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Gustavo Adolfo Bécquer

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Gustavo Adolfo Bécquer, 1862

Gustavo Adolfo Bécquer, pseudonimo di Gustavo Adolfo Domínguez Bastida (1836 – 1870), poeta e scrittore spagnolo.

  • Mio Dio, come soli | rimangono i morti![1]

Memorie d'un tacchino

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A Siviglia, proprio nell'atrio del convento di Sant'Agnese, mentre stavo aspettando che incominciasse la Messa di mezzanotte, ascoltai dalle labbra di una delle converse questa storia.
Come era più che naturale, dopo essere stato a sentirla attesi con impazienza l'inizio della cerimonia, ansioso di assistere al prodigioso avvenimento che, stando alla tradizione, avrebbe dovuto verificarsi.
Eppure non c'era nulla di meno prodigioso che l'organo di Sant'Agnese, né di meno volgare degli scipiti mottetti che quella notte ci regalò l'organista della chiesa.

Citazioni

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  • Nei tenebrosi cantucci del mio cervello, prostrati e ignudi, dormono i figli della mia fantasia, aspettando in silenzio che l'arte li rivesta di parole per potersi poi prestare sulla scena del mondo. Feconda come il letto d'amore della miseria, e simile in certo modo a quei genitori che mettono al mondo più figlioli di quanti siano in grado di allevarne, la mia musa concepisce e partorisce chiusa nel misterioso santuario della mente, e lo popola di creazioni innumerevoli, a dar forma alle quali non sarebbero sufficienti né la mia attività febbrile, né tutti gli anni di vita che mi rimangono.[2]
  • L'orrore m'aveva fatto gelare il sangue nelle vene; mi sentivo in tutto il corpo un brvido glaciale, mentre le tempie mi ardevano... Allora volli gridare, invocare aiuto, ma non riuscì. L'uomo s'era voltato verso di me e mi guardava... Anzi, sbaglio, non poteva guardarmi perché era cieco... Era mio padre!... (p. 36)
  • Era già un gran pezzo che avevo voglia di scrivere qualche cosa sotto questo titolo.
    Oggi, che mi se n'è presentata l'occasione, l'ho tracciato in tutte maiuscole sul primo di una risma di fogli di carta, e poi ho lasciato che la penna si sbizzarrisse a suo piacimento. (p. 38)
  • La mia vita è un terreno incolto,
    fiore che tocco perde i petali,
    sul mio fatale cammino
    qualcuno va seminando il male,
    affinché io lo raccolga.

Citazioni su Gustavo Adolfo Bécquer

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  • Nei lunghi giorni di miseria e di fame, trovò conforto nella musica, specie i quella di Donizzetti e di Bellini, che lo appassionava profondamente e gli procurava l'oblio dei ripetuti insuccessi e delle incessanti delusioni che lo affliggevano. (Antonio Gasparetti)[3]

Note

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  1. Da Rimas. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  2. Citato in prefazione a Memorie di un tacchino.
  3. In prefazione a: Gustavo Adolfo Bécquer, Memorie d'un tacchino (Leyendas y narraciones), traduzione e introduzione di Antonio Gasparetti.

Bibliografia

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  • Gustavo Adolfo Bécquer, Memorie d'un tacchino (Leyendas y narraciones), traduzione e introduzione di Antonio Gasparetti, Edizioni Paoline, 1966.

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