Giuseppe Romita

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Giuseppe Romita

Giuseppe Romita (1887 – 1958), politico italiano.

Citazioni di Giuseppe Romita[modifica]

  • In un tardo pomeriggio di dicembre ci recammo al Quirinale per il giuramento.[1] Per l'ultima volta nella storia d'Italia un governo avrebbe giurato davanti ad un re sabaudo, Anzi, per la verità, non si trattava di un re vero e proprio, ma di un luogotenente, che melanconicamente sfoggiava una divisa da generale. Giungemmo a lui salendo l'ampio scalone. Mancava la luce elettrica e, quasi fossimo piombati in quel passato di cui la monarchia era l'ultima espressione, ci precedevano tenendo alti i doppieri[2] i valletti in frac rosso, dalle calze bianche, dai gesti controllati.[3]
  • Spettò a me il grande onore di dare al paese la prima comunicazione che l'Italia si avviava ad essere una repubblica. Dire quanto fossi emozionato non mi è possibile. Diedi un tale pugno ad un giornalista dell'Associated Press, certo George Brian, che quello ne rimase stordito e i giornali parlarono di perfetto uppercut, che io neppure so cosa significhi. Ero veramente fuori di me! Mentre venivano scattate decine e decine di fotografie, mentre gli obiettivi delle macchine da presa erano puntati sulla mia persona, parlavo, anzi leggevo, e sentivo la mia voce come se fosse di un altro. Ma talvolta sorridevo. Me ne accorsi poi vedendo le fotografie. Fu il momento più bello della mia vita.[4]

Citazioni su Giuseppe Romita[modifica]

  • Romita era un ingegnere sulla sessantina. Tortonese di nascita, si era formato, come militante socialista, a Torino. Il padre, «capomastro», era stato fervente monarchico e galoppino elettorale di deputati conservatori. Molto piccolo di statura, con una faccia brutta e simpatica da gnomo, Romita aveva modi bonariamente bruschi. I giornalisti che lo interrogavano sapevano che, se la domanda era appena impertinente, avrebbero avuto per risposta un ceffone semipaterno o un pugno. (Indro Montanelli e Mario Cervi)

Note[modifica]

  1. Il 10 dicembre 1945, il primo governo di Alcide De Gasperi, con Romita ministro dell'Interno, prestò giuramento nelle mani di Umberto di Savoia, luogotenente del Regno d'Italia.
  2. Candelabri a due bracci.
  3. Citato in Gianni Corbi, L'avventurosa nascita della repubblica, Rizzoli, Milano, 1989, p. 16.
  4. Citato in Gianni Corbi, L'avventurosa nascita della repubblica, Rizzoli, Milano, 1989, p. 35.

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