Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz

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Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz nel 2011

Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz (1945 – vivente), filosofa tedesca.

Citazioni di Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz[modifica]

  • La grande benedettina del XII secolo ha trovato sorprendentemente fra di noi ampia eco, grazie alla «medicina verde alternativa di Ildegarda». Molti si stupiscono per l'amica della natura, la poetessa, la musicista. Il nocciolo centrale di Ildegarda è altro: «la lieta scienza» (laeta scientia) di una teologia della creazione fondata biblicamente e monasticamente. Dio ha immesso tutte le creature nella rete dell'amicizia, soprattutto nell'amicizia con l'uomo (il melo in primavera inclina i rami, affinché le sue mele possano essere colte più facilmente). Il significato biblico antropocentrico della creazione risiede nella persona creata per sanare la caduta dell'«angelo nero», ma che sente se stessa e tutto il mondo trascinata nella caduta. Quindi la creazione caduta attende anche il ritorno, la conversione che viene con il Figlio dell'Uomo. Ildegarda mette sulla bocca di Cristo, il Medico, queste parole: «Mostrami le ferite del tuo cuore. Io soffrirò nelle tue ferite con te, e così sarai in comunione con il Padre». In questa lingua forte il Vangelo acquista nuova risonanza, nuova forza di salvezza. Perciò Ildegarda rappresenta una teologia del corpo senza dualismo manicheo: quanto guarisce all'interno, si mostra anche all'esterno con salute, forza, bellezza. Da abbadessa dava grande importanza a una postura eretta, a vesti liturgiche belle, alla lieta irradiazione delle sue sorelle. Come molte mistiche conobbe un linguaggio erotico: «Così Lo conosce la persona [...] con l'occhio della fede e Lo bacia con il bacio della scienza». Ildegarda è una grande visionaria della creazione, nella sua forza originaria, prima spezzata, poi liberata.[1]
  • [L'intervistatore chiede: Cosa direbbe Guardini dell'Europa di oggi, minacciata dai populismi e dai nazionalismi?] Nel nazismo (e anche altrove) il "sangue" è divenuto il "nuovo mito" del Novecento. Il "sangue" distrugge lo spirito [...] e dissolve tutto ciò che l'Europa aveva conquistato come liberazione dalla natura, come vittoria sulla "terra", sulla stirpe e sul clan. Nell'arte greca Guardini vide una prima liberazione del uomo, di chi non è più costretto nelle forze naturali del cosmo. Quest'arte incomparabile ha sviluppato un nuovo "divino" concetto del corpo umano. Ma nel Vangelo si coglie la nozione alternativa della "persona" che vince la nozione del sangue. Ogni persona ha un valore non limitato da ragioni secondarie, un valore in se stessa. Allora un nazionalismo brutale o populismo che dir si voglia è un passo indietro a una società precristiana o primitiva.[2]

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Cristiana Dobner, Sono diventata credente studiando filosofia, L'Osservatore Romano, inserto Donne, chiesa, mondo, agosto – settembre 2012; riportato in laityfamilylife.va.
  2. Dall'intervista di Roberto Righetto, Romano Guardini, il filosofo dell'educazione, avvenire.it, 8 novembre 2018.

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