Giancarlo Falappa

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Giancarlo Falappa (1963 – vivente), pilota motociclistico italiano.

Citazioni di Giancarlo Falappa[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Sul Gran Premio di superbike di Brands Hatch 1993] Mi vergognai per gli altri, doppiai anche il settimo! Doppiare tutti fino al settimo è assurdo! Era una gara di campionato del mondo, non una della parrocchia. Io ho dato tutto me stesso, gli altri erano nelle mie stesse condizioni. Il secondo arrivato, Scott Russell, ha tagliato il traguardo con quarantotto secondi di svantaggio. Si correva sul bagnato, è vero, ma la pista era bagnata anche per me![1]
  • Correvo esclusivamente per la gente, per farla divertire e farla accorrere a vedere le gare.[1]

Giancarlo Falappa compie 58 anni e questa è la sua storia

Da Moreno Pisto, Motorcycle Rockstar, 2015; citato in mowmag.com, 30 giugno 2020.

  • Ero un ragazzo screanzato. Mio padre non andava in moto, ma mi portava a vedere la coppa 1.000 dollari di cross. Avevo 10 anni. A 14 mi compra un Malaguti 50 Ronco 21. Io smetto di andare a scuola e comincio a fare il meccanico. A 16 anni prendo un 125, faccio la mia prima gara e la vinco. È il 78. Nell'80 mi iscrivo al campionato regionale. Vinto. Ma soldi non c'erano, mio padre vendeva macchine agricole, mia madre era casalinga, e smetto. Continuo a lavorare e appena posso prendo i miei pochi risparmi e compro un Suzuki 1100: un milione in contanti e dieci in cambiali. Il 13 settembre 1987 esordisco nella serie Sport Production. Vinco subito. Nell'88 la Bimota mi offre di fare le ultime tre gare promettendomi di iscrivermi al mondiale Superbike se avessi vinto il titolo italiano. Manco a dirlo, vinco. Nell'88-89 il pilota Bimota è Fabio Biliotti. Mi dicono: porta casco e guanti a Donington, ti facciamo provare e vediamo se vai bene. Il venerdì è il giorno delle prove libere. Giriamo un'ora e alla fine escono i tempi: Biliotti ventiquattresimo, Falappa pole position. Vado da lui e gli do una pacca sulle spalle: "Grazie mille, sei stato un ottimo maestro". Prima manche: vinta. Nella seconda vado fuori pista per doppiare un islandese, riparto 13esimo, recupero fino alla sesta posizione. [«Nella seconda gara, in Francia, succede una cosa unica nel mondo del motociclismo»] [...] La Bimota, per alleggerire il peso della moto, faceva dei manubri in titanio e per me che staccavo tardissimo facendo molta pressione, erano troppo sottili. Ero primo e a un giro dalla fine il manubrio sinistro si spezza. Termino la corsa con una mano attaccata alla forcella. I meccanici all'arrivo rimangono a bocca aperta e si affrettano a riparare il tutto per non incappare nella squalifica.
  • [«Il 12 dicembre 1989 collaudava la Bimota YB6 tra Cesena e Forlì»] Riconosco l'auto di Marco Lucchinelli, team manager Ducati in SBK. L'affianco mentre viaggiava a più di cento chilometri all'ora, apro lo sportello di dietro e riparto impennando in piedi. Il colpo d'aria lo fa sbandare, lui urla, mi fa segno di fermarmi nella piazzola di sosta. Credevo che fosse incazzato, invece era folgorato. Urla: "Sei un matto! Un pazzo! Tu devi assolutamente entrare nella mia squadra! Che fai il prossimo anno? Io sto andando alla Ducati, vieni con me". Sono entrato nella sede, dove lo aspettava Castiglioni. Che mi guarda e dice: "Tu sei un uomo nostro". Dopo neanche un'ora avevo firmato un contratto da cento milioni di lire. Tornato a casa, i miei genitori si misero a piangere.
  • Ho avuto due incidenti gravi, ho passato 56 giorni in coma, eppure guido ancora. Insomma, considerando l'alternativa, e cioè la morte, poteva andarmi peggio.

Sulla strada per Gresini abbiamo incontrato Giancarlo Falappa: "Bastianini non è rosso! Io? Pronto a tornare in moto, ma..."

Intervista di Emanuele Pieroni, mowmag.com, 26 maggio 2022.

  • Io correvo per vincere, non mi è mai interessato niente oltre la vittoria: arrivare secondo mi dava una rabbia pazzesca. Oggi in tanti si dicono soddisfatti per il podio; non scherziamo, dai, non esiste un pilota che è contento di arrivare secondo o terzo.
  • Tutta la mia carriera, anzi tutta la mia vita è stata legata a Ducati, non conosco altro colore se non questo rosso.
  • [...] Bastianini è un coraggioso, uno che corre anche per lo spettacolo e che ha quel modo genuino e diretto lì [...]
  • Ho vinto quello che c'era da vincere. Poi è andata così. Se non avessi corso in quel modo, rischiando sempre e sfidando pure la sfortuna, probabilmente non avrei vinto niente. Questo è stato Giancarlo Falappa e questa è la sua storia, nessun rammarico.

