Giacomo Giuseppe Saratelli
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Giacomo Giuseppe Saratelli (1682 – 1762), organista, compositore e maestro di cappella italiano.
Citazioni su Giacomo Giuseppe Saratelli
[modifica]- A differenza degli altri maestri, che quasi tutti morirono in agiatezza e lasciarono ben provveduti i loro eredi, Saratelli, morendo, lasciò due nubili figlie in miseria sì squallida, che i Procuratori, per decreto 16 maggio 1762, pietosamente col dono le suffragarono di 100 ducati. Ho inteso narrar più volte che il volgo veneziano, bizzarro e frizzante sempre, chiamasse questo maestro Saratelli, sul cognome suo bisticciando, il maestro Caratello (vocabolo del dialetto che significa piccola botte): sì perché tozzo e grosso era della persona a guisa di bottacciuolo, sì perché forse frequenti dava baci al bicchiere. Non riferisco io ciò per mettere un ghigno sulle labbra a chi legge, ma per dar piuttosto una probabile spiegazione al povero stato in cui egli cadde, a differenza degli altri maestri di Cappella.
- L'esimio maestro Furlanetto, che già vecchio me allor giovane di sua famigliarità onorava, alle mie curiose domande rispondendo, diceami, che in Saratelli abbondava la vera dottrina musicale attinta alla scuola di Lotti[1]: ch'era però alquanto scarso nelle sue composizioni quel sapore che pur tanto è necessario a farle piacere: che perfettamente si conosceva del canto: assai era schivo della stromentazione, anzi gli stromenti chiamava imposture della musica, dall'organo e dal contrabbasso in fuori: scriveva con gran lentezza e difficoltà, concepiva e teneva in memoria con rapidità e tenacità altrettanta; sicché più d'una volta sentir si fece ripetere identiche sul gravicembalo le altrui anche lunghe improvvise suonate: conchiudeva che fu grand'uomo senz'aver brillato mai da grand'uomo.
- [Gli altri maestri di cappella] [...] rispettati e stimati dal pubblico, contegnosi, gentili, eran cercati, chiesti e quindi nobilmente rimunerati nelle case signorili, e dalla scelta società di Venezia: quindi facilmente arricchivano. Non così Saratelli fatto soggetto di vulgar celia, altro mezzo a provvedere a sé e alla famiglia non ebbe che il pubblico stipendio. E a ciò s'aggiunga che Saratelli non scrisse pel teatro, causa ne fosse sua sfortuna o sua inerzia, e così restò privo d'una seconda fonte di guadagno, alla quale tutti gli altri maestri seppero con molta cura attingere copiosamente.
Note
[modifica]- ↑ Antonio Lotti (1667-1740), compositore e didatta italiano.
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