Frontespizio
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Citazioni sul frontespizio.
- Frontespizi d'ogni genere e d'ogni gusto, semplici, barocchi, barocchissimi: i primi sono rari, ma non mancano. Architettonici i più, ora puri portali, ora addirittura archi di trionfo o anche facciate d'edifizi: il tutto ornato di solito da statue simboliche o storiche: ma anche frontespizi floreali, araldici, animaleschi, frontespizi con scene, sovente graziose, idilliche mitologiche od allegoriche, con vedute di città o di mare o di campagna. Qualche genietto o angelo alato non manca quasi mai, come spesso campeggia in alto il ritratto dell'autore oppure il ritratto o l'impresa della persona a cui il libro è dedicato. Il titolo o cartello, inciso o no, ora occupa, com'era giusto, il centro e l'incisione si riduce a un'inquadratura più o meno ricca e sfoggiata, ora invece ha appena modo di far capolino in qualche piedistallo, in qualche pietra caduta e dispersa, in qualche scudetto, o in qualche drappo o banderuola svolazzante. (Giuseppe Boffito)
- Il frontespizio del libro aveva nel Seicento le maggiori e più delicate cure, simile in questo alla moderna copertina, così curata oggi da editori e autori. Il libro doveva sin dalle prime pagine, o almeno nelle prime pagine, fermare l'attenzione e formare l'ammirazione del più distratto lettore. Se l'impressione tipografica era cattiva, o addirittura orribile, scadente la carta, i caratteri sbavati, non importava troppo: il primo aspetto sì importava che fosse bello o appariscente. Di qui lo spesseggiare dei frontespizi incisi, in questo secolo; tanto che il Seicento si potrebbe tipograficamente definire come il secolo dei frontespizi, alla stessa guisa che il Settecento merita d'essere detto il secolo delle vignette. (Giuseppe Boffito)
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