Citazioni non datate[modifica]

  • [Sul campionato mondiale Superbike 1993] Ero primo dopo sette gare, Carl [Fogarty] era quinto. A un certo punto mi si avvicinò Roche [Raymond, team manager Ducati] e mi disse che avrei dovuto aiutare Fogarty. Com'era possibile: io primo e lui quinto, a metà campionato, ed ero io a doverlo aiutare? Questo fatto mi disturbò, non mi fece dormire la notte. In pratica, era una questione per favorire gli sponsor dell'inglese e ancora oggi penso che quella circostanza, che poi ha pesato per la restante parte della stagione, mi abbia privato della possibilità di giocarmi il Mondiale. [...] Quello che vi ho raccontato è un fatto; questo però nulla toglie al valore di Carl Fogarty, per tutto quello che ha saputo fare e per tutte le vittorie che ha conseguito: è stato un grandissimo del nostro sport e merita tutta l'ammirazione e il rispetto.[2]

Citazioni su Giancarlo Falappa[modifica]

  • Falappa arrivò nel mondiale SBK nel 1989 in sella a una Bimota con un contratto da... autista del camion, e come seconda guida accanto al campione europeo 500 Fabio Biliotti. Merita ricordare come Giancarlo approdò al Mondiale: dopo anni di off-road, Falappa decise di provare una moto in pista a Misano e dopo aver firmato il record della pista venne subito ingaggiato per il campionato italiano Sport Production, dove vinse tutte le selettive e si trovò alla finale del Mugello a pari punti con un grande Gianluca Galasso. Giuseppe Morri, titolare della Bimota, disse che il vincitore dell'Italiano sarebbe stato preso come seconda guida nel mondiale SBK. Falappa, emozionatissimo per la notizia, cadde nel giro di ricognizione e spezzò la pedana del cambio. Eppure riuscì a schierarsi e a partire senza pedana prendendo subito la testa inseguito da Galasso. Dopo tre giri in testa a Falappa, che teneva la gamba sospesa in aria, prese un crampo e volò via alla Casanova. Galasso, che lo seguiva, iniziò forse a festeggiare e distraendosi volò via alla Savelli. Quindi dopo aver spulciato tutte le vittorie e i record dei due, Falappa si aggiudicò per un soffio il posto in Bimota. Incredibile: con soltanto quattro gare disputate in pista, Giancarlo arrivò a Donington per il Mondiale, senza conoscere nulla della moto e della pista. Incredibilmente in Gara 1 partì primo e per sei giri rimase al comando davanti agli scatenati britannici, che gioirono quando Falappa scivolò e si ritirò. Ma in Gara 2, il debuttante Giancarlo riprese il comando e senza errori andò a vincere la sua prima gara mondiale, lasciando tutti a bocca aperta. Biliotti, finito nelle retrovie, obbligò il team a fermarsi a Misano perché per contratto lui avrebbe dovuto avere il motore ufficiale mentre Falappa avrebbe dovuto correre con un motore di serie. E quindi volle un confronto a moto invertite: arrivati a Misano, Falappa con la sua moto rifilò un secondo a Biliotti, il quale, salito sulla moto di Giancarlo, si vide sopravanzare di due secondi! Fabio decise di ritirarsi, aprendo una concessionaria di auto. (Giovanni Di Pillo)
  • Giancarlo poteva essere l'uomo vincente di questa categoria [riferendosi alla Superbike]: purtroppo è stato fermato dal destino. (Virginio Ferrari)
  • La Ducati con Giancarlo si era assicurata uno dei migliori talenti naturali di quel periodo, il cui unico difetto era quello di amare troppo la moto. (Marco Lucchinelli)
  • Quando ti arriva Falappa dietro è bene che tu ti faccia da parte perché lui ti passerà e se non ti sposti lui ti passa sopra. (Stéphane Mertens)
  • Un giorno sono in autostrada a 140 km all'ora e mi sento aprire la portiera del passeggero. È un pazzo in moto che saluta e se ne va impennando: Falappa. (Marco Lucchinelli)

Note[modifica]

  1. a b Dall'intervista di Andrea Tessieri, Giancarlo Falappa: il Leone di Jesi, cuoredesmo.com, 3 dicembre 2007.
  2. Citato in Andrea Tessieri, Raymond Roche: il Primo Cavaliere Ducati, cuoredesmo.com, 2 luglio 2020.

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