Ja'far al-Nimeyri

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Nimeyrī

Jaʿfar Muḥammad al-Nimeyrī (1930 – 2009), generale e politico sudanese.

Citazioni di Jaʿfar Nimeyrī[modifica]

He has a split personality - both parts evil.
  • Il Sudan sarà la Cuba dell'Africa? Forse. In ogni modo non vogliamo fare della nuova Repubblica democratica un faro di socialismo sul nostro continente come lo è divenuto il paese di Fidel Castro nell'America Latina.[2]
  • I militari costituiscono la parte più cosciente della nazione, la meglio organizzata e anche la più devota agli interessi popolari.[2]
  • Il sistema originale che noi cerchiamo di costruire è fondato su una associazione fra militari e civili progressisti. Noi ci baseremo su una organizzazione di massa, che creeremo prossimamente, per edificare una democrazia socialista nella quale l'individuo possa godere di tutte le libertà compresa quella di criticare il potere. Ad esso saranno assicurati i diritti al lavoro, a una casa decente, all'istruzione, alle cure mediche gratuite.[2]
  • Non vogliamo usufruire delle esperienze e delle dottrine straniere, quelle esposte nei libri sacri o realizzate in Inghilterra e nell'Unione Sovietica. Il socialismo non è un dogma e non può essere né importato né esportato. Da noi sarà dunque allo stesso tempo di contenuto sudanese e aperto alle correnti di pensiero mondiali.[2]
  • [Sulla prima guerra civile in Sudan] Come tutti i miei colleghi del Consiglio della rivoluzione sono giunto alla conclusione che non vi sono soluzioni militari alla ribellione. È perciò che uno dei primi gesti del governo rivoluzionario è stato quello di proclamare il diritto alla autonomia delle popolazioni del sud. Noi siamo pronti a riconoscere questo stesso diritto a tutti gli altri gruppi etnici, al nord e all'est o all'ovest, laddove lo reclamino. A condizione però che il principio della unità della Repubblica sudanese non venga messo in discussione.[2]
  • Non nego che la rottura con Washington e Bonn non abbia delle conseguenze economiche sul nostro paese. Ma occorre saper distinguere tra gli amici e i nemici del Sudan, quelli che vogliono aiutarci a lottare contro il sottosviluppo e quelli che cercano di trarre dei benefici economici e politici dalla nostra miseria.[2]
  • In Africa, siamo stati - e lo siamo tuttora - molto preoccupati dalla politica di destabilizzazione sostenuta dalla Libia e dalla sua ingerenza negli affari interni degli altri. La Libia sta minando l'unità del Ciad invadendo ed occupando il suo territorio e complottando contro l'unità e la stabilità del Sudan. L'Etiopia e la Libia stanno svolgendo entrambe un ruolo pericoloso ed attuando politiche al servizio degli interessi di una potenza superiore.[3]
In Africa, we have been - and still are - very concerned about the destabilization policies represented by Libya and its intervention in the internal affairs of others. Libya is undermining the unity of Chad by invading and occupying its territory and plotting against the unity and stability of the Sudan. Ethiopia and Libya are both playing a very dangerous role and executing policies serving the interests of a superior power.
  • Non ci sono stati furti gravi da quando sono iniziate le amputazioni. Khartum è la città più sicura dell'Africa. Le vostre città sarebbero più sicure se di tanto in tanto amputaste qualche mano. (da un intervista nel gennaio 1985[4])
There haven't been any serious thefts since the amputations started. Khartoum is the safest city in Africa. Your cities would be safer if you amputated a few hands now and then.
  • [Sui Fratelli Musulmani] La loro intenzione è di governare il Paese, e se essi ne assumono il controllo allora ci sarà un altro Iran.[5]

Dall'intervista di Evgenij Primakov (30 maggio 1969)

in Evgenij Maksimovič Primakov, Russia and the Arabs: Behind the Scenes in the Middle East from the Cold War to the Present, Hachette UK, 2009, ISBN 0465019978

  • Il regime che abbiamo spodestato era marcio fino in fondo. Abbiamo l'appoggio della schiacciante maggioranza del popolo. Siamo pienamente risoluti a schiacciare tutte le forze che agiscono contro il popolo. La rivoluzione deve essere difesa.
The regime we ousted was rotten to its core. We have the support of the overwhelming majority of the people. We are full of resolve to crush all forces that act against the people. The revolution must be defended.
  • Non dobbiamo permettere al Sudan meridionale di essere trasformato in una base per la controrivoluzione. [...] Concederemo alle tribù del sud – che sono diverse dal punto di vista etnico, religioso e linguistico – diritti nazionali nel quadro di uno stato sudanese unito. Ad esse verrà offerta una forma di autonomia. Possiamo trarre esempi da molti stati sul modo in cui hanno risolto i loro problemi di nazionalità, inclusa l'Unione Sovietica.
We must not allow the south of Sudan to be turned into a base for counter-revolution. [...] We will grant national rights within the framework of a united Sudanese state to the tribes of the south, who are all ethnically, religiously and linguistically different. They will be offered a form of autonomy. We can draw on the example of many countries and how they have settled their nationalities question, including the Soviet Union.
  • Staremo fianco a fianco con tutte le forze che combattono il colonialismo.
We will stand side-by-side with all forces that are fighting colonialism.
  • Il popolo sudanese si sente molto riconoscente verso l'Unione Sovietica per il suo enorme appoggio alla lotta per l'indipendenza, nella lotta degli arabi per i loro diritti contro le forze dell'imperialismo. Vediamo il nostro avvenire come un futuro di cooperazione multilaterale con tutti gli stati amici, inclusa l'Unione Sovietica.
The Sudanese people feel very grateful to the Soviet Union for its enormous support in the pro-independence struggle, in the Arabs' battle for their rights against the forces of imperialism. We see our future as one of multilateral partnership with all friendly countries, including the Soviet Union.

