Guglielmo Libri Carucci dalla Sommaja

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Ritratto di Guglielmo Libri Carucci dalla Sommaja

Guglielmo Libri Carucci dalla Sommaja (1803 – 1869), matematico italiano.

Galileo Galilei sua vita e sue opere[modifica]

Incipit[modifica]

Michel'Angelo morì il giorno in cui nacque Galileo. Ciò fu un gran pronostico destinato ad annunciare che ormai le arti che aveano fatta la gloria dell'Italia, doveano cedere il dominio alle scienze, e che il regno della filosofia andava ad aver principio. Gli immortali artisti che la gloria costituivano del secolo di Leone X prepararono questa rivoluzione col mezzo dello studio della natura, che fu sempre la loro guida, e per il sentimento del bello, che ad un sì alto grado essi eccitarono fra i loro contemporanei, e che sommamente contribuì in tutti i tempi allo sviluppo delle facoltà intellettuali.

Citazioni[modifica]

  • La salute degli uomini e degli animali, i lavori dell'agricoltura, le arti le più utili e più essenziali dipendono principalmente dal calore; ciò non pertanto sino a che Galileo inventò il termometro non si conosceva alcun mezzo per determinare la temperatura, e tutto si riduceva a dire: Ho caldo, o io ho freddo. Questo gran fisico avendo scoperto che l'aria, come tutti i corpi in generale, si rarefà col calore e riacquista il suo volume raffreddandosi, stabilì sopra questa assai semplice osservazione l'istromento destinato a rendere sensibili all'occhio le variazioni della temperatura. (p. 15)
  • Nel cominciare di quell'anno si diffuse la notizia in Venezia che era stato presentato in Fiandra a Maurizio di Nassau un istromento costrutto in modo che gli oggetti lontani si vedevano come se fossero stati vicini. Niente si aggiungeva intorno alla forma di tale apparecchio. In un viaggio fatto a Venezia Galileo intese tale notizia, che gli fu confermata da una lettera da Parigi. Di ritorno a Padova meditò sopra di essa un'intera notte, ed all'indomani il telescopio che prese da lui il nome era già costrutto. (p. 20)
  • Nel pubblicare le sue osservazioni intorno alla luna Galileo aggiunse altre scoperte più ancora interessanti. Dopo aver riconosciuto che la via lattea è un gruppo di piccole stelle, e che le lenti non ingrandiscono quelle fisse, scoprì nel 7 gennajo 1610 tre dei satelliti di Giove; sei giorni dopo scoprì il quarto. Non molto tempo dopo determinò le orbite, ed i tempi del moto circolare di questi satelliti, ed applicò le ecclissi di questi astri alle indagini delle longitudini, problema della più grande importanza per la nautica, e del quale i sapienti tutti ne cercavano la soluzione. (p. 22)

Bibliografia[modifica]

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