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Morte

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Il giorno della morte (W. Bouguereau, 1859)

Citazioni sulla morte.

Citazioni

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Il giardino della morte (H. Simberg, 1906)
  • A molti morire fa solo bene. (Giordano Bruno Guerri)
  • 'A morte 'o ssaje ched'è?... è una livella. (Totò)
  • A tutto si rimedia, meno che alla morte. (Ladri di biciclette)
  • Adunque con buona ragione ancora noi abbiamo detto non altro essere le morti, sì dei congiunti e degli amici, e sì le nostre proprie, se non peregrinazioni della più degna parte dell'uomo ad un qualunque luogo a lei accomodato, e separazioni degli uni dagli altri per alcun tempo solamente, e non già in perpetuo. (Giorgio Gemisto Pletone)
  • Al mondo non esiste cosa più imparziale della morte. Ogni essere vivente riceverà la sua visita. Oltre a essere imparziale, la morte è una realtà innegabile, e si trova sempre al nostro fianco. Ma gli uomini, armati di ingegno e saggezza, lottano, scalpitano e si aggrappano alla vita fino all'ultimo. (Made in Abyss)
  • Anche nei miei pezzi è sempre presente la morte: non vuol dire raccontare la fine di qualcosa, ma un altro modo di vivere, che non riguarda la nostra realtà. (John Frusciante)
  • Anche se non hanno voce, i morti vivono. Non esiste la morte di un individuo. La morte è una cosa universale. Anche dopo morti dobbiamo sempre rimanere desti, dobbiamo giorno per giorno prendere le nostre decisioni. (Shôhei Ôoka)
  • Aviene a un disperato spesso, | che da lontan brama e disia la morte, | e l'odia poi che se la vede appresso, | tanto gli pare il passo acerbo e forte. (Ludovico Ariosto)
  • Bisogna fare una distinzione tra il morire e la morte. Non è tutto un morire ininterrotto. Se si è sani e ci si sente benissimo, è un morire invisibile. La fine, che è una certezza, non dev'essere per forza annunciata con spavalderia. (Philip Roth)
  • Bisogna morire molte volte per imparare a vivere. (Alessandro Ruspoli, IX principe di Cerveteri)
  • Bisogna morire per vivere bene! (Hellboy: Hellboy: The Golden Army)
  • Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. La fecondità è un perpetuo compromesso tra l'essere ed il nulla. L'eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. (Gustave Thibon)
  • C'è una fine per tutto... E non è detto che sia sempre la morte. (Giorgio Gaber)
  • Cara, bella morte! Gioiello dei Giusti, | che non risplendi se non nel buio; | che misteri giacciono al di là della tua polvere; | potesse l'uomo vedere oltre quel segno! (Henry Vaughan)
  • Certamente si deve morire, ma la morte viene associata a una "vecchiaia" vissuta come un evento molto lontano che non ci riguarda da vicino. (Sabino Acquaviva)
  • Che cosa è la morte per me? Un grado di più nella calma, e forse due nel silenzio. (Alexandre Dumas padre)
  • Che senso ha il tempo per chi non conosce la morte? (Nosferatu a Venezia)
  • Che vecchia, vecchia usanza! Quella che viene di moda con i nostri primi vestiti, e durerà immutata finché la nostra razza avrà compiuto il suo cammino, e l'immenso firmamento si ritrarrà come una pergamena che si arrotola.[1] Che vecchia, vecchia usanza... la Morte! (Charles Dickens)
  • Che zitella divento, se mi manca il coraggio di amare la morte! (Arthur Rimbaud)
  • Chi sa morire, non ha più padrone. (Sully Prudhomme)
  • Chi se ne frega di morire? Alla morte, padron mio, presto o tardi s'arriva per forza. Ed essere impiccato per una buona causa è un bel morire, si dice, sebbene non mi risulti che qualcuno sia mai tornato in terra a confermarcelo. (Robert Louis Stevenson)
  • – Chou, tu lo sai cosa succede alle persone quando muoiono?
    – Prima pensano di stare solo dormendo serenamente, senza sapere di essere morti. Dormono per tre giorni interi, e poi alla fine del terzo giorno si risvegliano, e di lì che capiscono di essere morti. Camminano verso un fiume molto grande. Si tolgono tutta la sporcizia dai loro corpi e cominciano il loro lungo viaggio verso il paradiso per reincarnarsi. (Per primo hanno ucciso mio padre)
  • Ciò che però aveva reso così terribile nel cimitero il pensiero della morte era l'immagine del piccolo, che, non appena si fece dominante, produsse nel suo spirito un vuoto terribile, che alla fine gli era diventato insopportabile. – Il piccolo si avvicina allo scomparire, all'annientamento – è l'idea del piccolo che produce sofferenza, vuoto e tristezza – la tomba è l'angusta casa, la bara è un appartamento silenzioso, freddo e piccolola piccolezza provoca vuotezza, la vuotezza provoca tristezzala tristezza è il principio dell'annientamento – l'annientamento è vuoto infinito. (Karl Philipp Moritz)
  • Colui che da una diversa visione della cosa più è commosso, non teme le angustie della morte. (Giordano Bruno)
  • Colui il quale ha sentito il soffio della Morte alitare presso il suo volto, guarda la Vita con occhi diversi. (Carlo Maria Franzero)
  • Con vent'anni nel core | pare un sogno la morte, eppur si muore. (Teobaldo Ciconi)
  • Confidenza toglie reverenza. Se trascorri abbastanza tempo vicino alla morte, smetti di averne paura e inizi a odiarla. (Micah Nathan)
  • Considero la morte un dovere e un imperativo biologico. Fin da ragazzo ho pensato che la vita deve finire e non ha alcuna dimensione metafisica. Chi crede nella finitezza assoluta della vita è sempre pronto a morire. Non c'è da perdonare né da chiedere perdono dei peccati o redimersi per garantirsi un buon soggiorno nell'aldilà. Se le nostre idee sono la nostra immortalità, con la nostra vita di pensiero, ogni giorno ci prepariamo a morire. (Umberto Veronesi)
  • Così l'uomo va in tutti i secoli e in tutti i tempi cercando antidoti contro il dispiacere della morte. L'Epicureo non ammetteva risponsabilità d'azioni oltre la tomba. Lo stoico diceva che lo scopo della vita è la morte, e che si deve vivere per imparare a morire. Il Pittagorico si consolava coll'idea di rinascere; e i metodisti non contenti di questi sistemi filosofici hanno trovato una via più facile per salire in paradiso. (Giuseppe Pecchio)
  • Da quel che ho visto, morire è come un taglio in asse nel montaggio di un film. Solo che dopo il taglio, l'inquadratura precedente non ritorna. (Rudy Rucker)
  • Devo dire sereno: anche se mi dicono che sono giovane – non sempre mi sento tale... – ho già avuto diversi incontri ravvicinati con la morte. Ci sono scesa a patti: ho capito che fa parte del processo della vita e mi piace pensare che possa esistere una continua rinascita dopo la nostra fine. (Simona Tabasco)
  • Dicono che tutta la vita ti passa davanti agli occhi prima di morire. Forse questo è vero se sei un malato terminale o se non ti si apre il paracadute. Ma se la morte ti coglie di sorpresa, l'unica cosa che hai tempo di pensare è: «Oh, merda!». (Dead Like Me)
  • Don Fabrizio si guardò nello specchio dell'armadio: riconobbe più il proprio vestito che sé stesso: altissimo, allampanato, con le guance infossate, la barba lunga di tre giorni; sembrava uno di quegli inglesi maniaci che deambulano nelle vignette dei libri di Verne che per Natale regalava a Fabrizietto, un Gattopardo in pessima forma. Perché mai Dio voleva che nessuno morisse con la propria faccia? Perché a tutti succede così: si muore con una maschera sul volto; anche i giovani; anche quel soldato col viso imbrattato; anche Paolo quando lo avevano rialzato dal marciapiede con la faccia contratta e spiegazzata mentre la gente rincorreva nella polvere il cavallo che lo aveva sbattuto giù. E se in lui, vecchio, il fragore della vita in fuga era tanto potente, quale mai doveva essere stato il tumulto di quei serbatoi ancora colmi che si svuotavano in un attimo da quei poveri corpi giovani? (Giuseppe Tomasi di Lampedusa)
  • Dopo la morte, per gli scettici c'è il nulla. Per le anime religiose, dopo la morte c'è Dio, ossia il tutto. Ma sparire nel nulla o nel tutto, non è la stessa cosa? (Guido Morselli)
  • Dopo pochi giorni di sofferenza e molti altri di sogni deliranti pieni di estasi, le cui manifestazioni esteriori tu scambiasti erroneamente per dolore ed io ero impotente a disingannarti –, dopo alcuni giorni caddi, come tu hai detto, preda di uno stato di torpore senza respiro né movimento, e questo fu definito Morte, da quelli che erano intorno a me.
    Le parole sono cose vaghe. Il mio stato non mi impediva di sentire. Mi sembrò non molto dissimile dallo stato di estrema quiete di chi, avendo dormito a lungo e profondamente, disteso immobile e completamente prostrato in un meriggio di mezza estate, comincia lentamente a riprendere conoscenza semplicemente perché ha dormito a sufficienza e senza essere svegliato da interventi esterni.
    Non respiravo più, il polso era immobile, il cuore non batteva più. La volontà non mi aveva abbandonato, ma era senza potere. I sensi erano insolitamente attivi, sebbene in modo eccentrico – assumendo a caso ciascuno di essi la funzione di un altro. (Edgar Allan Poe)
  • Dove ci incontreremo dopo la morte? | Dove andremo a passeggio? | E il nostro consueto giretto serale? | E i rammarichi per i capricci dei figli? | Dove trovarti, quando avrò desiderio di te, dei tuoi occhi smeraldi, | quando avrò bisogno delle tue parole? | Dio esige l'impossibile, | Dio ci obbliga a morire. | E che sarà di tutto questo garbuglio di affetto, | di questo furore? Sin d'ora promettimi | di cercarmi nello sterminato paesaggio di sterro e di cenere, | sui legni carichi di mercanzie sepolcrali, | in quel teatro spilorcio, in quel vortice | e magma di larve ahimè tutte uguali, | fra quei lugubri volti. Saprai riconoscermi? (Angelo Maria Ripellino)
  • Due morti hanno plasmato in gran parte la sensibilità occidentale. Due casi di pena capitale, di omicidio giudiziario determinano i nostri riflessi religiosi, filosofici e politici. Sono due morti a governare la percezione metafisica e politica che abbiamo noi stessi: quella di Socrate e quella di Cristo. Siamo tuttora figli di quelle morti. (George Steiner)
  • È difficilissimo morire per un amico, ma morire per dei nemici è ancora più difficile. Cristo però è morto per noi quando noi eravamo ancora suoi nemici. Dio ci rimane sempre accanto, è la costanza dell'amore fino all'estremo limite, anzi senza limiti. Ecco il motivo della nostra gioia. (Pino Puglisi)
  • E infatti i cristiani non sanno morire. Basti in proposito un confronto tra la morte di Socrate e la morte di Gesù. [...] A differenza di Socrate, Gesù ha paura, non degli uomini che lo uccideranno, né dei dolori che precederanno la morte, Gesù ha paura della morte in sé, e perciò trema davvero dinanzi alla "grande nemica di Dio" e non ha nulla della serenità di Socrate che con calma va incontro alla "grande amica". (Umberto Galimberti)
  • È meglio morire di bevute che morire di sete. (John Fante)
  • È più facile sopportare la morte senza pensarci che il pensiero della morte senza pericolo. (Blaise Pascal)
  • È ridicolo insistere su ciò che resta di voi dopo la morte. È come se un bambino dicesse: «Sto crescendo, ma non voglio cambiare le idee che ho adesso.» (Jane Roberts)
  • E s'al mesto pensier chiuder le porte | col chiuder gli occhi io cerco, il cieco orrore | contemplo allor de la mia propria morte. (Celio Magno)
  • Ė prima di morire che rischiamo di essere morti, se rifiutiamo per l'appunto di fare della nostra vita una creazione continua di grazia e di bellezza. (Maurice Zundel)
  • È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato. (Arundhati Roy)
  • E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. (Blade Runner)
  • È una delle tante assurdità dell'essere che non solo il vivere ma anche il morire debba essere ugualmente, e spesso ancor più, guadagnato. Sarebbe giusto che dal mondo si potesse almeno andarsene con passo leggero... (Mario Andrea Rigoni)
  • Eccola lì la morte paziente. Sono abituato a quella feroce, che ti prende di colpo con un coltello o un proiettile. O a quella crudele, che ti lascia sanguinare sul pavimento. So come trattarla, a cosa pensare quando mi chino su un cadavere. Quella lenta, che ti scava dall'interno, mi incute timore. Non è un incidente di percorso che si possa scansare stando attenti. È il destino inevitabile, il saldo del conto. (Sandrone Dazieri)
  • Emarginato e inesaudito in ospedale, chi muore non è meno solo e incompreso in famiglia, nella realtà spesso ostile di oggi. (Giorgio Cosmacini)
  • Entra infine nel Mio Essere chi, al momento del trapasso, quando abbandona il corpo, pensa soltanto a Me. Questo è vero al di là di ogni dubbio. (Bhagavadgītā)
  • Esiste un unico Dio e il suo nome è Morte. E c'è soltanto un'unica cosa che puoi dire alla morte: "non oggi." (Il Trono di Spade)
  • Finché io non sarò morto, nessuno potrà garantire di conoscermi veramente, cioè di potere dare un senso alla mia azione, che dunque, in quanto momento linguistico, è mal decifrabile.
