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Umberto II di Savoia

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Umberto II di Savoia, ultimo Re d'Italia

Umberto II, nato Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia (1904 – 1983), ultimo re d'Italia.

Citazioni di Umberto II

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  • Con la libertà tutto è possibile, senza libertà tutto è perduto[1]
  • È stato il giorno peggiore della mia vita. Ho pianto, quando ho lasciato Roma.[2]
  • Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giugno il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risolta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di re attendere che la Corte di cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta. Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale e arbitrario, poteri che non gli spettano, e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza.[3]
  • La mia partenza dall'Italia doveva essere una lontananza di qualche tempo in attesa che le passioni si placassero. Poi pensavo di poter tornare per dare anch'io, umilmente e senza avallare turbamenti dell'ordine pubblico, il mio apporto all'opera di pacificazione e di ricostruzione.[4]
  • La repubblica si può reggere col cinquantun per cento; la monarchia no. [...] La monarchia non è mai un partito. È un istituto mistico, irrazionale, capace di suscitare negli uomini, sudditi e principi, incredibili volontà di sacrificio... Non deve essere costretta a difendersi giorno per giorno dalle insidie e dalle accuse. Deve essere un simbolo caro o non è nulla.[5]
  • Mai si parlò di esilio, da parte di nessuno. Né mai, io almeno, ci avevo pensato.[6]
  • Ripenso alle ultime ore a Roma, a quando mi fu detto che allontanandomi per poco dalla città tutto sarebbe stato più semplice e invece: quel "trucco" che non voglio qui definire in termini "appropriati"![7]

Attribuite

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  • Le monarchie sono come i sogni. O si ricordano subito o non si ricordano più.[8]

Citazioni su Umberto II

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  • Alle tre del pomeriggio del 13 giugno 1946 Umberto di Savoia dette l'ultimo addio all'Italia. Lasciò il Quirinale con tutti gli onori dovuti a un sovrano. Nel cortile passò in rivista tutti i cocchieri del palazzo. I servitori e i gentiluomini di camera singhiozzavano. Umberto era pallido e abbattuto ma teneva il capo eretto e di tanto in tanto riusciva ad abbozzare un sorriso. Portava un abito di flanella grigia, un cappello floscio e un bastone da passeggio. Sembrava stanco, nervoso e molto più vecchio dei suoi quarantuno anni. All'aeroporto di Ciampino, mentre sostava davanti all'aereo che l'avrebbe portato via, gli si avvicinò un carabiniere e gli disse: «Maestà, non la dimenticheremo mai!». (Robert Katz)
  • Del principe ereditario Umberto di Savoia erano innamorate le ragazze di ogni ceto. Gli bastava comparire a qualche cerimonia o sfilata e se lo mangiavano con gli occhi. Era bello, bruno, alto, con sguardi romantici; purtroppo per lui, in un Paese dove viene esaltata nell'uomo soprattutto la virilità, si mormorava che gli piacessero poco le donne e che sua moglie Maria José fosse infelice. (Silvio Bertoldi)
  • È facile apparire intelligenti, quando si è belli! (Vittorio Emanuele III di Savoia)
  • È il primo re sabaudo che parla e pensa in italiano, e non in piemontese. (Carlo Sforza)
  • Il principe [Umberto II, dopo essere stato nominato nel 1944 luogotenente del Regno[9] dal padre Vittorio Emanuele III] rivelò una personalità completamente diversa da quella del padre, molto meno autoritaria e molto più simpatica. Poco per volta la vita del Quirinale, che Umberto aveva trovato in condizioni di assoluta desolazione, prese un ritmo e uno stile mai più conosciuto da quando Umberto I aveva passeggiato su e giù per i saloni. Furono ripristinati i cavalli e le carrozze, i servitori in livrea, e i balli di corte per i nobili e la gente altolocata. (Robert Katz)
  • In Portogallo papà aveva sempre una automobile Fiat a disposizione: un gesto gentile, perché non aveva mezzi. (Vittorio Emanuele di Savoia)
  • Voleva dare all'Italia un progetto per lo sviluppo democratico: grazie a lui la donna votò per la prima volta. (Vittorio Emanuele di Savoia)

Note

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  1. Citato in un articolo di Marcello Marrocco, Il Tempo, Roma, 6 novembre 1974; citato in Luciano Regolo, Il Re Signore, Simonelli editore, 1998, p. 5.
  2. Citato in Italicus (Ezio Saini), Storia segreta di un mese di regno, Sestante, Roma, 1947, p. 23.
  3. Dal proclama agli italiani del 13 giugno 1946.
  4. Da un'intervista con Edith Wieland; citato in Speroni, p. 316.
  5. Citato in Domenico Bartoli, Da Vittorio Emanuele a Gronchi, Longanesi, 1961. p. 61.
  6. Da un'intervista con Bruno Gatta; citato in Speroni, p. 316.
  7. Dalla lettera a Falcone Lucifero; citato in Speroni, p. 315.
  8. Attribuita da Luigi Barzini jr.. Citato in Indro Montanelli e Mario Cervi, L'Italia della Repubblica. 2 giugno 1946 - 18 aprile 1948, premessa di Sergio Romano, Rizzoli, Milano, p. 71.
  9. Cfr. voce su Wikipedia

Bibliografia

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  • Gigi Speroni, Umberto II, il dramma segreto dell'ultimo re, Bompiani.

Voci correlate

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Altri progetti

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