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Gabriella Pession

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Gabriella Pession al Montecarlo Television Festival, 2013

Gabriella Pession (1977 – vivente), attrice italiana con cittadinanza statunitense.

Citazioni di Gabriella Pession

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Citazioni in ordine temporale.

  • Sono innamorata persa di mio figlio, ma è stato difficile. Della maternità non viene mai raccontata la stanchezza fisica, lo stravolgimento ormonale e soprattutto la paura di tornare a casa con un piccolo fagottino che dipenderà da te per sempre. È un rapporto che si costruisce un po' alla volta.[1]
  • Andavo a pattinare dalle 6.30 alle 7.30 prima della scuola. Dopo pranzo, di nuovo fino alle 5. Ma ho imparato soprattutto che solo alla fine tiri le somme. Ti alleni come una matta, punti tutto su una gara, poi va male. Non importa. Vincerai un'altra volta.[2]

Intervista di Gian Luca Pisacane, famigliacristiana.it, 18 gennaio 2023.

  • [Sull'essere madre] Dico sempre di avere due date di nascita: la mia e quella di mio figlio. Ha capovolto il mio mondo, sono cambiate le priorità. È un grande maestro, nella sua innocenza coglie l'essenza delle cose. Sento di non dover dimostrare nulla all'esterno, non ho bisogno di conferme. Lui mi dice che devo divertirmi di più, è saggio nella sua semplicità.
  • [«Lei è credente?»] Non siamo fatti di carne e ossa, esiste una dimensione spirituale. Non so in quale forma. Coltivo una mia fede, alimento la preghiera. Credo che abbia un potere profondo, che unisce. Mi sono sposata in chiesa, dove mi piace andare per qualche ora di raccoglimento. Mio figlio frequenta una scuola cattolica, è stato battezzato. Voglio che lui sia vicino alla religione, poi farà le sue scelte. Mi piace tendere a qualcosa che sia più in alto di noi, che ci migliori, faccia riflettere.
  • È molto diverso abitare negli Stati Uniti, anche se ci sono nata e cresciuta. Mi sono innamorata di Los Angeles dopo averla odiata. Ho dovuto aprirmi a qualcosa di alternativo. È una metropoli con una sua anima, a cui sono legata: mi ha dato tantissimo. È ostica, difficile, mi ha reso più strutturata, capace di sopportare. Preferisco però l'Italia, perché mi sento europea. Ho studiato qui, mio marito è irlandese, ho partorito mio figlio a Dublino. Sono anche un po' americana, sono stata a lungo in Florida, dove c'erano i miei nonni. Oggi faccio fatica a riconoscere gli Stati Uniti. È un Paese arrabbiato, diviso.

Pietro Cerniglia, thewom.it, 20 gennaio 2023.

  • [Confrontanto l'ambiente tra i set italiani e statunitensi] Negli Stati Uniti ho lavorato meno rispetto all'Italia, per cui ho creato più legami nel nostro Paese. Tuttavia, negli Usa è tutto molto meno personale: quando si è su un set quasi non si parla, sono tutti con i cellulari in mano a leggere i messaggi tra un ciak e l'altro. È tutto più distaccato e il clima molto più freddo. Da noi, invece, si chiacchiera, si gioca a carte, ci si diverte e ci si ammazza dalle risate.
  • Il successo di un prodotto non si può misurare solo con l'ascolto, passa anche attraverso altre cose, come il riuscire a far del bene a qualcuno toccando argomenti che sono ancora tabù e necessitano di essere sviscerati e resi pubblici. Secondo me, è un dovere della televisione, che fa anche servizio pubblico, farlo anche al di là degli ascolti.
  • Se mi dicessero che d'ora in poi dovrei fare solo commedie per tutta la vita, firmerei a occhi chiusi! A me piace molto la commedia ma paradossalmente in Italia se ne fa molto poca: la nostra grande tradizione è stata sporcata da una serie di commediacce che sono state fatte, ahimè, negli ultimi anni. Ricordiamoci però che la commedia all'italiana è quel genere che ci invidia tutto il mondo, con maestri come De Sica o Monicelli.
  • Non scelgo solo personaggi forti. Scelgo semmai personaggi che mi evocano qualcosa o a cui posso aggiungere qualcosa di mio, personaggi che in qualche modo mi stimolano o mi incuriosiscono... ma sena troppa elucubrazione intellettuale: lascio che a parlare sia la pancia. Spesso mi piacciono le cose leggere: adoro i Monty Python, per esempio, e la loro comicità demenziale.
  • Lina [Wertmüller] è veramente un genio del nostro secolo: autrice, scrittrice, regista, poetessa. Una donna di un'energia e di un'originalità dirompente, politicamente scorretta, alle volte perfida e alle volte tenerissima, intelligente più di ogni altra persona che io abbia mai conosciuto. Devo tutto a Lina: sapevo poco di questo mestiere ma grazie a lei sono entrata dalla porta maestra. E, devo dire la verità, mi manca moltissimo: non ho mai più incontrato una maestra come lei.
  • [...] c'è un'intera generazione che si sta spegnendo e che lascia a noi un'amarezza incredibile, un periodo storico come quello attuale fatto di trash, di cialtronaggine e di vuoti. Spero che cambi qualcosa, ho un figlio piccolo e non voglio che cresca in un mondo così, senza l'amore per le cose belle e il talento. Vedo gente sui social diventare famosa per fare niente: è un qualche cosa che mi disturba molto, che rifuggo e che non fa parte di me.
  • Ho un rapporto artigianale verso il mio mestiere, sono un'appassionata d’arte e di pittura, mi piace leggere e pormi domande, guardare La spada nella roccia anche venti volte all'anno, ascoltare i Depeche Mode come sentire i notturni di Chopin. Cerco di trasmettere a mio figlio la coesistenza di generi e di generazioni, di abituarlo al bello. Un bello che non sia inteso solo in senso estetico. Non è detto che il bello sia tale perché risponde a un canone in sé: qualcosa è bella perché è autentica e racconta un animo. Trovo bellissime le opere di Munch e orrenda quella musica che si sente oggi. Mi rendo conto di non essere a passo con i tempi, probabilmente vivo in un periodo sbagliato e mi chiedo che mondo sarà quello in cui vivrà mio figlio.

Note

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  1. Dall'intervista di Margherita Corsi, Gabriella Pession: «In tv racconto la maternità, quella vera», vanityfair.it, 13 febbraio 2019.
  2. Citato in Segreti e curiosità su Gabriella Pession: scopriamo chi è!, donnaglamour.it, 31 ottobre 2019.

Filmografia

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Film

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Miniserie televisive

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Altri progetti

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