    È dunque assolutamente necessario morire, perché, finché siamo vivi, manchiamo di senso, e il linguaggio della nostra vita (con cui ci esprimiamo, e a cui dunque attribuiamo la massima importanza) è intraducibile: un caos di possibilità, una ricerca di relazioni e di significati senza soluzione di continuità. La morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita: ossia sceglie i suoi momenti veramente significativi (e non più ormai modificabili da altri possibili momenti contrari o incoerenti), e li mette in successione, facendo del nostro presente, infinito, instabile e incerto, e dunque linguisticamente non descrivibile, un passato chiaro, stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile... Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci.
    Il montaggio opera dunque sul materiale del film (che è costituito da frammenti, lunghissimi o infinitesimali, di tanti piani-sequenza come possibili soggettive infinite) quello che la morte opera sulla vita. (Pier Paolo Pasolini)
  • Finirà il giorno e Febo si tufferà nelle profondità del mare con i suoi cavalli stanchi, prima che io riesca a elencare con la parola tutte le cose che assumono un nuovo aspetto. Così vediamo che le epoche cambiano e che là dei popoli diventano potenti, qua decadono. (Ovidio)
  • Gli uomini che sono morti li aspettano cose che non sperano né immaginano. (Eraclito)
  • «Gli uomini possono immaginare la propria morte, possono vederla arrivare, e il solo pensiero della morte incombente funziona da afrodisiaco. Un cane o un coniglio non si comportano così. Prendi gli uccelli: in una stagione di magra riducono il numero di uova, o non si accoppiano affatto. Concentrano le energie sul mantenersi in vita fino a tempi migliori. Invese gli esseri umani sperano di poter infilare la loro anima in qualcun altro, qualche nuova versione di se stessi, e di vivere in eterno».
    «Allora, come specie siamo condannati dalla speranza?»
    «Chiamala pure speranza. O disperazione». (Margaret Atwood)
  • Gli empi invocano su di sé la morte | con gesti e con parole, | ritenendola amica si consumano per essa | e con essa concludono alleanza, | perché son degni di appartenerle. (Libro della Sapienza)
  • I defunti, che pietosi e cari | vengon ne' sogni a favellar con noi | d'un'armonia migliore. (Giovanni Prati)
  • I morti che ci hanno fatto del bene, si ricompensano guardando in faccia i vivi. (Vasco Pratolini)
  • I morti non è quel che di giorno | in giorno va sprecato, ma quelle | toppe d'inesistenza, calce o cenere | pronte a farsi movimento e luce. (Vittorio Sereni)
  • I morti sanno soltanto una cosa: che è meglio essere vivi. (Full Metal Jacket)
  • I nostri morti ci attendono come le stelle del cielo attendono che passino la notte e la nostra incapacità di vederle se non al buio. Siamo destinati a una Gioia più intensa di quella che le religioni e le sapienze di questo mondo promettono. Il mendicante è il nostro essere convinti, per esempio, che io stia farneticando, perché le cose reali sono questo mondo, l'Europa, l'Italia, i rapporti economici, giuridici, sessuali. Mentre il fondo dell'uomo consiste nella sua permanenza assoluta. Con la morte noi superiamo lo stato di mendicità: la morte ci consente di oltrepassare il senso del nulla. (Emanuele Severino)
  • Il corpo e la sua morte restano i più grandi pensatori. (Eugenio Mazzarella)
  • Il corpo parla: che dovrai morire. | non dice a te: che non lo puoi sentire. | Al corpo dici: ancora non morire. | Non sa che parli: non ti può sentire. (Pietro Cimatti)
  • Il pensiero della morte è realmente la nera pietra di paragone a cui si provano tutte le convinzioni soddisfacenti e riposanti, è il terreno su cui le edificate dimore crollano. Tutti i nostri pensieri resistono alla sua comparsa solo se sentono con umiltà e nell'umiltà il proprio valore. Solo se i pensieri stessi sentono di poter accettare, senza disonore, la propria morte. (Andrea Emo)
  • Il tabù morte ha già steso i suoi tentacoli alla malattia ed anche si sospetti di malattia, ed è rafforzato dal silenzio sulle realtà eterne. (Maurizio di Gesù Bambino)
  • In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. (J. K. Rowling)
  • In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. (Gesù, Vangelo secondo Giovanni)
  • In viva morte morta vita vivo! (Giordano Bruno)
  • Io considero la morte parte della vita ed è per questo che, parlando della vita, mi viene da parlare anche della morte. Personalmente, l'esperienza che fino a oggi ho avuto della morte riguarda quella degli animali che tenevo con me. [...] Non riuscivo ad accettarlo: mi domandavo perché gli esseri viventi dovessero morire. E poi, poco a poco, ritorna la calma. Perché il cervello umano (come forse quello degli animali) ha anche la capacità di dimenticare. Allora ci si può nuovamente dire che ciò che è importante è vivere, che il nostro è un tempo prezioso. Credo che la morte insegni a vivere, e che la facoltà di dimenticare sia un elemento importante in questo meccanismo. (Jirō Taniguchi)
  • Io devo vivere in compagnia della morte. La destesto, naturalmente, ma non la temo. Se la temessi non varrei nulla come medico. Dovrei temerla? (Alistair MacLean)
  • Io muoio. Tu muori. Egli muore | è molto più grave, se un'intera botte va a male. (Joachim Ringelnatz)
  • Io non lo so se sono ateo, però son sicuro che se dio esiste è un grandissimo figlio di puttana o un pazzo paranoico tipo film americano. Però a me la morte non è mai arrivata vicina, nel senso che non è mai morto qualcuno a cui voglio bene veramente, e se capitasse non so come reagirei. Magari finirei col pensare che è la volontà di Dio e che va bene così. Certo diventerei una persona diversa, non sarei più quello di adesso. Secondo me dopo che hai conosciuto quella cosa lì sei proprio un altro. Forse è così che si diventa grandi. (Porci con le ali)
  • Io non prego mai per i morti, io prego i morti. L'infinita sapienza e clemenza dei loro volti – come si può pensare che abbiano ancora bisogno di noi? – Ad ogni amico che se ne va io racconto di un amico che resta; a quella infinita cortesia senza rughe ricordo un volto di quaggiù, torturato, oscillante. (Cristina Campo)
  • Io non temo la morte, sa, non la temo assolutamente, perché so che essa è soltanto un passaggio. Verso Dio, la gioia senza fine. (Elio Fiore)
  • Io chiamo, io prego, io lusingo la morte | come divota, cara e dolce amica, | che non mi sia nemica | ma vegna a me come a sua propria cosa. (Fazio degli Uberti)
  • L'angostura, la goccia di amaro, il catalizzatore di tutto il resto. Poche chiacchiere: una gran fregatura. Un errore di calcolo del Padre Eterno. (Vittorio Gassman)
  • L'è mort? l'è propri mort? Cossa voeur dì | sta gran parola che fa tant spavent? (Tommaso Grossi)
  • L'importante non è morire, né a che età si muore, l'importante è quello che si fa al momento di morire. (Muriel Barbery)
  • L'ora presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel passato è il bello, sol ne la morte è il vero. (Giosuè Carducci)
  • L'ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte. (Paolo di Tarso, Prima lettera ai Corinzi)
  • L'uomo non ha in fondo all'anima nessuna avversione alla morte; vi è perfino del piacere a morire. La lampada che si spegne non soffre. (François-René de Chateaubriand)
  • La base sopra la quale ergendosi questo colosso del mondo palesa la sua bellezza è la morte. Ella è la parte più grave del concerto ove stanno appoggiate tutte le consonanze dell'universo. Che cosa sarebbe egli, dopo la perdita della giustizia originale, se non si morisse? [...] Chi levasse la morte, leverebbe dalla fabbrica del mondo la pietra angolare, leverebbe l'armonia, l'ordine, né vi lascerebbe altro che dissonanze e confusioni [...] La morte non può essere cattiva né con dolore, se è vero che sia naturale il morire, perché le cose naturali son buone. (Virgilio Malvezzi)
  • La memoria dei morti serve loro come una seconda vita. (Jean Bertaut)
  • La morte capita una volta sola e si fa sentire in tutti i momenti della vita: è più doloroso averne conoscenza che subirla. (Jean de La Bruyère)
  • La morte, che da natura è a tutti sorte comune, si distingue presso i posteri in gloria e in oblio; e se una medesima sorte attende il buono e il reo, tocca ai coraggiosi morir per un fine. (Publio Cornelio Tacito)
  • La morte ci rende angeli | e ci mette ali | dove avevamo spalle, | lisce come artigli di corvo. (The Doors)
  • La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. [...] Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo. (Steve Jobs)
  • La morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto. (Plutarco)
  • La morte è come il sesso al liceo: se sapessi quante volte ci sei andato vicino, ti prenderebbe un colpo! (Dead Like Me)
  • La morte è il fallimento assoluto, non va cercata mai. (Bakuretsu Hunter)
  • La morte è il muro di cinta di ogni vita. (Jacques Ellul)
  • La morte è innaturale. La morte è uno scherzo crudele. La morte diride la vita. (Dark Crystal - La resistenza)
  • La morte è l'assentarsi dell'eterno. (Emanuele Severino)
  • La morte è l'interlocutrice che nobilita la mia sopravvivenza. (Fausto Gianfranceschi)
  • La morte è l'unica cosa che mi terrorizza. La odio. [...] Perché, [...] oggi a tutto si può sopravvivere fuorché a questo. La morte e la volgarità, nel diciannovesimo secolo, sono gli unici due fenomeni che non si riescono a spiegare. (Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray)
  • La morte è l'unico sintomo certo della vita. (Giorgio Manganelli)
  • La morte è la porta che tutti noi dobbiamo attraversare, ed è questo nostro io spirituale che, abbandonato il corpo fisico, ci farà continuare a vivere, a imparare e a crescere mentre proseguiamo. (Rosemary Altea)
  • La morte è migliore, è un destino più dolce che la tirannia. (Eschilo)
  • La morte è parte naturale della vita. Gioisci per coloro che intorno a te si trasformano nella Forza. Dolore non avere; rimpianto non avere. L'attaccamento conduce alla gelosia; l'ombra della bramosia essa è. (Yoda, Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith)
  • La morte è pietosa, perché da essa non c'è ritorno, mentre per colui che è uscito dalle più profonde camere della notte, consapevole e stravolto, non c'è più pace. (Howard Phillips Lovecraft)
  • La morte è più forte dell'amore, è una sfida all'esistenza. (Émile Zola)
