Giuseppe Sapeto

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Giuseppe Sapeto

Giuseppe Sapeto (1811 – 1895), missionario ed esploratore italiano.

Assab e i suoi critici[modifica]

  • Io ho sempre creduto che nessuna nazione sarebbe meglio che l'Italia geograficamente collocata, per dominare il commercio delle sponde mediterranee dell'Asia, dell'Egitto e della Barberia; quando il suo suolo e la sua industria fornissero quelle quantità e qualità di produzioni agricole e di manifatture che sono più dagli orientali ricercate. Nessuna nazione potrebbe con più celerità trasportare nell'Europa nordica, media ed occidentale i prodotti orientali, vuoi per mare e per terra, se l'Italia avesse un naviglio mercantile pari a quello delle altre grandi nazioni, e strade ferrate in buono assetto, e sbocchi alpini, che la mettessero in celere comunicazione con le altre parti d'Europa. (p. 13)
  • [In polemica con i critici del clima di Assab] Se i trafficanti italiani amano mite temperatura e sempre uguale, si chiudano nelle stufe dei giardini botanici, e non pensino a far commercio col mar Rosso, con le Indie, il golfo Persico, la sponda orientale ed occidentale d'Africa, con Fernanbuco ecc., che hanno clima più elevato di quello dell'Eritreo. Vivano eglino a modo delle piante esotiche nelle serre, e non correranno pericolo d'insolazioni, di cambiamenti atmosferici. Eglino non saranno mai altro che negoziantucci da cabotaggio, marinai rivieraschi o semplici speculatori della borsa; nella quale, mercé la temperatura tiepida nell'inverno e frescozza nella state, potranno senza molta fatica arricchire; facendo sopratutto bancarotte a tempo e aggiustamenti calcolati, che faranno piangere gl'inesperti azionisti e ridere gli scaltri, che mangiano i frutti del mal di tutti. (p. 56)
  • Per la millesima volta deggio[1] ripetere, ch'io non pretesi mai sul mar Rosso di rivaleggiare con qualsiasi nazione europea. Io non ebbi mai in capo idee di conquiste, di gelosia e d'invidia; le quali quando pigliassero in noi il sopravvento, ci farebbero, come ai liliputti[2], dare il giambo da tutto l'universo. Anziché rivaleggiare invidiosamente con l'Inghilterra, la nostra colonia dovrà piuttosto seguitarne gli esempi nel provvedere con sollecitudine e saviezza perseverante, i mezzi pacificamente idonei a distendere in più larga cerchia la sua azione commerciale, irradiandola con la sua influenza politica; emulando gli inglesi nello spandere la nostra civiltà fra i popoli barbari, o almeno non quanto noi progrediti. (p. 109)

Citazioni su Giuseppe Sapeto[modifica]

  • Può dirsi il più anziano dei promotori della nostra colonizzazione nell'Africa orientale onde ebbe origine il possesso dell'Eritrea. A lui si deve il primo tentativo di possesso africano sulla costa del Mar Rosso quando, nel 1870, per conto di Raffaele Rubattino acquistò la «Baia di Assab» tanto derisa dai nostri democratici cinguettanti e principio di quell'impero coloniale, che se ci costa molto, pur deve esserci tanto più caro per una organizzazione accurata e sapiente. (Cosimo Bertacchi)

Nota[modifica]

  1. Forma letteraria usata nell'Ottocento per devo.
  2. Allusione ai lillipuziani, i piccoli abitanti del paese di Lilliput descritti da Jonathan Swift nei Viaggi di Gulliver.

Bibliografia[modifica]

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