Giovanni Aurelio Augurelli

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Giovanni Aurelio Augurelli, o Agurelli o anche Augurello (1456 – 1524), umanista, poeta e alchimista italiano.

Citazioni su Giovanni Aurelio Augurelli[modifica]

  • Probo, schietto, festevole; «degli amici amator miracoloso»; maestro efficacissimo; adoratore de' poeti antichi, di Omero e Teocrito, di Orazio e Vergilio specialmente, e, fra i nostri, del Petrarca; delle eleganze della lingua latina àrbitro veramente, e sicuro conoscitore della greca; delle antiche cose indagatore curioso e giudice intelligente; verseggiatore ne' giambi singolarmente commendevole. (Augusto Serena)

Naborre Campanini[modifica]

  • Di Giovanni Aurelio Augurelli parlarono di proposito o per incidenza parecchi scrittori. Il Giovio nelle Imagini degli uomini famosi ne tesse l'elogio, l'Azzoni Avogaro e il Mazzucchelli disputano gravemente sull'anno della sua nascita; il Trissino gli dà lode d'avere primo osservate le regole della lingua del Petrarca; Aldo Manuzio ne rivede e publica i versi; il Bembo, che gli fu discepolo, lo chiama «padre» e al giudizio di lui sottopose i due primi libri dell'opera intorno alla lingua volgare; altri ne discutono la fama, altri ne esaltano l'ingegno; il Tiraboschi riassumendo le lodi di tutti lo chiama uno dei più colti poeti del suo secolo e uno dei più felici imitatori degli antichi.
  • È inutile [...] ricercare nei versi dell'Augurelli una spiccata originalità; egli fu imitatore degli antichi, né sempre, come i più del suo tempo, discreto imitatore.
  • Si racconta che avendo [l'alchimista Augurelli] presentato a Leone X il suo poema la Chrysopeya, a lui dedicata, il papa mostrò d'aggradirla e in ricambio lo donasse d'una borsa vuota, aggiungendo che sarebbe stato facile riempirla d'oro a chi insegnava agli altri il modo di trarlo dalle cose terrene.

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