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Honda NSR 500

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Honda NSR 500 (1995)

Citazioni sulla Honda NSR 500.

  • [«Qual era il tallone d'Achille delle NSR?»] Avevano una gran velocità di punta, ma non voltavano: era nel loro DNA. Yamaha e Suzuki in inserimento erano più facili, e a centro curva per noi non c'era modo di cambiare la traiettoria impostata, mentre loro riuscivano a chiudere meglio. Noi, per farlo, dovevamo rallentare troppo. Il telaio è stato il punto debole delle NSR nell'arco di tutta la mia carriera, l'aspetto a cui ho dedicato più impegno. Per fortuna, di margine per lavorare ce n'era parecchio. (Michael Doohan)
  • [Spiegaci in dettaglio che "bomba" fosse la Honda NSR nel biennio 1992-1993] Nel 1992 corsi con la NSR 500 in Giappone, ma la mia prima stagione nel mondiale fu il 1993. Quando arrivai, sia Gardner che Doohan avevano un set-up di telaio personalizzato e io preferii quello di Mick. Devo dire che lui e Jeremy Burgess fecero funzionare la NSR molto bene, a livello di cilindri e scarichi, tirarono fuori una buona velocità di punta e la resero anche più guidabile. La moto a iniezione era più difficile da guidare, accelerare quando non c'era il massimo del grip era complicato e non venne utilizzata a lungo. (Daryl Beattie)
  • Negli anni della 500 la Honda NSR rappresentava un punto di arrivo. Il sogno di una intera carriera. Io avevo 20 anni, quando sono arrivato a quel punto. Quando ho realizzato quel sogno. [...] Mi ero immaginato il mio debutto su una Honda 500 ufficiale come una sorta di iniziazione che avviene attraverso una cerimonia di grande importanza e suggestione. [...] "All'arrivo vedrò i camion della Honda, la moto che sarà bellissima, lucida, curatissima; entrerò in un'organizzazione impeccabile, con gli ingegneri giapponesi che gireranno attorno a me, i meccanici con i guanti bianchi mi assisteranno in ogni mia esigenza". Bene, non è andata esattamente così. Sono entrato in un paddock semideserto, mi sono guardato intorno e ho visto arrivare un furgone verde dell'Europcar: sui sedili c'erano Jeremy [Burgees, suo capotecnico], Bernard (un meccanico del Team HRC) e, in mezzo a loro, un meccanico giapponese. Jeremy non aveva badato ai formalismi: aveva ai piedi delle scarpe tipo le Timberland dei paninari milanesi degli anni Ottanta, e soprattutto un maglione orrendo, di lana scura con rettangoli disegnati nella parte bassa. Maglioni così, pensai subito, non se ne vedono più! [...] Proprio perché Jeremy e quelli della Honda non si erano voluti far mancare nulla, avevano anche preso una cassetta degli attrezzi. E poi basta, finito. Era come se dovessimo andare a fare una scampagnata con una moto del concessionario. A proposito: la NSR era nera, con i cerchi color arancio e il serbatorio grigio; le carene non avevano nulla. L'insieme era davvero poco curato. "Ma come, questa è la moto più importante del mondo, la provo per conto della più potente Casa del mondo, col capotecnico numero uno, e questi fanno scendere da un furgone a noleggio verde una roba conciata in questo modo?!" mi sono chiesto immediatamente. Ero allibito. Non potevo crederci. "E poi loro, ma guarda come sono conciati..." mi ripetevo, quasi scandalizzato. [...] Non riuscivo a smettere di pensare: "E questa sarebbe la massima espressione del motociclismo?!". [...] Ma la moto funzionava bene [...]. Una volta in sella, non ho avuto molto tempo per preoccuparmi di come eravamo ridotti. [...] La NSR 500 è la moto più emozionante cu cui sia mai salito. Una moto estremamente selettiva, la più difficile da guidare; al minimo errore cadevi, non c'era niente che tu potessi fare. Ecco perché dico che era adatta a pochi piloti. (Valentino Rossi)

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