Giuseppe Micali
Giuseppe Micali (1769 – 1844), storico e archeologo italiano.
Storia degli antichi popoli italiani
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Se la filosofia dell'istoria avesse riportato a' suoi principj la difficil questione degl'Itali primitivi, non si sarebbero divolgate per l'innanzi tante ipotesi tra se contraddicenti, e sempre più immaginarie, che ci fan rivolgere da una lontana regione all'altra per rinvenire di fuori, anziché in casa propria, le tracce de' nostri padri. L'oscurità e la totale incertezza di secoli affatto isolati nelle storie narrate, furono favorevoli a tutte le opinioni, ma la nostra ignoranza è la stessa. Alla scienza critica della presente età, principal sussidio d'ogni vero, si vuol nondimeno concedere tentar nuova via, e di risalire, quanto è possibile, più direttamente al primo stato sociale de' popoli di una stessa radice italiana, per muover da questo a rintracciare meno dubbiamente le cagioni naturali, e il fondamento dell'antica loro civiltà.
Citazioni
[modifica]- Il nome natale degli Aborigeni, fondatori del popolo, s'era perduto; ma speculava, come dicemmo, Sallustio, sopra la formazione dell'umana società, rappresentandoli così senza leggi e senza freno. Perocché, se bene i pastori Aborigeni fossero di natura uomini duri e agresti, non per questo si debbono tenere per indisciplinati affatto. Abitavano essi pe' loro monti in rustiche dimore: lavoravano la terra: avevano religioni, e di più, dice Varrone, oracoli a Tiora[1], dove Marte profetizzava per mezzo d'un picchio: laonde in tutto tenean così della credulità, e del costume semplice, ma temperato, dei montanari. Ogni vetta dei colli ed ogni altro sito eminente del Lazio, divenne per questi nuovi occupanti un centro di popolazione ed una specie di forte. Né ciò avea soltanto per fine la difesa, quanto la salubrità, atteso massimamente la natura de' luoghi bassi per ancora paludosi, acquosi e malsani. (vol. I, cap. X, p. 212)
- Stava in principio la società dei Latini raccolta nel solo breve spazio di trentacinque miglia da Tivoli sino al mare, e di venti in circa dal Tevere alle falde del monte Albano. Secondo costume villesco dimoravano essi per casali e villaggi, quivi disposti alle utili fatiche; ma liberi e indipendenti: e questi villaggi medesimi sortirono, in progresso di tempo, la fortuna di vere e dominanti città. (vol. I, cap. X, p. 213)
- La discendenza dei Sanniti, Irpini, Lucani e Frentani dalla Sabina è uno de' fatti più certi delle nostre istorie. Ma in qual tempo avvenissero coteste migrazioni di popolo, ella è una circostanza al tutto ignota, né dobbiamo mai sperare di saperla da senno. Che però la propagazione dei Sabini nell'Italia meridionale sia seguita intorno al 300 di Roma non può ammettersi con ragionevole fondamento: poiché un'epoca si bassa è non tanto repugnante alla qualità del fatto, quanto incompatibile con tutto insieme il tenore della storia antica. Noi crediamo per lo contrario, che lo stabilimento dei Sanniti debba aversi per un evento collegato di sua natura cogli altri successi di sopra narrati, e massimamente con la cacciata o fuga dei Siculi; il qual gravoso accidente, posto nell'ordine dei tempi circa all'epoca troiana, fu anche principale cagione degli scorrimenti che tramutarono molte genti paesane di luogo a luogo, cambiandone l'essere e il nome. (vol. I, cap. XIII, p. 256)
- In tutte le cose belliche erano i Sanniti grandi amatori di pompa e d'apparati. I colori più belli rilucevano nelle loro vesti militari, e per mostra d'armi di gran vista usavano anche scudi intarsiati d'oro e di argento: fatto sì vero, che nobilissime armature e di gran pregio, si ritrovano alla volte nei sepolcri di popoli ancor più semplici e frugali nel vivere. (vol. I, cap. XIII, p. 269)
Citazioni su Giuseppe Micali
[modifica]- Un'importanza filologica superiore ai suaccennati [Botta, Colletta e Ciampini] ha senza dubbio il Micali, per avere fra i primi, nella sua Storia degli antichi popoli italiani richiamato l'Italia, anzi l'Europa allo studio dei monumenti antichi come insigne materia per la storia dei popoli. Ei vuol dimostrare che la popolazione italiana è antichissima, e che l'Italia ebbe una civiltà tutta propria, prima che alcun altro popolo vi apportasse la sua. E per accrescer valore alla sua tesi, crea una mitologia etrusca di suo capo e allega una serie di stampe rappresentanti i più famosi monumenti dell'antichità, nell'interpretazione dei quali per altro cade in molti e gravi errori. Tuttavia, sebbene per le nuove scoperte e i progressi della critica storica l'opera di lui sia oggi poco conosciuta e stimata, egli è pel suo tempo uno dei pochi che compresero il metodo che si conveniva seguire in simili lavori. (Francesco Moroncini)
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Giuseppe Micali, Storia degli antichi popoli italiani, Tipografia del Vulcano, Firenze, 18493, vol. I.
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