Amor io mi querelo, | sento mesto usignuolo | che rïempie cantando all'äer fosco | con l'amaro suo duolo | l'aure di gioia e di dolcezza il bosco. (da L'Usignuolo, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • Elp. Oggi fa l'anno appunto
    Dal dì, Fille mia, che Amor col fischio
    Quel mal accorto augel trasse nel rischio.
    Fil. Sì quell'incauto augel, quel che a vederlo
    Era uno storno.
    Elp. . . . . . . . . Era un merlo.
    Fil. Era uno storno.
    Elp. . . . . . . . . Era un merlo.
    Fil. Uno storno.
    Elp. . . . . . . . . Un merlo.
    (da Lite giocosa, decisa da Elpino e Filli, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • Per soverchio ferir stanco e sudato | Di bel giardin fra i fiori | Di Ciprigna dormía l'ignudo figlio, | Quando dall'alvear drappello alato | Uscì di pecchie, e sovra lui si pose. (da Male d'Amore, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • Scompagnata Tortorella, | Che del Fato | Dispietato | Ti lamenti in tua favella, | Scompagnata sono anch'io; | Su piangiamo, | Confondiamo, | Il tuo pianto e il pianto mio. (da La Vedovetta, nelle "Poesie diverse del Signor Francesco de Lemene", Parte Prima, Heredi di Paolo Monti, 1726, p. 353)
  • Tacete, oimè, tacete; | Entro fiorita cuna | Dorme Amor, noi vedete? (da Amor che dorme, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)
  • Un dì, sentite, o Filli, | Si pose un dì nel prato Amor fanciullo | Con pueril trastullo a prender grilli. (da Amor prende Grilli, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834)

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