Jean Anouilh

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Jean Anouilh (1940)

Jean Anouilh (1910 – 1987), drammaturgo francese.

  • Fino al giorno della morte, nessuno può essere sicuro del proprio coraggio.[1][2]
  • Non si può piangere per tutti, è al di sopra delle forze umane. Bisogna scegliere.[3][2]

Antigone[modifica]

Incipit[modifica]

PERSONAGGI
Il CORO; ANTIGONE; ISMENE; EMONE; CREONTE; IL PAGGIO; EURIDICE; LA NUTRICE; IL MESSAGGERO; PRIMA GUARDIA; SECONDA GUARDIA; TERZA GUARDIA.

IL PROLOGO – Ecco. Questi personaggi vi reciteranno la storia di Antigone. Antigone è quella magrolina seduta laggiù, e che non apre bocca. Guarda diritto davanti a sé. Pensa. Pensa che fra poco sarà Antigone, che improvvisamente sorgerà dalla magra ragazza scontrosa e chiusa che in famiglia nessuno prendeva sul serio, e si ergerà sola di fronte al mondo, sola di fronte a Creonte, suo zio, che è il re. Pensa che sta per morire, che è giovane e che anche a lei sarebbe piaciuto vivere. Ma non c'è niente da fare. Si chiama Antigone e bisogna che reciti la sua parte fino in fondo... Da quando il sipario si è alzato, ella sente che si allontana a velocità vertiginosa da sua sorella, Ismene, che chiacchiera e ride con un giovanotto; da noi tutti, che stiamo qui tranquilli a guardarla; da noi che non dobbiamo morire stasera...

Citazioni[modifica]

  • C'è niente di più brutto d'un uomo spaventato?[2]
  • Antigone. Io, non sono obbligata a fare ciò che non voglio. Anche voi non avreste voluto rifiutare una tomba a mio fratello. Ditelo che non avreste voluto.
    Creonte. Te l'ho detto.
    Antigone. E pure l'avete fatto. E ora mi farete uccidere contro la vostra volontà. Essere re consiste in questo?
    Creonte. Sì.
    Antigone. Povero Creonte, con le mie unghie rotte e piene di terra, e le lividure che le tue guardie mi hanno fatto alle braccia, con la mia paura che mi stringe le viscere, io sono regina.
    Creonte. Allora abbi pietà di me, vivi. Il cadavere di tuo fratello che si putrefà sotto le mie finestre è caro prezzo perché l'ordine regni in Tebe. Mio figlio ti ama. Non obbligarmi a pagare anche con la tua persona. Ho pagato abbastanza.
    Antigone. No. Avete detto di sì. Non potete smettere mai di pagare, ora.[4]
  • Per ciascuno di noi v'è un giorno, più o meno triste, più o meno lontano, in cui si deve infine accettare di essere uomo.

Medea[modifica]

Incipit[modifica]

PERSONAGGI
Medea; Giasone; Creonte; La nutrice; Il ragazzo; Le guardie.

In scena, all'aprirsi del sipario, sono MEDEA e la NUTRICE, accosciate a terra davanti ad un carrozzone. Delle musiche, dei canti vaghi in lontananza. Esse ascoltano.

Medea: La senti?
Nutrice: Che cosa?
Medea: La felicità. È in giro, nell'aria.
Nutrice: Cantano al villaggio. Forse è una festa, da loro, oggi.
Medea: Odio le loro feste. Odio la loro gioia.

Citazioni su Jean Anouilh[modifica]

  • Jean Anouilh è vissuto e vive quasi esclusivamente nel teatro e per il teatro. La cronaca non sa nulla, o quasi, dell'uomo discreto (e di scialba apparenza) e di una vita nella quale non accadde probabilmente nulla. (Italo Siciliano)

Note[modifica]

  1. Da Becket e il suo re
  2. a b c Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  3. Da Cécile.
  4. In Il dramma, marzo 1946, traduzione di Adolfo Franci. In Myriam Cristallo, Il novecento. Storia scienza arte della società industriale avanzata, vol II, Documenti, Paravia, Torino, pp. 311-312.

Bibliografia[modifica]

  • Jean Anouilh, Antigone, traduzione di Adolfo Franci, Valentino Bompiani & C., 1949.
  • Jean Anouilh, Medea (Médée), traduzione di Giulio Cesare Castello, Valentino Bompiani & C., 1949.

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