Il suo destino

Il suo destino

Luisa Ferida in una sequenza del film


Interpreti e personaggi
Titolo originale	Il suo destino
Lingua originale	italiano
Paese	Italia
Anno	1938
Genere	drammatico
Regia	Enrico Guazzoni
Soggetto	Dino Di Luca
Sceneggiatura	Enrico Guazzoni
Luisa Ferida: Maria Laura Nucci: Carmelita Ennio Cerlesi: Luciano Enrico Glori: Don Pedro Mario Pisu: Andrea Pina Renzi: Piera Emma Baron: moglie di Andrea Jone Romano: Oduna Guido Morisi: Alvaro Aristide Garbini: Gaetano Renato Chiantoni: Spilunga

Il suo destino, film italiano del 1938 con Luisa Ferida, regia di Enrico Guazzoni.

Frasi

Citazioni in ordine temporale.

Io ho un sacro rispetto per le valigie fatte, perché so benissimo che dopo la stessa roba non ci entra più. (Andrea)
Se è un sentimentale stai attenta: i sentimentali sono sempre senza quattrini o non li vogliono spendere. (Gastone)
Io vi auguro che siate felici, lontani dalle passioni e dai desideri violenti: la felicità è soltanto in questo. Vi ringrazio, amici, alla salute! (Maria) [brindisi]
Fai la ninna, fai la nanna, | piccinino della mamma, | fai la ninna, fa' un bel sonno, | hai bisogno di dormir. (Maria) [ninna nanna]

In questo film Guazzoni fa passare ogni sorta di pene, avventure e dispiaceri ad una giovane e piacente donna: ben quattro sono gli uomini che inventano per questa disgraziata creatura croci e delizie sempre diverse. [...] Interpreti di questo romantico ed elaborato romanzo sono Luisa Ferida, pronta e sincera nella sua fosca e ingrata parte, Enrico Glori più truce di quanto fosse necessario alla fisionomia del tipo. (Fabrizio Sarazani)
L'azione del film [...] dovrebbe svolgersi in una fattoria brasiliana. Ma il Brasile è alquanto lontano dalle scene di questo film, dove si possono vedere e udire le cose più amene di questo mondo. L'ingenuità di certi nostri produttori e registi sarebbe perfino commovente, se fosse vera ingenuità. Ma in certi film è chiaro che nessuno dei loro autori ripone fiducia. Così non senza ragione il pubblico si domanda perché dovrebbe essere proprio lui a crederci. (Gino Visentini)