In nome del Papa Re
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In nome del Papa Re
Titolo originale |
In nome del Papa Re |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1977 |
Genere | storico, drammatico |
Regia | Luigi Magni |
Sceneggiatura | Luigi Magni |
Interpreti e personaggi | |
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Note | |
Musiche: Armando Trovajoli |
In nome del Papa Re, film italiano del 1977 con Nino Manfredi, regia di Luigi Magni.
Frasi
[modifica]- Qui non finisce perché arrivano gli italiani, qui arrivano gli italiani proprio perché è finita. (Colombo)
- Per quello che me ne frega a me... [si mette a origliare alla porta] (Perpetuo)
- D'altra parte, io come lo crescevo? Lo mandavo alla caccia alla volpe, lo allevavo tra servi e carrozze, lo facevo diventare come il conte Ottavio... un imbecille. (Contessa)
- I figli so' diversi, e noi, invece d'esse' contenti che non ce somigliano, li volemo fa' diventa' come noi che, poi, manco se piacemo. (Colombo)
- Non vorrei influenzare le vostre libere decisioni. Ora, a voi il giudizio. Chi si pronuncia per la pena di morte risponda "sì", chi è contrario risponda "no"... e che Dio lo perdoni. (presidente del tribunale)
- Sembra ieri che i leoni ce se magnavano ar Colosseo! [alludendo all'età media dei giudici del tribunale] (Colombo)
- Voi, magari, ve credete che stamo ancora qui a giudica' Giordano Bruno ma, quando cambiano i tempi, ottimi padri, cambia il modo di vedere le cose, e cambia anche la morale sulla quale si fonda la legge. (Colombo)
- Il concetto di colpa e di innocenza che c'hanno loro, ormai è diverso dal nostro. Noi crediamo ancora nell'obbedienza, e loro credono nelle bombe. È certo che c'hanno torto, ma mica è detto che per questo c'avemo ragione noi. (Colombo)
- Giovanotti, a Roma c'è la guerra, è inutile che se lo nasconnemo. E qui so' zompati per aria ventitré soldati di un esercito che, siccome è er nostro, ce po' pure dispiace', ma sapete chi è stato a falli zompa'? [...] soldati di un altro esercito che non è il nostro, un esercito in borghese. Ma stiamo attenti, eccellentissimi padri, ché quando un esercito è in borghese, è un esercito di popolo, e cor popolo, ce se sbatte sempre er grugno. (Colombo)
- Fratelli, semo vecchi... c'avemo l'ore contate. Volemo fa' 'na bona azione, prima de mori'? Una sola: mannamo er boja in pensione e chiudemo in bellezza. (Colombo)
- Adesso, me spari o non me spari, nun me ne frega più niente, perché già m'hai sparato. (Colombo)
- Se rivedemo a Roma. Ce pensi? Senza preti e senza Papa! (Teresa)
- [ai gesuiti] Sempre più allegri voiartri, eh? (Colombo)
- I ribelli morono sempre a vent'anni, pure quanno nun morono. (Colombo)
- [rifiutando la comunione al generale dei gesuiti] No. A voi no. (Colombo)
Dialoghi
[modifica]- Don Marino: Sono tutti così [i giovani ribelli]. Di fuori sono angeli e di dentro sono demonî, eccellenza. Non sono come noi...
Colombo: ...che semo demonî dentro e fori.
- Colombo: Ma come po' esse tutta 'sta cattiveria che ve portate dentro e de fori non se vede? Ma che c'avete?
Cesare: Ve posso risponde' co' 'na domanda? [...] Voi chi siete? [...] Voi, i preti, il Papa Re, che rappresentate?
Colombo: Diciamo... il potere?
Cesare: Sì, ma un potere che non esiste più. Voi farete pure questo processo per l'attentato alla caserma, ma in nome di quale legalità? In nome de che?
Colombo: In nome del Papa Re.
Cesare: Appunto. Perciò sapete che succederà in aula?
Colombo: No, nun lo so, dimmelo te.
Cesare: Che l'accusati diventeranno accusatori, e se rovesceranno le carte sur tavolino de la Storia.
Colombo: Embè, interessante, però non hai carcolato una cosa: er mazzo 'o famo noi, c'avemo tutti l'assi e, quanno nun ce l'avemo, baramo pure.
- Colombo: Lo sapete [...] dove vorrebbe anna' vostro figlio? Sur patibolo.
Contessa Flaminia: Perché è pazzo!
Colombo: E che vor di' "pazzo"? Nun dovete da' una risposta che nun significa gnente. Voi me dovete solo di' chi è uno che a vent'anni vo' mori' mentre noi, all'età nostra, semo ancora attaccati alla vita come ostriche. Anzi... come cozze.
- Teresa: Ma voi 'n ve la dovete pija. Er fatto è che, la prima volta che me so' dovuta difende' da un prete, c'avevo diec'anni.
Colombo: E io, l'ultima volta che me so' dovuto difende' da 'na donna, ce n'avevo cinquanta. A more', la vita è 'na lotta!
- Colombo: Cesarino? Cesarino? [non risponde] Ce stai, fijo?
Cesare: Nun me chiamate fijo, sinnò ve do 'n carcio in bocca!
Colombo: Ce sta.
- Colombo: Questo che è?
Cesare: È abbacchio.
Colombo: Sì ma, ne la fattispecie, che è?
Cesare: Beh... è grazia di Dio.
Colombo: Ecco. Tu ce stai in grazia de Dio? No! E allora me lo magno io!
- Colombo: Io nun ci credo più.
Giudice gesuita: Non credi più? Ma come? Hai perduto la fede?
Colombo: Ma che fate er gesuita con me? Voi avete capito benissimo in che non credo più.
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