Ho camminato con uno zombi
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Ho camminato con uno zombi
Titolo originale |
I Walked with a Zombie |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1943 |
Genere | horror |
Regia | Jacques Tourneur |
Soggetto | Inez Wallace (romanzo) |
Sceneggiatura | Curt Siodmak, Ardel Wray |
Produttore | Val Lewton |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Ho camminato con uno zombi, film statunitense del 1943 con Frances Dee, Tom Conway e James Ellison, regia di Jacques Tourneur.
Frasi
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Quei pesci volanti non saltano per gioco, ma saltano per la paura: un pesce più grosso li vuole mangiare. Quest'acqua luminosa riesce a brillare grazie a milioni di piccoli corpi morti, alla loro putrefazione. Non c'è bellezza qui, solo morte e marciume. [...] Qui tutto ciò che è bello muore, anche le stelle. (Paul)
- Io appartengo a un mondo che muore, Betsy, e non voglio che lei muoia con me. (Paul)
Signore Iddio, a volte le creature di bellezza diventano creature di morte. Forse alcuni non resistono ai tuoi doni supremi, forse non ne sono degni, forse altri non cercano che di corromperli e di disperderli. Ricorriamo alla magia per illuderci di comandare quando non sappiamo nemmeno obbedire. E riusciamo a trovare più spesso la forza di fare il male che quella di fare il bene. Il dolore nasce con noi, dalla nostra natura mortale; soltanto l'amore ci può riscattare. (Voce narrante)
Citazioni su Ho camminato con uno zombi
[modifica]- Più che un horror, il secondo film prodotto da Val Lewton per la Rko (dopo Il bacio della pantera) è un dramma psicologico girato come un lungo sogno ininterrotto [...]. Al centro del film il conflitto tra il potere della ragione (qui la scienza della medicina che non riesce a guarire Jessica) e quello delle forze oscure rappresentate dalla cultura vudù, che a turno i protagonisti del film cercano di piegare alle proprie esigenze con risultati incontrollabili. (Il Mereghetti)
- Prodotto dal geniale Val Lewton per la RKO e basato su una sceneggiatura di Curt Siodmak e Ardel Wray, vagamente ispirata a Jane Eyre (1847) di Charlotte Brontë, è un dramma psicologico più che un horror vero e proprio, sebbene la finale sequenza notturna, il climax del film, ispiri autentico spavento. (il Morandini)
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