Jacques Philippe

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Jacques Philippe (1947 – vivente), religioso, presbitero, teologo e scrittore francese della Communauté des Béatitudes.

Alla scuola dello Spirito Santo[modifica]

Incipit[modifica]

È illusione comune pensare che la santificazione sia opera dell'uomo; che basti avere un programma di perfezione ben chiaro per poi mettersi all'opera con coraggio e pazienza e realizzarlo progressivamente: tutto qui.

Citazioni[modifica]

  • Ciò che è veramente capace di colmare i nostri cuori non sono tanto i beni che riceviamo, quanto il bene ispirato da Dio che pratichiamo: c'è più gioia nel dare che nel ricevere.
  • Dio ci chiama alla perfezione ma non è un perfezionista.
  • Esistono molteplici espressioni della volontà di Dio che già conosciamo senza aver minimamente bisogno di particolari ispirazioni: si tratta della volontà di Dio che si manifesta, in modo generale, nei comandamenti della Scrittura, nell'insegnamento della Chiesa, nelle esigenze proprie alla nostra vocazione, alla nostra vita professionale etc.
  • Il segreto della santità è comprendere che possiamo ottenere tutto da Dio a condizione di sapere come prenderlo.
  • La nostra ingratitudine verso Dio ci fa ripiegare su noi stessi e ci chiude alla sua grazia.
  • La perfezione si raggiunge non tanto attraverso la conformità ad un ideale, quanto attraverso la fedeltà interiore a delle ispirazioni.
  • La santità non è certamente la realizzazione di un programma di vita che fissiamo noi.
  • Otterremo la grazie di essere fedeli nelle cose importanti che, per il momento, sono per noi impossibili, solo continuando ad essere fedeli nelle piccole cose, alla nostra portata, soprattutto quando queste piccole cose sono quelle che lo Spirito Santo ci chiede, sollecitando il nostro cuore con le sue ispirazioni.
  • Per accedere alla santità, l'uomo non si può limitare a seguire delle regole generali che valgono per tutti. Egli deve anche capire quello che Dio gli chiede in particolare e che, forse, non chiede a nessun altro.
  • Per ottenere più ispirazioni, bisogna cominciare ad ubbidire a quelle che riceviamo.

La libertà interiore[modifica]

  • [L'essere umano] anche nelle circostanze esterne più sfavorevoli ha ancora sempre dentro di sé uno spazio di libertà che nessuno può portargli via.
  • Chi rifiuta di perdonare, chi rifiuta di amare, presto o tardi finirà anch'egli vittima della sua mancanza di amore.
  • [Le imperfezioni degli altri] ci aiutano anche a non attenderci da loro una qualche felicità, pienezza o compimento che in realtà possiamo trovare in Dio soltanto.
  • [Libertà] è anche dire di sì a ciò che non abbiamo scelto.
  • Gli elementi dell'esistenza che scegliamo sono in quantità molto ridotta rispetto a quelli che possiamo scegliere.
  • Il giusto atteggiamento da tenere dinnanzi a Dio è dunque questo: per un verso, un'accettazione del tutto tranquilla, del tutto distesa, di noi stessi e delle nostre miserie e, per l'altro, un immenso desiderio di santità, un'intensa determinazione di progredire, forti di una fiducia senza limiti nel potere della grazia divina.
  • L'atto più alto e più fecondo della libertà umana sta, infatti, più nell'accoglienza che nel dominio.
  • La cultura moderna non fa molto per valorizzare il perdono, anzi il più delle volte legittima il rancore e la vendetta. Ma sarà continuando su questa via che il male diminuirà nel mondo?
  • La santità [...] è la possibilità di crescere indefinitamente nell'amore di Dio e dei nostri fratelli.
  • Le delusioni che abbiamo nelle relazioni con gli altri ci fanno passare da un amore "idolatrico" (un amore che si aspetta troppo) ad un amore realistico, libero e, dunque finalmente felice.
  • Non si può diventare veramente liberi se non accettando di non esserlo sempre.
  • Se ci è così difficile accettare le nostre miserie, è perché abbiamo il sentore che esse non ci facciano più amare: siccome in questo o quel settore della nostra vita siamo manchevoli, ci diciamo che non meritiamo di essere amati.
  • Se gli altri sono dei peccatori ciò non mi impedisce di diventare un santo.

Bibliografia[modifica]

  • Jacques Philippe, Alla scuola dello Spirito Santo, traduzione di Mariarosaria Spagnolo, EDB, Bologna, 2004
  • Jacques Philippe, La libertà interiore, traduzione di Lorenzo Bacchiarello, San Paolo, 2004.

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