Citazioni su Jaʿfar Nimeyrī[modifica]

  • A un certo punto del 1983, l'anziano leader sudanese fu colpito da una visione del suo paese come un puro stato islamico. Forse pensò che, abbracciando il fondamentalismo islamico, avrebbe potuto sopraffare il movimento di opposizione che da tempo era stata costruito contro il suo regime. Nell'agosto del 1983, venne decretato che le leggi dell'Islam fossero quelle del Sudan moderno e il sud cristiano, unito sotto un solo governo sin dagli accordi del 1979, fu diviso in tre distretti. Queste misure fecero precipitare il sud nel caos ed alienarono il favore dell'opinione araba moderata nel nord. Una cosa era applicare leggi islamiche ai musulmani, tenere fustigazioni pubbliche, tagliare arti e proibire la vendita o il consumo di bevande alcoliche; tutt'altro infliggere queste pratiche su cristiani già esausti dal dominio del nord musulmano. (David A. Korn)
  • Da "socialista scientifico" nel '69, Nimeiry è passato ad essere prima "socialista scientifico" nel '69, Nimeiry è passato ad essere prima "socialista arabo" e poi "socialista alla sudanese"; in una seconda fase dopo aver sposato la causa dell'islamizzazione, si è prima autoproclamato "Imam" (guida religiosa suprema) e successivamente ha annacquato il suo integralismo messianico trasformandosi nel propugnatore di una "via sudanese" all'Islam. A fare le spese di questo trasformismo sono state a turno tutte le forze comuniste, nazionaliste, islamiche e autonomiste del paese. (Magdi Allam)
  • Dovendo tracciare un bilancio, bisogna riconoscere alla «gestione Numeiri » alcuni meriti storici. Il primo è quello di aver tentato di risolvere in modo pacifico la grave questione meridionale. Le province «sudiste» del Sudan sono abitate da popolazioni nilotiche pagane o cristiane, che non parlano arabo e non sono state toccate dalla penetrazione islamica. A queste popolazioni, in stato di ribellione endemica (ribellione incoraggiata, armata e finanziata, non bisogna nasconderselo, di servizi segreti angloamericani, dall'imperatore d'Etiopia, dagli israeliani, dalla Germania occidentale, e da una parte del clero cattolico) i precedenti governi avevano saputo mostrare soltanto il volto duro della repressione armata. El Numeiri seppe offrire una mano tesa, una proposta di autonomia nell'unità, grazie anche alla azione intelligente e tenace del ministro per gli Affari Meridionali, il comunista Joseph Garang, nilotico lui stesso e cristiano. (Arminio Savioli)
  • El Numeiri cade vittima dei suoi pesanti errori, che hanno offuscato e infine cancellato i successi e i meriti del suo breve regime. (Arminio Savioli)
  • La fine del regime di Gaafar Nimeiry è la naturale conseguenza della sua spietata repressione di tutte le forze politiche interne che ha prodotto il suo totale isolamento e la perdita di fiducia da parte di tutti gli interlocutori politici. (Magdi Allam)
  • Quando assunse il potere nel 1969, Nimeyri aveva giurato che avrebbe messo termine alla guerra civile concedendo al sud una larga misura di autonomia. Ma, durante i suoi primi due anni in carica, non fece quasi niente per onorare questa promessa. Invece, come i suoi predecessori, fece ricorso ad una più grande repressione. Così la guerra civile continuò a aggravarsi, come una grande ferita cancrenosa che non guariva e che fiaccava sempre più la vitalità economica e politica del Sudan. (David A. Korn)

Note[modifica]

  1. Citato in Jaafar Nimeiri, Theguardian.com, 5 giugno 2009
  2. a b c d e f Citato in Rivoluzione e libertà nel Sudan per edificare il socialismo, L'Unità, 3 agosto 1969
  3. Citato in Remarks of President Reagan and President Gaafar Mohamed Nimeiri of the Sudan Following Their Meetings, Reaganlibrary.gov, 21 novembre 1983
  4. Citato in Judith Miller, God Has Ninety-Nine Names: Reporting from a Militant Middle East, Simon and Schuster, 2011, p. 140, ISBN 143912941X
  5. Citato in Scioperi a Khartum: Il Sudan isolato dal mondo, La repubblica, 4 aprile 1985

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