  • La morte è sempre e dovunque terribile per una creatura che è nata e che non ha vissuto. Che non ha vissuto affatto: capisci, che non ha vissuto! (Maria Kuncewiczowa)
  • La morte è sempre la stessa, ma ogni uomo muore a suo modo. (Carson McCullers)
  • La morte è spaventosa, ma ancor più spaventosa sarebbe la coscienza di vivere in eterno e di non poter morire mai. (Anton Cechov)
  • La morte è un'amante da temere ed esisteva un modo soltanto per superare tale paura: diventando il suo giustiziere. (Il labirinto del fauno)
  • La morte è un'usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare. (Jorge Luis Borges)
  • La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze. (Michel Foucault)
  • La Morte favorisce chi favorisce la Morte. (Nick Cave)
  • La morte, fino a oggi, è sempre stata un evento naturale e gli eventi naturali, si sa, non hanno bisogno di una rielaborazione etica. La pioggia, i fulmini: quando vengono, vengono. Per la morte non è più così. Ora c'è la possibilità di scelta e quando si può scegliere, c'è sempre il bisogno assordante di un'etica. (Aldo Schiavone)
  • La morte ha cercato di colpirmi undici volte, ma non è mai riuscita ad arrivarmi, perché sono stato io più forte della morte [...]. La morte ci cammina dietro, vero? Mi cammini dietro, piccolina? Eh? Mi cammini dietro? Lo sai che mi sembri una micetta a volte? E tu... E tu vuoi ostacolarmi, tu vuoi mettermi delle sbarre davanti, vuoi mettermi delle prove, ma è molto difficile con me, lo sai, perché io sono più forte. (Richard Benson)
  • La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c'è, i morti non sono più. (Epicuro)
  • La morte, in generale, non mi ha mai fatto piangere. È così incipiente. È un incipit. (Carmelo Bene)
  • La morte insegna a vivere agli incorreggibili. (Xavier Forneret)
  • La morte non aspetterà che tu sia pronto. La morte non ha riguardi, non è leale! (Batman Begins)
  • La morte non è altro che il sonno del bambino che si addormenta sul cuore della mamma. Finalmente la notte dell'esilio sarà tramontata per sempre, ed entreremo nel possesso dell'eredità dei Santi nella luce. (Elisabetta della Trinità)
  • La morte non è mai banale: è solennità, è mistero. (Remo Bodei)
  • La morte non è | nel non poter comunicare | ma nel non poter più essere compresi. (Pier Paolo Pasolini)
  • La morte non è priva del morire, ma è ricca della possibilità del dono di sé, totale ed irrevocabile. (Maurizio di Gesù Bambino)
  • La morte non è una prigione per coloro che hanno affidato le loro anime al principe delle tenebre. (I satanici riti di Dracula)
  • La morte non ha sempre le orecchie aperte ai voti e alle preghiere dei singoli eredi; e si ha il tempo di fare i denti lunghi, quando, per vivere, s'aspetta la morte di qualcuno. (Molière)
  • La morte non pare tremenda. È il più puro dei nostri atti; è la liberazione, il ritorno alla terra; una carezza e una benedizione. (Frederic Prokosch)
  • La morte non vuole gli stupidi. (Anton Cechov)
  • La morte (o la sua allusione) rende preziosi e patetici gli uomini. (Jorge Luis Borges)
  • La morte, raggiungila con tutti i tuoi appetiti, e il tuo egoismo e tutti i peccati capitali. (Arthur Rimbaud)
  • La Morte sospirò. Era abituata a sentire gli uomini implorare di dare loro qualche altro anno o mese, a volte persino qualche ora. C'era sempre qualcosa di inconcluso, di non fatto, di non vissuto. I mortali non capiscono che la vita non è un libro che si chiude dopo averlo letto fino all'ultima pagina. Non esiste un'ultima pagina nel Libro della Vita, perché l'ultima è sempre la prima di una nuova storia. (Il labirinto del fauno)
  • La morte – trafficante di sabbia nello spazio angusto della clessidra. (Ionuț Caragea)
  • La morte vera è la separazione da Dio e questa è intollerabile; la morte vera è la non fede, la non speranza, il non amore. (Carlo Carretto)
  • La morte viene silenziosa come un alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce. (Elio e le Storie Tese)
  • La protesta per il passo della morte è più religiosa che la sua accettazione. (Aldo Capitini)
  • La radice di qualsiasi schiavitù è la morte. (Olivier Clément)
  • La santa chiesa ritiene che ognuno può offrire oblazioni per i suoi morti veramente cristiani e il presbitero ne può fare memoria. E sebbene noi tutti soggiaciamo ai peccati, è appropriato che il sacerdote faccia memoria e interceda per i cattolici defunti. (Papa Gregorio III)
  • La severa uguaglianza della morte ridarà a ciascuno il suo: la codardia della attossicata calunnia compagna infesta della vita rifugge dalla maestà dei sepolcri. (Franco Mistrali)
  • La vita è piacevole, la morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi. (Isaac Asimov)
  • La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una anche più grande. (Vladimir Vladimirovič Nabokov)
  • La vita stanca, ma la morte fa rabbrividire. Meglio un giorno da pecora che una vita da sonnambulo. (attribuita a Jim Morrison)
  • Lassù fra Dio e | gli uomini giostra spavalda | la morte | la vita. | Dove regna il sole | non c'è schiavitù. (Carlo Perasso)
  • Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi' Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate. (Francesco d'Assisi)
  • Le moribonde parole dello Incas. Secondo cui la morte arriva per nulla, circonfusa di silenzio, come una tacita, ultima combinazione del pensiero. (Carlo Emilio Gadda)
  • Lo straniero conosce "in vita" l’esperienza della morte. Si muore a degli affetti, a dei paesaggi, dei pensieri, per rinascere ad altri affetti, altri paesaggi, altri pensieri. (Tahar Lamri)
  • Ma non muori perché sei malato, muori perché sei vivo. La morte ti uccide pure senza l'aiuto della malattia. (Michel de Montaigne)
  • Ma pròvati a negare la morte. Essa nega me, e basta! (Ivan Sergeevič Turgenev)
  • Ma se in noi destano un simbolo, i morti senza mai fine | ai penduli amenti del vuoto avellano | essi accennano, o forse alla pioggia | che nella terra buia precipita di primavera. || E noi, che pensiamo a una felicità saliente, | il tremito commoverebbe, | che quasi ci abbatte, | se cade un evento felice. (Rainer Maria Rilke)
  • Malinconica e triste che possa sembrare la morte, sono troppo filosofo per non vedere chiaramente che il terribile sarebbe che l'uomo non potesse morire mai, chiuso nel carcere che è la vita, a ripetere sempre lo stesso ritmo vitale che egli come individuo possiede solo nei confronti della sua individualità a cui è assegnato un compito che si esaurisce.
    Ma altri crede che in un tempo della vita questo pensiero della morte debba regolare quel che rimane della vita, che diventa così una preparazione alla morte. Ora, la vita intera è preparazione alla morte, e non c'è da fare altro sino alla fine che continuarla, attendendo con zelo e devozione a tutti i doveri che ci spettano. La morte sopravverrà a metterci a riposo, a toglierci dalle mani il compito a cui attendevamo; ma essa non può far altro che così interromperci, come noi non possiamo fare altro che lasciarci interrompere, perché in ozio stupido essa non ci può trovare.
    Vero è che questa preparazione alla morte è intesa da taluni come un necessario raccoglimento della nostra anima in Dio; ma anche qui occorre osservare che con Dio siamo e dobbiamo essere a contatto tutta la vita e niente di straordinario ora accade che ci imponga una pratica inconsueta. Le anime pie di solito non la pensano così e si affannano a propiziarsi Dio con una serie di atti che dovrebbero correggere l'ordinario egoismo della loro vita precedente e che invece sono l'espressione intima di questo egoismo. (Benedetto Croce)
  • Mentirei se dicessi che mi lascia indifferente. Ho oltre 70 anni ed è come sentissi alle mie spalle il rumore di passi pesanti. Incalzano e indicano la fine. [...] In realtà forse preoccupa più gli uomini delle donne. Loro vivono più a lungo, con grazia. Noi uomini? Direi più isterici. Anche piagnoni. Un po’ come me. (Michail Baryšnikov)
  • Meravigliosamente ti ridà forza | il parlare coi morti | quando incapaci d'infonderne | sono i rimasti in vita. (Giorgos Seferis)
  • Mi accompagna da sempre e mi fa compagnia anche adesso. So che la vita non durerà all'infinito. Come ai tropici, verrà buio tutto di un colpo. Morire è una cosa che ha fatto Leonardo. Quindi nessun problema per Biagi. (Enzo Biagi)
  • Mi è stato insegnato ad affrontare ciò che non posso evitare. La morte è una di quelle cose. Vivere nella società tentando di non guardare la morte è stupido perché guardarla ci fa ritornare alla vita con maggior vigore ed energia. Il fatto che i fiori non durino per sempre è ciò che li rende belli. (Damien Hirst)
  • Mi sono sempre proibita di pensare a una vita futura, ma ho sempre creduto che l'istante della morte sia la norma e lo scopo della vita. Pensavo che per quanti vivono come si conviene, sia l'istante in cui per una frazione infinitesimale di tempo penetra nell'anima la verità pura, nuda, certa, eterna. Posso dire di non avere mai desiderato per me altro bene. (Simone Weil)
  • Morire è come aprire una porta e chiudersela dietro: chi è senza chiave non entra. (Gianni Mura)
  • Morire è così semplice per quelli che credono in qualcosa, per coloro che sostengono che la morte non sia la fine di tutto. Quelli per cui esiste solo il bianco e il nero, che sanno esattamente cosa devono fare e perché, che sventolano lo stendardo di un'idea, o di ciò in cui credono: lo trattengono nelle loro mani e tutto ciò che vedono ne è illuminato. Coloro che non hanno dubbi o rimpianti. Per loro morire deve essere facile. Se ne vanno con il sorriso sulle labbra. (Dmitrij Gluchovskij)
  • Morire è la condizione stessa dell'esistenza. In ciò mi rifaccio a tutti coloro che hanno detto che è la morte a dar senso alla vita, proprio sottraendole tale senso. Essa è il non-senso che dà un senso negando questo senso. (Vladimir Jankélévitch)
  • Morire | è un'arte, come ogni altra cosa. | Io lo faccio in un modo eccezionale. | Io lo faccio che sembra come inferno. | Io lo faccio che sembra reale. | Ammetterete che ho la vocazione. (Sylvia Plath)
  • Morire è una cosa tremenda, ma ancora sopportabile; è il far morire che, per un cristiano, il quale come il Cristo ha per missione di dar vita, è il colmo dell'atrocità! (Primo Mazzolari)
  • Morire non mi piace per niente. È l'ultima cosa che farò. (Roberto Benigni)
  • Morire sarà una splendida avventura. (James Matthew Barrie)
  • Morire vent'anni prima o vent'anni dopo poco importa.
