Hindu Kush

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I Monti Marmal, vette della catena montuosa dell'Hindu Kush

Citazioni sull'Hindu Kush.

  • Dietro le alte mura del giardino vidi una catena montuosa blu, meravigliosa, che non sembrava appartenere a questo mondo ma al cielo notturno. Là, pensai, non potevano esistere né rocce né erba, né gole né valli, né alberi, né pascoli, né fuochi di pastori, né ghiacciai, né tempeste. Era tutto materia uniforme, vellutata, avvolta da un delicato vapore, imbevuta e pervasa dal chiarore della luna, fino alla cresta dalle fantasiose frastagliature, che, a volerla toccare, si sarebbe sicuramente dissolta e fusa con le nubi lattiginose. Rimasi estasiata da una così stupenda visone. (Annemarie Schwarzenbach)
  • Il nome di Indo Kusc comparve al principio del 1300, nelle storie arabe e significa «tomba degli indiani», forse a causa del gran numero di schiavi indiani che perivano sulle sue nevi. (Arnaldo Cipolla)
  • Sorvolo sullo stato d'animo con il quale ci si avvicina a questa leggendaria barriera montana, figlia diretta dell'Ymalaia, sapendo che si supererà quasi con la stessa facilità con cui si valicano le Alpi. Senonché qui bisogna raddoppiare le dimensioni. I colli più bassi dell'Indo Kusc sorpassano i quattromila metri, ad eccezione di Shibar, di 3200 metri, scavalcato dall'unica rotabile. Sembra un miracolo riuscire ad issarsi con l'automobile ordinario[1] sulla catena principale, dato che le strade sui contrafforti che la precedono sono assolutamente spaventose: invece, quando si giunge nel cuore del massiccio, tutto cambia. Si corre sul fondo di altissimi cunicoli, fra pareti di roccia che consentono appena di vedere il cielo, ma la strada ha un fondo eccellente. (Arnaldo Cipolla)

Note[modifica]

  1. Il sostantivo, all'epoca, era declinato anche al maschile.

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