Giorgio Mortara
Giorgio Mortara (1885 – 1967), economista, statistico e accademico italiano.
Ricordi della mia vita, in Omaggio a Giorgio Mortara 1885-1967: Vita e opere
[modifica]Ho cominciato a scrivere questi ricordi il 4 agosto 1963.
Mi sono deciso a metterli in carta per il desiderio che i miei figli siano in grado di rispondere, almeno per quanto riguarda me, alla domanda «Chi fur li maggior tui?» che forse si sentiranno rivolgere un giorno, sia pure in vernacolo portoghese, da qualcuno dei loro figli e miei cari nipoti.
Sono nato a Mantova il 4 aprile 1885, in casa di mio nonno Marco Mortara, Rabbino maggiore degli israeliti di quella città.
Mio padre Lodovico esercitava l'avvocatura in Mantova; e insieme con la mia mamma, Clelia Vivanti, abitava nella casa dei genitori.
Il trasferimento a Pisa avvenne al principio del 1888.
Continuammo, anche dopo, le visite periodiche a Mantova, dove qualche volta ho assistito alle funzioni celebrate dal nonno Marco nel Tempio.
Il nonno Marco morì nel 1894, e da allora cessarono i viaggi periodici a Mantova.
Citazioni
[modifica]- La carriera scolastica dei miei figli, al pari della mia di docente, fu bruscamen te interrotta dalla legislazione fascista intesa ad escludere gli ebrei dal corpo della nazione italiana, riducendoli ad una casta di paria [...] Discutendo con Laura lo stato in cui eravamo ridotti e il peggio che si preparava, e cercando le possibili vie di adattamento o di evasione, io accennai un giorno [. . .] alla possibilità di trovare un'occupazione all'estero. E dopo che ebbi esposto le tristi prospettive che si aprivano ai nostri figli in patria, lei, pur tanto attaccata alla terra natale, esclamò risolutamente: «E allora andiamo via!». (pp. 36 e 39)
- La politica razzista del governo di Mussolini mi aveva immensamente afflitto e profondamente sconvolto. Conoscevo bene la falsità dei motivi addotti per giustificarla (e da molta gente accettati come verità indiscutibili), e poiché mi ero sempre sentito italiano per nascita, per sentimenti e per educazione, e poiché esclusivamente italiani erano stati mio padre e mio nonno, rabbino maggiore, ma avversario del nazionalismo ebraico, non potevo cercare conforto in altri sentimenti nazionali, come forse poteva qualche sionista.
- Partimmo da Trieste il 5 gennaio 1939. La motonave Neptunia, sulla quale ci imbarcammo, fece scalo a Napoli, dove scendemmo per dare l'addio a quella città, tanto cara ai nostri ricordi. Alla partenza da Napoli ci salutarono due giovani e cari amici: Breglia e Milone. Mentre sfumavano ai nostri occhi i contorni del golfo di Napoli, mi risuonava nella mente la triste profezia dantesca: «Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente, e questo è quello strale che l'arco dell'esilio pria saetta»; e ne sentivo tutta l'amarezza, che solo ora potevo comprendere pienamente. (p. 40)
Bibliografia
[modifica]Giorgio Mortara, Ricordi della mia vita , in Omaggio a Giorgio Mortara 1885-1967 : Vita e opere, Università degli studi di Roma «La Sapienza», Roma, 1985.
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