    Quel che importa è morir bene.
    Soltanto allora inizia la vita. (Léon Degrelle)
  • Morte, che se' tu dunque? Un'ombra oscura, | un bene, un male, che diversa prende | dagli affetti dell'uom forma e natura. (Vincenzo Monti)
  • Morte e resurrezione son un atto solo, un solo mistero. (Divo Barsotti)
  • Morte, muta parola, | sabbia deposta come un letto | dal sangue, | ti odo cantare come una cicala | nella rosa abbrunata dei riflessi. (Giuseppe Ungaretti)
  • Morte, sorella mia | nata il giorno ch'io nacqui, | remota e accanto mi sei | come un miraggio. | Lampada fu il tuo volto alla mia culla. | sulla tua veste d'ombra | quante notti dormii. | Lieve mi condurrai | tenendomi per mano | lungo l'aria serena di luna | fino al grande diorama. (Renato Mucci)
  • Né il sole né la morte si possono guardare fissamente. (François de La Rochefoucauld)
  • Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c'è scampo dalla lotta; l'iniquità non salva colui che la compie. (Qoelet)
  • Nessuno ha compiuto tanti peccati in vita per meritare di morire due volte. (José Saramago)
  • Niente è morto finché non è sepolto. (Sorvegliato speciale)
  • Noi tutti, ricchi e poveri, bianchi e neri, di qualunque terra e di qualunque religione, dotti o ignoranti, santi o delinquenti, per quanto divisi da usi, pensieri, costumi di vita, siamo tuttavia uniti da una sola realtà: la realtà della morte.
    Diversi in tutto gli uni dagli altri, siamo uguali in questa certezza: l'Imperatore d'Inghilterra nel Buckingham[2] Palace e il boscimano nella capanna di paglia e di sterco.
    Tutti sanno di dover morire, ma nessuno ci crede. La sola realtà sulla quale non è possibile nessuna discussione, è anche la sola realtà dalla quale tutti distolgono gli occhi e la mente.
    È questa una nostra demenza o una provvidenza della natura?
    Sia come si voglia, è certo che la vita è possibile solo a patto che ci si dimentichi della morte, solo a patto che si viva come se fossimo immortali. (Nicola Moscardelli)
  • Non appena qualcuno muore, l'immagine che che gli altri conservano di lui subisce una sorta di trasfigurazione. Si solidifica – e sarà poi difficile rompere quella crosta – in una forma idealizzata e non verosimigliante. Questo accade a causa della pietà, dell'affetto, e magari del senso di colpa. (Stefano Brusadelli)
  • Non c'è dignità nella morte | per vendere al mondo il tuo ultimo respiro. (Robbie Williams)
  • Non c'è morte | ch'io possa indossare | quando penso | che dopo di me | nulla è niente. (Riccardo Mannerini)
  • Non c'è nulla che possa sostituire l'assenza di una persona a noi cara. Non c'è alcun tentativo da fare: bisogna semplicemente tenere duro e sopportare.
    Ciò può sembrare a prima vista molto difficile, ma è al tempo stesso una grande consolazione, perché finché il vuoto resta aperto si rimane legati l'un l'altro per suo mezzo.
    È falso dire che Dio riempie il vuoto. Egli non lo riempie affatto ma lo tiene espressamente aperto, aiutandoci in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione, sia pure nel dolore. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa. I bei tempi passati si portano in sé non come una spina, ma come un dono prezioso.
    Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di consegnarci ad essi, così come non si resta a contemplare di continuo un dono prezioso, ma lo si osserva in momenti particolari e per il resto lo si conserva come un tesoro nascosto di cui si ha la certezza.
    Allora sì che dal passato emanano una gioia e una forza durevoli. (Dietrich Bonhoeffer)
  • Non c'è pena più profonda che quella di riconoscere i segni dell'ultima separazione. La morte ci ferisce a morte. (Maurice Toesca)
  • Non credevo che facesse quest'effetto trovarsi di fronte alla morte: il mio cervello lavora molto più velocemente, come per mettersi in pari di tutto il tempo che ha perduto. (Il viaggio indimenticabile)
  • Non devi temere la morte, è un'insonne compagna che non tradisce. Nel momento in cui si avvicina, quando al suo cospetto il sangue gela nelle vene, sappi che essa non fa altro che proteggerti dolcemente. (Cowboy Bebop)
  • Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede. (Woody Allen)
  • Non è ver che sia la morte | il peggior di tutti i mali; | è un sollievo de' mortali | che son stanchi di soffrir. (Pietro Metastasio)
  • Non esiste miglior prova che la morte sia temibile, della pena che i filosofi si prendono per convincere che bisogna disprezzarla. (François de La Rochefoucauld)
  • Non ha sofferto, le dissero. Anzi, non ha provato niente. Questo la fece piangere ancor di più, e più forte. La morte è la sola cosa nella vita di cui sia necessario essere coscienti mentre accade. (Jonathan Safran Foer)
  • Non ho paura di morire, ripeto, non me ne importa. Morire è normale, finire è normale, tutto muore a questo mondo, tutto finisce, allora perché averne paura? Mica che mi dispiaccia stare al mondo, intendiamoci, io son contentissima d'essere al mondo, però più di quel tanto non ci si può stare e così accetto la legge. (Virna Lisi)
  • Non importa quanto duramente tu possa tentare di vivere fino alla tua morte, alla fine morirai. (Fullmetal Alchemist)
  • Non lodarmi la morte, splendido Odisseo. | Vorrei esser bifolco, servire un padrone, | un diseredato, che non avesse ricchezza, | piuttosto che dominare su tutte l'ombre consunte. (Achille, Omero, Odissea)
  • Non penso alla morte, ma accetto il fatto che sia parte del gioco. (Gilles Villeneuve)
  • Non posso rinascere se prima non muoio, e la morte mi ripugna. (Jean Cardonnel)
  • Non potendo parlare sempre della morte, tutti i nostri discorsi sono banali. (Nicolás Gómez Dávila)
  • Non si può ancora morire | mentre ti agiti inerte. | Aggrappati all'ultima azione | che ancora puoi fare: | non devi fallire la morte. (Giorgio Gaber)
  • Non si può ingannare la morte. (Final Destination 2)
  • Non sopporterei di morire due volte. È una cosa così noiosa. (Richard Feynman)
  • Non temer né affrettare il dì supremo. (Marco Valerio Marziale)
  • Non temiamo la morte, ma il pensiero della morte. (Lucio Anneo Seneca)
  • – Non vorrai morire così?
    – Non lo so, io non sono mai morto prima. (Solo due ore)
  • Norbert de Varenne riprese: «No, voi non mi capite, oggi, ma ricorderete più avanti quello che vi dico in questo momento. Capita un giorno, vedete, e per molti capita presto, in cui si smette di ridere, come si suol dire, perché dietro a tutto ciò che si guarda, si vede la morte... Oh! voi non comprendete neanche questa parola: la morte. Alla vostra età non significa nulla. Alla mia età è terribile. Si comprende di colpo, e non si sa perché, né per quale motivo, e allora tutto muta aspetto, nella vita. Io, da quindici anni, la sento che mi rode, come se portassi in me una bestia. L'ho sentita a poco a poco, mese per mese, ora per ora, devastarmi come una casa che sta per crollare. Mi ha talmente trasformato che non mi riconosco più. Non v'è più nulla in me dell'uomo raggiante, fresco e forte che ero a trent'anni. L'ho vista tingere di bianco i miei capelli neri, e con quale lentezza sapiente e cattiva! Mi ha preso la pelle soda, i muscoli, i denti, tutto il mio corpo di un tempo, per lasciarmi soltanto un'anima disperata, e ruberà tra breve anche quella... Sì, mi ha ridotto a pezzi, la sgualdrina, lentamente, terribilmente ha compiuto la lunga distruzione del mio essere, momento per momento. E adesso mi accorgo di morire in ogni cosa che faccio. Ogni passo mi avvicina a lei, ogni movimento, ogni respiro, affretta il suo odioso lavoro. [...] Adesso, la vedo tanto da vicino, che spesso ho voglia di allungare le braccia per respingerla. Copre la terra, riempie lo spazio. La riconosco dappertutto. Le bestioline schiacciate per la strada, le foglie che cadono, i peli bianchi nella barba di un amico, mi straziano il cuore e mi gridano: Eccola! Mi rovina tutto quello che faccio, tutto quello che vedo, che mangio, che bevo, che amo, il chiaro di luna, il sorgere del sole, il mare aperto, i bei fiumi e l'aria delle sere d'estate, così dolce a respirare!» (Guy de Maupassant)
  • O morte, come è amaro il tuo pensiero | per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza, | per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto, | ancora in grado di gustare il cibo! | O morte, è gradita la tua sentenza | all'uomo indigente e privo di forze, | vecchio decrepito e preoccupato di tutto, | al ribelle che ha perduto la pazienza! (Siracide)
  • O morte io son quel cervo | che divorano i cani | La morte eiacula sangue. (Georges Bataille)
  • O Morte, vecchio capitano, è tempo, leviamo l'ancora. Questa terra ci annoia, Morte. Salpiamo. (Charles Baudelaire)
  • Oh Morte! oh Morte! Eppur terribil tanto | non sei qual sembri. Tu sugli occhi adesso | mi chiami, in vece di spavento, il pianto. || Dunque più non fuggir, vienmi dappresso. | Ah, perché tremo ancor? Vieni, ch'io voglio | ne' tuoi sembianti contemplar me stesso. (Vincenzo Monti)
  • Ogni danno lascia dispiacere nella ricordazione, salvo che 'l sommo danno, cioè la morte che uccide essa ricordazione insieme colla vita. (Leonardo da Vinci)
  • Ogni paura è fondamentalmente orientata verso la morte. Qualunque sia la sua forma, la sua modalità, qualunque sia il suo aspetto, il suo nome, ogni paura è orientata verso la morte. Se vai in profondità, scoprirai di aver paura della morte. (Osho Rajneesh)
  • Ogni tradizione spirituale suggerisce lo stesso: mantieni vicino il pensiero della morte. Non fuggirlo... La negazione della morte ingigantisce l'ego, mentre vivendo in sua presenza lo spirito si rafforza e s'ingentilisce. (Sam Keen)
  • Ogni volta che muore qualcuno che abbiamo conosciuto ed amato ritornano tutti i soliti confusi pensieri sulla morte, il mistero che incombe su tutti i nostri atti, pensieri, cose. Grandioso, solenne, terribile e semplicissimo episodio della natura che ci rilancia nell'infinito sconosciuto e inconoscibile. Ma non provo terrore. Sono stato due volte in rischio serio di morire e non ho avuto paura. Solo uno struggimento, una commozione al pensiero di non vedere fisicamente le persone, i luoghi, le cose care. La cosa più dura è la fine della percezione fisica, il grande distacco dai sensi: ma l'infinito ci attira, ci risucchia, ci avvolge, ci fa rinascere. (Michele Valori)
  • Ogni volta che trascorro del tempo con una persona che sta morendo trovo in effetti una persona che vive. Morire è il processo che inizia pochi minuti prima della morte, quando il cervello viene privato dell'ossigeno; tutto il resto è vivere. (Patch Adams)
  • Penso spesso alla morte, sperando che lei non pensi a me. (Patrick Tambay)
  • Per conoscere la morte, Otto, devi fottere la vita fino alle budella. (Barone Frankenstein, Il mostro è in tavola... barone Frankenstein)
  • Per monti e per abissi ella correa, | a la mia pace, all'amor mio rubella, | femmina ad altri, a me regina e dea, | ingannatrice sempre e sempre bella. (Mario Rapisardi)
  • Per loro [i morti] noi siamo in una tomba angusta mentre la loro anima può spostarsi fino all'estremità di spiagge eteree, di orizzonti infiniti. (Teresa di Lisieux)
  • Predicare agli uomini la morte, con le parole o con l'esempio è stato e sarà sempre invano. Si può riconoscere il male, ma esso è tale e tanto, che non si lascia vincere. I saggi indiani hanno predicato l'astinenza e decantato il Nirvana: a che pro? Il più coraggioso rivelatore del dolore e del male ha concepito il suicidio della Terra; con quale effetto? Dove sono le opere, le azioni, i tentativi, un principio di esecuzione? (Federico De Roberto)
  • – Professo', voi che sapete tutto, mi sapete dire com'è quando si muore?
