Grigorij Evseevič Zinov'ev

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Zinov'ev fotografato dalla NKVD dopo il suo arresto nel 1936

Grigorij Evseevič Zinov'ev (1883 – 1936), rivoluzionario e politico sovietico.

Citazioni di Grigorij Evseevič Zinov'ev[modifica]

  • [Nell'agosto del 1936, nelle dichiarazioni finali del processo contro lui, Kamenev e altri] Il mio imperfetto bolscevismo si trasformò in antibolscevismo, e attraverso il trockismo io arrivai al fascismo. Il trockismo è una varietà di fascismo, e lo zinovievismo è una varietà di trockismo [...].[1]

Citazioni su Grigorij Evseevič Zinov'ev[modifica]

  • È difficile trovare qualcuno che scriva di Zinov'ev in modo men che ostile: sembra che egli abbia fatto sia agli oppositori che agli stalinisti, sia ai comunisti che ai non comunisti, l'impressione di essere una nullità vanitosa, incompetente, arrogante e codarda. All'infuori dello stesso Stalin, Zinov'ev è l'unico leader bolscevico che non può essere chiamato un intellettuale. Ma nello stesso tempo egli non era neppure dotato di sensibilità politica; non aveva alcuna comprensione dei problemi economici. Era un oratore molto efficace, ma i suoi discorsi mancavano di sostanza, e avevano un'efficacia solo temporanea nell'infiammare le masse. (Robert Conquest)
  • Grazie a un fiuto eccezionalmente acuto Zinoviev afferra sempre, a volo, le formule di cui ha bisogno, cioè quelle che possono avere la maggiore influenza tra le masse. E come giornalista, come oratore, resta sempre un agitatore, con la differenza che nei suoi articoli rivela soprattutto i suoi punti deboli, mentre nei discorsi prevalgono i suoi punti di forza. Molto più audace e sfrenato nell'agitazione di qualsiasi altro bolscevico, Zinoviev è capace ancor meno di Kamenev di prendere un'iniziativa rivoluzionaria. È indeciso come tutti i demagoghi. (Lev Trockij)
  • Se Kamenev era un propagandista volgarizzatore, Zinoviev era un agitatore e anzi, secondo l'espressione di Lenin, nient'altro che un agitatore. Per essere un dirigente, gli mancava troppo il senso di responsabilità: privo di disciplina interiore, il suo pensiero è del tutto incapace di svolgere un lavoro teorico e si dissolve nell'informe intuizione dell'agitatore. (Lev Trockij)
  • [Sulle modalità di esecuzione della condanna a morte] Zinov'ev non stava bene ed era febbricitante; gli fu detto che doveva essere trasferito in un'altra cella. Ma quando vide le guardie capì immediatamente; tutti i racconti concordano sul fatto che svenne, urlando con voce acutissima un disperato appello a Stalin perché mantenesse la parola.[2] Diede l'impressione di un attacco isterico; ma probabilmente questo non è vero, perché la sua voce si faceva sempre acuta quando era eccitato, e forse stava cercando di fare un ultimo discorso. Inoltre, era ancora sofferente di un disturbo di cuore e di fegato, sicché è comprensibile qualche genere di collasso. Si dice che il tenente della NKVD[3] incaricato dell'esecuzione, temendo l'effetto di questa scena, qualora si fosse prolungata, lungo il corridoio e fin giù nei sotterranei, lo spinse in una cella vicina e gli sparò immediatamente, e che ricevette in seguito un riconoscimento per la sua presenza di spirito. (Robert Conquest)

Note[modifica]

  1. Zinoviev Trial, p. 171 [N.d.A., p. 789.]; citato in Robert Conquest, Il grande terrore (The Great Terror), traduzione di Adriana Valori Piperno, terza edizione BUR Storia, Rizzoli, Milano, 2006, p. 174. ISBN 88-17-25850-4.
  2. Stalin, prima del processo, aveva promesso a Zinov'ev e al coimputato Kamenev di salvare le loro vite e la libertà delle famiglie, se si fossero dichiarati colpevoli. (Robert Conquest, Il grande Terrore, op. cit., p. 148).
  3. Acronimo del russo Narodnyj komissariat vnutrennich del (Commissariato del popolo per gli affari interni).

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