    – Anie', ognuno di noi è come una goccia d'acqua, che prima o poi cade nel mare. E quando questa goccia si scioglie, quell'acqua diventa mare. (Giuseppe Moscati - L'amore che guarisce)
  • Pur tu permani, o morte, e tu m'attendi | o sano o tristo, ferma ed immutata, | morte benevolo porto sicuro. | Che ai vivi morti quando pur sia vano | quanto la vita il pallido tuo aspetto | e se morir non sia che continuar | la nebbia maledetta | e l'affanno agli schiavi della vita – | – purché alla mia pupilla questa luce | che pur guarda la tenebra si spenga | e più non sappia questo ch'ora soffro | vano tormento senza via né speme, | tu mi sei cara mille volte, o morte, | che il sonno verserai senza risveglio | su quest'occhio che sa di non vedere, | sì che l'oscurità per me sia spenta. (Carlo Michelstaedter)
  • Qual di famosi ingegni è maggior gloria, | ebrei, greci, latini, arabi e persi, | di lingue e stil diversi, | quanti l'antique carte fan memoria, | te han scritta e desiata. | Felice disse alcun chi mòre in fasce; | altri, quando la vita più diletta; | chi, quando men s'aspetta. | Molti beato disser chi non nasce: | molti con forte man t'han cerco e tolta, | grave turba e non stolta! | Tu breve, tu comune e iusta e grata, | tu facil, natural, pronta, che sèpre | il bel fior da la vepre: | nostre calamità prego che ammorte, | benigna e valorosa, optata Morte. (Pandolfo Collenuccio)
  • Quand'ero ragazzo temevo che la morte fosse la fine di tutto. Più tardi ho sperato che fosse la fine di tutto. Oggi non so più nemmeno io che cosa temo e spero, dato che la mia paura si è insieme svuotata e diffusa, si è trasformata in angoscia, in uno spavento senza oggetto perché comprende tutti gli oggetti. (Mario Andrea Rigoni)
  • Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo. (Lalla Romano)
  • Quando abbiamo la sensazione che l'essenza di noi sopravviverà, se non altro nel ricordo delle persone care, la morte non fa più paura. (Marie de Hennezel)
  • Quando abbiamo superato una certa età, l'anima del bambino che siamo stati e l'anima dei morti da cui siamo usciti vengono a gettarci a piene mani le loro ricchezze e i loro sortilegi, chiedendo di cooperare ai nuovi sentimenti che proviamo e nei quali, cancellando la loro antica effigie, li rifondiamo in una creazione originale. [...] Dobbiamo ricevere, dopo una certa ora, tutti i nostri parenti arrivati da tanto lontano e radunatisi intorno a noi. (Marcel Proust)
  • Quando la morte | mi attraversa | strappo il suo grido | allo sparviero | e lo integro | al mio vocabolario. (Anise Koltz)
  • Quando la morte s'abbatte sugli innocenti e i giovani, per ogni fragile forma dalla quale scioglie lo spirito anelante, si levano centinaia di virtù in forma di grazia, di carità e d'amore, e vanno per il mondo, versando benedizioni. Dalle lagrime che i mortali addolorati versano sulle tombe precoci, nasce qualche bene, qualche più soave natura sorge. Sotto i passi della distruttrice balzano radiose creazioni che sfidano la sua potenza, e il suo triste cammino si muta in una via luminosa che conduce al cielo. (Charles Dickens)
  • Quando la morte si presenta nella sua vera faccia scarna e truculenta, non la si considera senza timore. Ma quando essa, per burlarsi degli uomini che si vantano di burlarsi di lei, si avanza camuffata, quando soltanto la nostra meditazione riesce a vedere che, sotto le spoglie di quella sconosciuta, la cui dolcezza c'incanta e la cui gioia ci rapisce nell'impeto selvaggio del piacere, c'è la morte — allora siamo presi da un terrore senza fondo. (Søren Kierkegaard)
  • Quando la vita biografica sia impedita da una malattia tormentosa, inguaribile e ingravescente (come nel caso di Welby) o da un'irreversibile perdita di coscienza (come nel caso di Eluana), la vita biologica può essere interrotta da una pietas che è il rispetto dell'altrui identità ed è l'unica manifestazione autentica della «proprietà riflessiva» dell'amore che lega chi vive a chi muore. (Giorgio Cosmacini)
  • Quando Morte tra noi disciolse il nodo, | che prima avvinse il Ciel, Natura e Amore, | tolse agli occhi l' oggetto, il cibo al core, | l'alme congiunse in più congiunto modo. (Vittoria Colonna)
  • Quando pensi alla persona morta, con la quale hai vissuto per anni, i tuoi pensieri non devono essere rivolti soltanto al passato. Chiedi anche alla persona defunta che cosa vorrebbe dirti oggi, pregala di indirizzarti verso ciò che è veramente importante per la tua vita. (Anselm Grün)
  • Ridicola Umanità, la Morte t'ammira in ogni clima, | sotto ogni sole, con tutte le tue contorsioni, | e spesso, profumandosi di mirra come te, | mischia la sua ironia alla tua insania! (Charles Baudelaire)
  • Riguardatevi sempre, mi raccomando, dalla morte, ché già dai tempi antichi la morte fu giudicata cosa antipatica. (Ubayde Zākāni)
  • S'i' fosse morte, andarei da mio padre; | s'i' fosse vita fuggirei da lui: | similmente faria da mia madre. (Cecco Angiolieri)
  • Se, come ci assicurano, è prevista la vita eterna, perché deve esserci la morte? (Nando Tonon)
  • Se improvvisa, la visita del Cupo Mietitore non può essere sgradita. (Fausto Cercignani)
  • Se la morte è il fine necessario della vita, tutta la saggezza consiste nell'affrettarne il conseguimento. (Federico De Roberto)
  • Se muore lei, per me tutta questa messa in scena del mondo che gira, possono anche smontare, portare via, schiodare tutto, arrotolare tutto il cielo e caricarlo su un camion col rimorchio, possiamo spegnere questa luce bellissima del sole che mi piace tanto... ma tanto... lo sai perché mi piace tanto? Perché mi piace lei illuminata dalla luce del sole, tanto... portar via tutto questo tappeto, queste colonne, questo palazzo... la sabbia, il vento, le rane, i cocomeri maturi, la grandine, le 7 del pomeriggio, maggio, giugno, luglio, il basilico, le api, il mare, le zucchine... le zucchine... (La tigre e la neve)
  • Se non sapete morire, non preoccupatevene, la natura vi istruirà sul momento, in modo completo e sufficiente: compirà a puntino questa operazione per voi, non datevene la briga. (Michel de Montaigne)
  • Se potessi vorrei | morire in primavera | all'ombra dei fiori | nella stagione del plenilunio | nel mese delle gemme. (Saigyō)
  • Se una pianta non può vivere secondo la propria natura, muore, e allo stesso modo un uomo. (Henry David Thoreau)
  • Secondo alcuni la morte è un fenomeno naturale, come il vento e le stelle. Altri ritengono che dipenda da un dio, se non addirittura da più dei. Ma qualunque sia la nostra convinzione, quello che succede quando finisce la vita è un mistero su cui l'uomo si interroga da migliaia di anni. (Eirik Newth)
  • Senza fede non potremmo accettare né concepire la morte. (Sophia Loren)
  • Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; | lo fece a immagine della propria natura. | Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; | e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. (Libro della Sapienza)
  • Si dovrebbe, per amore della vita – volere una morte diversa, libera, consapevole, senza accidenti, senza incidenti... (Friedrich Nietzsche)
  • Si muore perché il corpo muore, non l'anima. La morte è un fatto fisico, non dello spirito. L'organismo perisce sia perché decade con l'età sia per malattie, ma lo spirito gli sopravvive. Perciò se io riesco a trasferire l'anima in questo impianto, a risanare il corpo e a ridargli l'anima, ho vinto la morte. (Barone Frankenstein, La maledizione dei Frankenstein)
  • Si nasce | per far guerra alla morte | ed esserne sconfitti. | Da giovani | il nemico è lontano | muoiono quelli più avanti. | Oh bellezza | delle retrovie! | Qualche tiro lungo | uccide un giovanissimo, qua e là | ma pochi | e tu procedi, giochi, | vivi, ami e dimentichi | la battaglia che non ci sarà. | Poi | la morte aggiusta il tiro. | Te ne accorgi | quando colpisce | o i tuoi amici in giro | o qualche scheggia di malattia | ti scalfisce. | Poi tocca a te. | Prima di morire | si passa la bandiera ai figli. | Ma anche loro | non vinceranno. (Marcello Marchesi)
  • «Siamo nati per morire.» Se l'avessi saputo prima! (Roberto Gervaso)
  • Solo da morti, scrittore e asino, trovano la loro glorificazione. (Giorgio Saviane)
  • Solo davanti la morte fa paura. | Di dietro | è tutto bello innocente all'improvviso. | Maschera di carnevale, nella quale, | dopo la mezzanotte acqua raccogli | per bere o, sudato, lavarti. (Milan Rúfus)
  • Solo un fumo torbido è il sogno della morte, | e il fuoco della vita sotto vi arde. (Herman Hesse)
  • Solo dopo la morte siamo fuori tempo massimo. (L'ultimo bacio)
  • Sono eroi i combattenti che affrontano la morte in guerra. Siamo eroi anche noi vecchi che affrontiamo la morte senza bombe e senza assalti, senza fracasso e senza gloria. (Fausto Gianfranceschi)
  • Sono i morti che governano. Guarda, amico, come ci impongono la loro volontà! Chi ha fatto le leggi? I morti! Chi ha fatto le usanze a cui obbediamo e che modellano le nostre vite? I morti! E i diritti di proprietà sulle nostre terre? Non sono forse i morti che li hanno inventati? Se un geometra traccia una riga, comincia da un angolo che è stato fissato dai morti, e se andiamo in tribunale per una controversia, il giudice si mette a compulsare i suoi libri, finché non trova il modo in cui i morti l'hanno risolta, e si conforma alla loro decisione. E tutti gli scrittori, quando vogliono dare peso e autorevolezza alle loro opinioni, citano i morti, e i predicatori e i conferenzieri non hanno forse la bocca piena di parole che sono state già pronunciate dai morti? Caro mio, le nostre vite seguono i solchi che i morti hanno tracciato con l'unghia dei loro pollici! (Melville Davisson Post)
  • – Sono sempre i più meglio che se ne vanno!
    – È la vita, oggi a te domani a lui! (I soliti ignoti)
  • Spesso sono i giovani ad avere le idee necessarie affinché la società progredisca. Però i vecchi non sempre sono disposti a cedere loro il posto: in questo caso la morte è utile alla società. (Eirik Newth)
  • Talvolta non è giusto che qualcuno possa svignarsela semplicemente morendo. (Friedrich Dürrenmatt)
  • Trovo, dovunque io giro 'l guardo intento, | trista imagin di morte. Ecc'ora il giorno | da l'oriente uscir di luce adorno, | eccol tosto a l'occaso oscuro e spento. (Celio Magno)
  • Tu conosci, o Morte, il fuoco che conduce al cielo. Dichiaralo a me che son degno di fede: come partecipano dell'immortalità gli abitanti del cielo? (Kaṭha Upaniṣad)
  • – Tu non hai paura della morte, è questo che vorresti far credere a tutti.
    – È davvero così. Arriva per tutti prima o poi, perché temerla?
    – Perché tu finirai nel più profondo dei Sette Inferi se gli Dèi sono giusti! (Il Trono di Spade)
  • Tutti devono morire, ma non tutte le morti hanno uguale valore. [...] La morte di chi si sacrifica per gli interessi del popolo ha più peso del Monte Tai, ma la morte di chi serve i fascisti, di chi serve gli sfruttatori e gli oppressori, è più leggera di una piuma. (Mao Zedong)
  • Tutti dobbiamo morire un giorno. E tuttavia, di tutte le verità che ci diciamo, è forse quella, perlomeno fino alla vecchiaia, che ci ripetiamo con meno convinzione. (Albert Samain)
  • Tutti i morti sono maggiori di noi. Un ragazzo di dieci anni che muore è maggiore di me, per il fatto che lui sa. (Julien Green)
  • Tutti un giorno, dobbiamo morire. Non possiamo esser certi di ciò che ci attende dopo morti, ma pensate che stupende possibilità vi sono! Può darsi, come disse Socrate, che la morte sia soltanto un sonno tranquillo. Personalmente, sento che la morte sarà la grande rinascita. Perciò avviamoci alla morte come il bimbo va nel suo letto. Accogliamo tranquillamente quest'ora di coricarsi e diciamo che la vita è stata un bene. (Leo Baeck)
  • Un confessore si recò da un moribondo e gli disse: «Vengo a esortarvi a morire in pace». L'altro rispose: «E io vi esorto a lasciarmi morire in pace». (Nicolas Chamfort)
  • Un male non può essere glorioso; ma esiste una morte gloriosa; dunque la morte non è un male. (Zenone di Cizio)
  • Un morto non ha età. (Fëdor Dostoevskij, L'idiota)
  • Un sillogismo: sono gli altri a morire; ma io | non sono un altro; quindi non morirò. (Vladimir Nabokov)
  • Un uomo non è nato del tutto finché non è morto. Perché allora dobbiamo rattristarci che un nuovo nato abbia preso posto tra gli'immortali? Noi siamo spiriti. Che ci venga prestato un corpo anche se questo ci dà piacere, ci assiste nell'acquistare conoscenze o nel fare del bene ai nostri simili, è un atto generoso e benevolo del Signore. Quando il corpo non serve più a questi scopi e ci dà dolore invece che piacere, quando diventa un ingombro invece di un aiuto, è non meno generoso e benevolo che ci sia dato il modo di liberarcene. La morte è proprio questo.
    Il nostro amico e noi siamo stati invitati a un viaggio di piacere che durerà in eterno. Il suo seggio era pronto per primo ed egli è partito prima di noi. Non potevamo logicamente partire tutti insieme: e perché tu e io dovremmo rattristarcene, giacché presto dovremo seguirlo e sappiamo dove trovarlo? (Benjamin Franklin)
  • Una cosa che ho imparato riguardo alla morte è che sono chiamato a morire per gli altri. È fin troppo evidente che il modo in cui muoio influisce su molte persone. (Henri Nouwen)
  • Una donna stende il bucato | nel silenzio. | La morte è senza vento. (Tomas Tranströmer)
  • Una maniera del tutto nuova di morire è comparsa nel corso del secolo XX in alcune delle regioni più industrializzate, più urbanizzate, più tecnicamente avanzate del mondo occidentale e senza dubbio siamo ancora agli inizi.
    Salta agli occhi del meno attento degli osservatori la sua novità, il suo contrasto con tutto ciò che era prima, di cui costituisce l'immagine rovesciata in negativo: la società ha espulso la morte, eccetto quella degli uomini di Stato.
    Niente più nella città avverte che qualcosa è accaduto: il vecchio carro funebre nero e argento è diventato una banale automobile grigia che si perde nel flusso della circolazione.
    La società non segna nessuna pausa: la scomparsa di un individuo non intacca più la sua continuità. In città tutto si svolge come se nessuno più morisse. [...] Il modello della morte capovolta ha certo una preistoria nella città borghese, europea e cosmopolita della fine dell'Ottocento [...] ma assume la consistenza attuale negli Stati Uniti e nell'Inghilterra del secolo XX. È là che mette radici perché vi ha trovato le condizioni di sviluppo più favorevoli. (Philippe Ariès)
  • Una morte onesta è meglio di una vita vergognosa. (slogan comunista)
  • Veder la china, il baratro profondo, | la via senza ritorno, ultima via... | Triste non è il tramonto, amica mia, | triste è dover assistere al tramonto!. (Nicola Lisi)
  • Veronica, guarda che la morte non esiste. La gente muore solo quando viene dimenticata. (1992)
  • Verrà la morte e a te che non sei niente | porgerà la mano, in mezzo all'altra gente, | e tu sarai il primo, come vorrà la sorte, | a danzare con lei la danza della morte. | La morte bizzarra, la morte normale. (Tiziano Sclavi)
  • Vista in positivo, la morte è una delle poche cose che si possono fare facilmente stando distesi. (Woody Allen)
  • Vogl' i ncampagna c' 'a Morte! | M' a faccio assettà a tavula cu' mmico. | Mangio! Ch'è, nun mangiavo? I', benedico, | tengo nu stommaco forte! || 'O vermiciello, 'o crapetto, | 'o fritto 'e pesce... e doppo – addo' ce azzecca[3] | 'o bicchierello – 'a noce e 'a ficusecca... | Se n'ha da i' nu peretto![4] || Voglio sta allero e cuntento, | ca nun ce abbado si mangiammo 'nzieme. | Le voglio fà avvedè ca nun me preme | ch'è tutt'essa a 'stu mumento! || 'A voglio ridere 'nfaccia! | 'A voglio fa stunà 'cu suone cante... | E quanno 'arcìule 'e vino so' vacante, | me l'astregno forte 'mbraccia... || E strillo: "– S'è 'mbrïacata! | Gente, vedite d' 'a putè fa' scema... | Vedimmo si se scioglie 'stu prublema | Si vene st'ora aspettata! " || E nun 'mporta – 'o bbenedico! – | Si doppo, quanno ha alliggeruto o vino, | me dice a me, truvannome vicino: | "– Mo' vienetenne cu' mmico!" (Rocco Galdieri)
  • Voi morti non ci date mai quiete | e forse è vostro | il gemito che va tra le foglie | nell'ora che s'annuvola il Signore. (Vittorio Sereni)
  • Voltati. Vedrai una compagna che ti segue costantemente. In mancanza di un nome migliore chiamala Morte. È la tua Morte. Puoi averne paura, oppure servirtene a tuo vantaggio. Sta a te la scelta. (Wayne Walter Dyer)
  • È la morte che dà un senso a questo mondo. Amiamo una rosa proprio per la sua caducità. Chi ha amato una pietra? (prima stagione)
  • In questa casa si aggira la morte, l'attrice che entra in scena al terzo e ultimo atto della vita di ognuno di noi. (seconda stagione)
  • – Io non sapevo che esistessero una bella morte e una brutta morte.
    – Mh-mh. Una bella morte è una morte artistica, una brutta è una morte da macellai. Lei, Boris, è un macellaio, io sono un artista. Stasera avrà il suo morto, Boris entro poche ore. Ma uccideremo con modalità artistiche, non con una mannaia o una pallottola esplosiva o altri mezzi da macelleria. No, no! Questa morte sarà come un balletto! (quinta stagione)
  • La morte deve essere così: niente orrore, niente paura, solamente pace. (quinta stagione)
  • Secondo un detto, ogni uomo viene al mondo condannato a morte. L'ora e il modo dell'esecuzione sono sconosciuti. (prima stagione)
  • La morte, la vita, la fama, l'infamia, il dolore, il piacere, la ricchezza, la povertà, tutto ciò tocca ugualmente a buoni e cattivi, non essendo queste cose né belle né brutte; e, dunque, neppure beni o mali.
  • Non disprezzare la morte ma accoglila di buon grado perché anch'essa è un ente tra quelli che natura vuole.
  • Sulla morte: o dispersione, se ci sono gli atomi; se invece c'è l'unità, o spegnimento o trasferimento.
  • I morti hanno vie di comunicazione.
    Percorrono le ignote distese dietro la nostra vita, animate dal traffico interminabile di anime dipartite, nell'infallibile procedere di treni fantasma, di vagoni di sogno. Capita di udire le vibrazioni e il tumulto del loro passaggio nei punti di rottura del mondo, attraverso le crepe aperte da atti di crudeltà, violenza e depravazione. Si può scorgere il carico di quei convogli, i morti vaganti, quando il cuore è vicino a scoppiare e si manifestano allora visioni che meglio sarebbe tenere celate.
    Ci sono autostrade con tanto di segnaletica, viadotti e piazzole di sosta. Ci sono caselli e svincoli.
    È in corrispondenza di queste intersezioni, dove si incrociano e si mescolano le folle dei morti, che propaggini di questi itinerari segreti tracimano talvolta nel nostro mondo. Il traffico è intenso ai crocicchi, dove più stridule risuonano le voci dei morti. Lì le barriere che separano una realtà da quella attigua si sono assottigliate per il passaggio di innumerevoli piedi
  • La morte, aveva compreso, era uno specchio di dolore a due facce: quella dei viventi, ciechi e convinti di aver perso i loro cari per sempre; e quella dei morti, che li vedevano soffrire e soffrivano accanto a loro, senza poter offrire una singola sillaba di conforto.
  • Sapevano sempre molte cose, i morti. Quante volte aveva detto a Harry che erano la più grande risorsa mai sfruttata? Era vero. Tutto quello che avevano visto e sofferto restava sconosciuto a un mondo che invece aveva tanto bisogno di un po' di saggezza. Solo perché, a un certo punto dell'evoluzione della specie, nel cuore dell'uomo si era radicata la profonda e superstiziosa convinzione che i morti fossero una fonte di terrore, invece che di illuminazione.
  • Tutto è morte, donna. Tutto è dolore. L'amore porta con sé soltanto la perdita. La solitudine conduce al dolore. Non importa cosa facciamo, saremo comunque sconfitti. La nostra unica, vera eredità è la morte. E il nostro unico lascito, la polvere. (Pinhead)
La morte di Beowulf
  • Il Fato salva spesso un uomo non destinato ancora a morire, quando il valore non lo abbandona.
  • Nel tempo fissato, per ognuno di noi verrà il termine della vita nel mondo; e chi può, si conquisti la fama prima della morte. Nulla di più alto può lasciare dietro di sé, quando muore, un cavaliere valoroso. (Beowulf)
  • Per l'uomo di valore è più dolce la morte di una vita d'onta!
  • Per un poco, adesso, è in fiore il tuo valore ma presto accadrà che della tua potenza ti depredino la malattia o la spada o l'abbraccio del fuoco o l'onda dell'acqua o il morso della spada o il volo della lancia, o la vecchiezza tremenda; e allora il lampo che ti arde negli occhi si offuscherà e si spegnerà, e presto accadrà, fiero cavaliere, che la morte ti abbatterà. (Hroðgar)
  • Tale sarà sempre la fede d'un uomo, quand'egli pensa di conquistarsi una gloria imperitura nella guerra: per nulla lo turberà il pensiero della morte.
  • Ci sono ferite alle quali sarebbe preferibile la morte. Ma sono poche. Al momento di abbandonare la vita, ci si aggrappa ad essa con tutte le forze.
  • La morte può essere l'espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.
  • La morte sola può rescindere l'unione formata dalla simpatia, dal sentimento e dall'amore.
  • In fondo, e in sintesi estrema, è per sfuggire alla morte che ci siamo inventati il linguaggio, l'arte, la filosofia, la politica.
  • L'immagine che vive in noi è legata alla concezione che abbiamo della vita e anche alla differenza che mettiamo tra il morire e la morte.
  • Nel termine morire rimane "vivo" anche il vivere; nella parola morte la vita scompare.
  • Ci sono persone che hanno vissuto con ritmo, che hanno completato il ciclo dell'esistenza passando dall'infuriare della giovinezza alle solide conquiste della maturità e al quieto e pacifico declino verso la morte. La gente di questo genere non teme la morte né lotta per sfuggirla giacché la vita è sempre stata completa, realizzata come un'opera d'arte. Non hanno mai temuto né negato la vita. Non accettano la morte per stanchezza o disperazione ma l'accettano perché hanno compiuto il ciclo con compiuta soddisfazione. Quanti ne sono rimasti al giorno d'oggi?
  • La morte del corpo non è la fine dello spirito, ma solo una tappa del viaggio, come quando nei tempi andati si cambiava diligenza.
  • La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
  • E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
  • I fatti sono cocciuti, la morte è il più cocciuto dei fatti.
  • La morte è uno sverginamento. Portasse anche a una gravidanza!
  • Pochi si rendono conto che la loro morte coinciderà con la fine dell'universo.
  • Morire è facile, prima o poi ci riescono tutti.
  • Morire è un'inciviltà di cui, se potesse, il defunto arrossirebbe.
  • Morire. Non fosse che per fregare l'insonnia.
  • Morire sarà, su per giù, come quando su una vetrina una saracinesca s'abbassa.
  • La maggior parte delle persone non è preparata alla morte, la propria o quella di chiunque altro. Li sciocca, li terrorizza. È come se fosse una grossa sorpresa. Diavolo, non dovrebbe mia esserlo. Porto la morte nel taschino a sinistra. A volte la tiro fuori e le parlo: "Ciao, bellezza, come va? Quando vieni a prendermi? Sarò pronto".
    Non c'è da piangere per la morte più di quanto non ci sia da piangere per la crescita di un fiore. Ciò che è terribile non è la morte in sé, ma le esistenze che la gente vive o non vive fino al momento della morte. Non onora la propria vita, piscia sulla propria vita. La caga via. Stolti cazzoni. Si concentrano troppo sullo scopare, sui film, sul denaro, sulla famiglia, sul fottere. Hanno la menti gonfie di ovatta. Inghiottono Dio senza pensare, inghiottono la patria senza pensare. Ben presto si dimenticano come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello gonfi di ovatta. Sono brutti, dicono cose brutte, camminano in modo brutto. Suonagli la grande musica dei secoli e loro non riusciranno a sentirla. La morte di quasi tutte le persone è una farsa. Non c'è rimasto più niente da uccidere.
  • La morte era così noiosa. E questa era la cosa peggiore della morte. Che era di una noia mortale. Una volta che si presentava non avevi più scampo. Non potevi giocarci a tennis o trasformarla in una scatola di boeri. Se ne stava lì e basta, come una gomma bucata. La morte era stupida.
  • "La morte non puzza", disse la donna, "solo i vivi puzzano, quelli che stanno per morire puzzano, solo quelli in decomposizione puzzano. La morte non puzza."
  • Mentre aspettavo ammazzai quattro mosche. Accidenti, la morte era dappertutto. Uomini, uccelli, belve, rettili, roditori, insetti, pesci, nessuno aveva la minima probabilità di sfuggirle. Li sistemava tutti. Non sapevo che cosa fare, al riguardo. Mi venne la depressione.
  • Non possiamo ingannare la morte ma possiamo farle fare così tanta fatica che quando arriverà a prenderci saprà di avere ottenuto una vittoria altrettanto perfetta della nostra.
  • E ciò che noi chiamiamo morte non è altro che una scossa abbastanza forte da distruggere il passato e il presente come affini tra loro. In altre parole, la morte non è che la constatazione che la differenza tra il passato e il presente è maggiore della somiglianza, sì che non è più possibile chiamare la seconda fase una continuazione della prima e ci costa meno fatica crederla qualcosa che decidiamo di considerare nuova.
  • Il tormento della morte sta nella conoscenza di quando e come verrà.
  • La morte, non è né una fine né un inizio definitivo. Così colui che perde la propria anima la può ritrovare, e colui che la trova potrebbe perderla.
  • Morire è soltanto cessare di morire e sbrigare la cosa una volta per tutte.
  • Non c'è nulla che allo stesso tempo abbia così tanta e così poca influenza su un uomo quanto la sua morte.
  • Tutta la vita di certa gente è una sorta di morte parziale – una lunga, estenuante agonia, per così dire, di immobilismo e di inesistenza cui la morte fa solo da sigillo o da firma solenne: la rinuncia a ogni ulteriore azione o operato da parte del firmatario. La morte sottrae a questi individui quella piccola forza che sembravano avere e non concede loro niente tranne il riposo.
  • Una morte fatta con stile, in modo lussuoso, è una delle cose più dispendiose a cui un uomo possa indulgere. Morire con tutti i confort costa un sacco di soldi a meno che uno non si spenga alla svelta.
  • Io posso essere amico solo di spiriti che conoscono la morte. Certo, mi rendono felice se gli riesce di tacere della morte: perché io non posso.
  • L'esistenza di molte popolazioni è interamente colmata da riti che si riferiscono ai morti. […] L'invidia dei morti è ciò che i vivi temono di più. […] Ogni morto è dunque colui cui altri sopravvivono.
  • La morte come desiderio si trova davvero ovunque, e non è necessario scavare molto nell'uomo per trarla alla luce.
  • La morte è una battaglia sempre perduta.
  • Altro giro di lancetta, | io matura, io l'acerba, | mi hanno dato tanti appellativi, | ma tu chiamami "La Certa".
  • È stata rappresentata in molteplici modi, ma io ho scelto di raccontarla come una figura positiva, senza la quale la nostra vita diventerebbe il trionfo dell'apatia e della depressione. Una sorta di motivatrice che ci spinge a dare il meglio di noi durante il tempo limitato che abbiamo a disposizione.
  • Mi vedi come la cattiva, la tenebra, la maldita, la dea che fa la bandita, | ma voglio solo schiodarti dalla panchina, | voglio vederti giocare la tua partita, | ringraziami, | che se fossi svanita come una dedica incisa nella battigia | avresti l'anima spenta, l'anima grigia | come la cenere di una cicca nella lattina, | ho dato io il tuo senso a tutto | e sono vera e senza trucco, | anche se non lo ammetti è a me che va il pensiero | più che al cielo del Nabucco.
  • Non chiamarmi prostituta | perché tutti giacciono con me, | da chi va nei posti in tuta | a chi ha diamanti nei collier.
  • Smettila di mandarmi fiori | tanto mi azzanneresti come i cani fuori, | piuttosto leggimi dentro come i grandi tomi | perché la vita è un lampo e tu ci arriverai in ritardo come fanno i tuoni. | Io sono il tuo futuro, chiama i testimoni, | non puoi mandare i piani in fumo come gli estintori.
  • Quando stai male sono la tua litania, | ma quando il male passa divento una tassa, una tirannia.
  • Ti immagini non ci fossi? | Di sicuro non avresti combinato la metà di niente. | Sono anni che ti sprono a dare il meglio, | ma tu vivi nelle ombre degli inganni. | Forse quando partiremo sarai vecchio | con le tue valigie colme di rimpianti. | Non puoi comprarmi | nemmeno con tutti gli ori dei Nibelunghi: | di sicuro sarai mio, sì, puoi contarci, | quel giorno sarai migliore, quasi per tutti.
  • La morte che ci coglie a un tratto fa subito finire il dolore, ma quella che si prolunga nei tormenti uccide di continuo senza spegner la vita.
  • Orbene, a tutto c'è rimedio meno che alla morte, sotto il giogo della quale tutti si deve passare, per quanto, quando la vita finisce, ci dispiaccia.
  • Tuttavia, ti faccio osservare, fratel mio Panza — replicò don Chisciotte — che non c'è ricordo cui il tempo non cancelli, né dolore a cui la morte non metta fine.
  • La morte è ciò che la vita ha sinora inventato di più solido e sicuro.
  • Morire a sessanta o a ottant'anni è più duro che a dieci o a trenta. L'assuefazione alla vita, ecco la difficoltà. Perché la vita è un vizio. Il più grande che ci sia. Il che spiega perché si faccia tanta fatica a sbarazzarsene.
  • Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero già trovato un modo qualsiasi di aggirarla.
  • Cari fratelli dell'altra sponda | cantammo in coro giù sulla terra, | amammo in cento l'identica donna, | partimmo in mille per la stessa guerra, | questo ricordo non vi consoli, | quando si muore, si muore soli.
  • La morte verrà all'improvviso | avrà le tue labbra e i tuoi occhi | ti coprirà di un velo bianco | addormentandosi al tuo fianco.
  • Sappiate che la morte vi sorveglia, | gioir nei prati o fra i muri di calce, | come crescere il gran guarda il villano | finché non sia maturo per la falce.
  • È così, dunque: una cosa improvvisa, perentoria? La morte, pensai, non dovrebbe essere invece come l'immersione del cigno, ali bianche, levigato, che lascia la superficie intatta?
  • È un timore che informa da lungo tempo i miei rapporti con i medici, quello che perdano interesse nei miei confronti, che ordinino all'infermiera di far passare altri prima di me, che diano per scontata la mia morte.
  • La maggior parte di noi ha probabilmente visto la propria morte, ma non sapeva come far affiorare questa visione. Forse, quando moriremo, la prima cosa che diremo sarà: «Questa sensazione la conosco. Qui ci sono già stato».
  • La questione del morire si fa saggio strumento di memoria. Ci guarisce della nostra innocenza nei confronti del futuro. Le cose semplici sono fatali, o è una superstizione?
  • I tibetani cercano di vedere la morte per ciò che essa è. Ovvero la fine dell'attaccamento alle cose. Una verità semplice ma difficile da capire. Tuttavia, una volta che si sia smesso di negare la morte, si può procedere tranquillamente a morire e poi ad affrontare l'esperienza della rinascita uterina, o l'aldilà giudaico-cristiano, o l'esperienza extracorporea, o un viaggio su un Ufo, o come che lo si voglia chiamare. E possiamo farlo con chiarezza di visione, senza timore riverenziale o terrore. Non dobbiamo aggrapparci artificialmente alla vita, e neanche alla morte. Non si fa altro che procedere verso le porte scorrevoli. Onde e radiazioni. Guarda come è tutto ben illuminato. Questo posto è sigillato, conchiuso in sé. E senza tempo. Un altro motivo per cui penso al Tibet. Morire, in Tibet è un arte. Arriva un sacerdote, si siede, dice ai parenti in lacrime di andarsene e fa sigillare la stanza. Porte e finestre, tutte sigillate. Ha cose serie da fare. Salmodie, numerologia, oroscopi, recitazioni.
  • Nelle città nessuno più nota la specificità del morire. Il morire è una componente dell'aria. Si trova ovunque e in nessun luogo. Morendo gli uomini gridano, per farsi notare, per farsi ricordare per un paio di secondi. Morire in un appartamento di città può deprimere l'anima, penso, per diverse vite a venire. Nelle cittadine di provincia invece ci sono le villette, le piante nei bovindi. La gente nota di più la morte. I morti hanno volti, automobili. Se non si sa un nome, si sa però quello di una strada, di un cane. «Aveva una Mazda arancione». Di una persona si sanno un paio di cose inutili che diventano importanti elementi di identificazione e collocazione cosmica, nel caso in cui essa muoia all'improvviso, dopo una breve malattia, nel proprio letto, con trapunta e cuscini rivestiti uguali, in un mercoledì pomeriggio piovoso, febbricitante, un po' congestionata nei seni nasali e al petto, pensando alla lavatura a secco.
  • Il primo annunzio di mia cruda morte, | se a chi muor per amor tanto è concesso, | vo' che tra il sonno l'ombra mia t'apporte.
  • Lasciando con la patria ogni conforto, | ove più l'Appennin la neve agghiaccia, | carco n'andrò di così gravi some, | chiamando morte, e te sola per nome.
  • Poi c'hai del sangue mio sete si ardente, | e perchi'io mora, o Morte acerba e ria, | sei mossa per ferir la donna mia, | col velenoso stral fiero e pungente.
  • Quand'un alma gentil, credo dal cielo | discesa, ad onorar quel chiaro giorno, | però che tal nascer non suole in terra, | vidi tra molte stelle a par d'un sole | con raggi fiammeggiar, da far in vita | tornar quanti mai spense avara morte.
  • Che stronza Emily Dickinson, quando cinguettava della "dolce Morte". L'idea che la morte sia dolce è abominevole. La Dickinson non ha mai visto un groviglio di sei o sette automobili sulla Easthore Freeway.
  • È sorprendente: il potere della morte umana di far rinsavire. Ha più peso di ogni parola, di ogni argomento: è la forza ultima. Si impossessa della tua attenzione e del tuo tempo. E ti lascia cambiato.
  • Quando un certo errore comincia a essere commesso da un bel po' di persone, allora diviene un errore sociale, uno stile di vita. E in questo particolare stile di vita il motto è: "Sii felice oggi perché domani morirai"; ma s'incomincia a morire ben presto e la felicità è solo un ricordo.
  • Ho notato che la Morte fa frequenti visite, dove si è già presentata, rendendo desiderabile prevenire i suoi approcci.
  • Morire prima di aver paura di morire può essere un dono.
  • Non pensiamo abbastanza ai Morti come fonte di ebbrezza – Essi non dissuadono ma Adescano – Custodi di quella grande Avventura ancora preclusa a noi – mentre agogniamo (invidiamo) la loro saggezza lamentiamo il loro silenzio.
  • Non ti sembra terribile l'Eternità? Ci penso spesso e mi sembra così buia che quasi desidererei che non ci fosse Eternità. Credere che dobbiamo vivere per sempre e non cessare mai di esistere. Sembra come se la Morte di cui tutti hanno paura perché ci lancia in un mondo sconosciuto sia un sollievo rispetto a uno stato di esistenza così interminabile. Non so perché ma mi sembra di non dover mai cessare di vivere sulla terra – non riesco a immaginare con la mia immaginazione più fervida la scena della mia morte – Mi sembra di non dover mai chiudere gli occhi nella morte. Non riesco a rendermi conto che la tomba sarà la mia ultima dimora – che gli amici piangeranno sulla mia bara, che il mio nome sarà menzionato, come uno di quelli che ha cessato di essere fra i rifugi dei viventi, e ci si chiederà dove è volato il mio spirito disincarnato.
  • Poiché non potevo fermarmi per la Morte – | lei gentilmente si fermò per me.
  • Polvere è l'unico Segreto – | Morte, l'unica Creatura | di cui non si può scoprire nulla | nella sua "città natale". || Nessuno conobbe "suo Padre" – | non fu mai Fanciulla – | non ebbe compagni di gioco, | o "storia di Inizi" – | Operosa! Laconica! | Puntuale! Pacata! | Spavalda come un Brigante! | più silenziosa di una Flotta! || Costruisce, come un Uccello, anche! | Cristo deruba il Nido – | Pettirosso dopo Pettirosso | di contrabbando al Riposo!
  • Se i morenti potessero aver fiducia della Morte, non ci sarebbero Morti.
  • Morte, non andar fiera se anche t'hanno chiamata | possente e orrenda. Non lo sei. | Coloro che tu pensi rovesciare non muoiono, | povera morte, e non mi puoi uccidere.
  • Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.
  • Un breve sonno e ci destiamo eterni. | Non vi sarà più morte. E tu, morte, morrai.
  • La morte non è interessante. Per te conta solo ciò che è interessante: rompicapo, idee, analisi... La morte è il contrario di un bel rompicapo. La morte è un eterno nulla. (ottava stagione)
  • – Non voglio che le diate farmaci che danneggino il suo organismo...
    – Lo sa cos'altro danneggia un organismo? La morte! (terza stagione)
  • Quasi morire non cambia niente, è la morte che cambia tutto quanto. (quinta stagione)
  • Dicono che coloro i quali sono in punto di morte, per lo più rendano l'anima nei momenti di transizione, all'alba e al mutare della marea; e chiunque abbia sperimentato, quando sia stanco, e come incollato al suo posto, quella trasformazione che ha luogo nell'atmosfera, non faticherà a credermi. (Jonathan Harker)
  • La vita in fondo cos'è? Solo l'attesa di qualcosa altro, no? E la morte l'unica cosa che possiamo essere sicuri che viene.
  • Sono troppo infelice, troppo giù di morale, troppo nauseato del mondo e di tutto quel che c'è dentro, vita compresa, e non mi importerebbe niente di sentire in questo momento il batter d'ali dell'Angelo della Morte. (John Seward)
  • La fine è una benedizione. Morire ti da la prospettiva. È la cima della montagna da cui tutta la tua vita è finalmente visibile dall'inizio alla fine. La morte ti completa.
  • La morte è l'unico atto che sa ancora di novità. Ogni altra esperienza umana è catalogata da qualche parte nelle vostre infinite biblioteche digitali. Non c'è nulla di nuovo. Ogni istante di vita è deteriorato e di seconda mano, tranne quell'unico momento dell'esistenza che nessuno è mai stato in grado di raccontare. In un mondo di strade già percorse, la morte è l'unica neve ancora immacolata.
  • Perché il trapasso arriva sempre come un tale shock per voi mortali?
  • Chi è colui così gagliardo e forte che possa vivere senza poi morire? E da colei ch'è tutto, Madonna Morte, l'anima sua possa far fuggire? La Morte schifosa, la Morte lasciva! La Morte! La Morte! La Morte che arriva! La Morte, la Morte, dolcissima e amara, la Morte che avanza nella notte chiara. La Morte di pietra, la Morte di neve, la Morte che arriva con passo lieve. La Morte che dona, la Morte che prende, la Morte che ruba, la Morte che rende, la Morte che passa, la Morte che sta, la Morte che viene, la Morte che va. La Morte che arriva con il suo dolore, e avvolge ogni cosa con il suo fulgore. La Morte regina senza scettro e corona, La Morte! La Morte! La Morte in persona! La Morte! La Morte! La Morte furiosa, la Morte maligna, la Morte pietosa, la Morte sicura, la Morte carogna, la Morte che ha il muso di un topo di fogna. Verrà la Morte, e i tuoi occhi avrà | e la bellezza tua, vanità di vanità... | Verrà la Morte e porterà con sé | tutto il tuo impero, tutto, insieme a te... | Verrà la Morte e taglierà il legame | così sottile e forte, così bello e infame... | Verrà la Morte, sarà la tua coscienza, | è stata tua compagna in tutta l'esistenza... | Verrà la Morte, e a te che non sei niente | porgerà la mano, in mezzo all'altra gente... | ...e tu sarai il primo, come vorrà la sorte, | a danzare con lei la danza della Morte! | [...] la Morte ha danzato, la Morte tua sposa, | la Morte maligna, la Morte pietosa.
  • In principio erano le tenebre, e sulle tenebre regnava la madre, regina degli orrori della nostra umanità, sovrana della notte eterna, madre sterile di infiniti figli, ignota a tutti e da tutti conosciuta, perché il suo nome è Morte!
  • Io sono colei che tutto spiega e che nessuno può spiegare... io sono l'immagine allo specchio, sono il mistero che è al di là della vita... sono il sonno senza sogni, sono il pensiero che vola via, la grande consolatrice... io sono... la Morte!
  • La Morte che uccide, la Morte che piange | la Morte che ha lacrime fatte di sangue | La Morte stanca, la Morte triste, | la Morte che ha visto cose mai viste.
  • La Morte di vetro, metallo, lamiera, | la Morte che viene di giorno e di sera | La Morte di schianto, di colpo, improvvisa, | la Morte temuta, la Morte derisa | La Morte gloriosa, la Morte banale, | la Morte al disopra del bene e del male!
  • La Morte! La Morte! La Morte che ha fretta! | La Morte che arriva e nessuno l'aspetta! | La Morte nel ventre, la Morte nel cuore, | la Morte che arriva con tutto il suo orrore!
  • La morte non è una condanna. È l'unica certezza che ci resta. Volevo vedere il futuro e non ho visto che polvere... è tempo che la polvere torni alla polvere.
  • Se la morte giungesse solo a chi se l'aspetta, finirebbe con il diventare noiosa.
  • Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri.
  • La prima qualità di un onest'uomo è il disprezzo della religione, che ci vuole timorosi della cosa più naturale del mondo, che è la morte, odiatori dell'unica cosa bella che il destino ci ha dato, che è la vita, e aspiranti a un cielo dove di eterna beatitudine vivono solo i pianeti, che non godono né di premi né di condanne, ma del loro moto eterno, nelle braccia del vuoto. Siate forti come i saggi dell'antica Grecia e guardate alla morte con occhio fermo e senza paura.
  • Voglio [...] parlare della mia morte, e ammetterete che in questo caso ho qualche diritto all'esternazione.
  • A chi è piegato dall'età, la morte verrà come un sollievo. Lo sento molto fortemente ora che sono arrivato io stesso alla vecchiaia, e a considerare la morte come un vecchio debito che è giunto il momento di pagare. Ma istintivamente, facciamo di tutto per ritardare quest'ultimo adempimento. Così la natura si diverte a giocare con noi.
  • La nostra morte non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.
  • Non voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee!
  • A' generosi | giusta di gloria dispensiera è morte.
  • All'ombra de' cipressi e dentro l'urne | confortate di pianto è forse il sonno | della morte men duro?
  • Gli occhi dell'uom cercan morendo | il Sole: e tutti l'ultimo sospiro | mandano i petti alla fuggente luce.
  • La sola morte, a cui è commesso il sacro cangiamento delle cose, promette pace.
  • Se gli uomini si conducessero sempre al fianco la morte, non servirebbero sì vilmente.
  • Fin dai tempi antichi, nulla permane. Dormienti e morti, quanto sono simili: sono come morte dipinta. Che cosa divide padrone e servo quando entrambi hanno compiuto il proprio destino? Quando gli Anunnakkū, i giudici, si radunano e anche Mammetun madre dei destini, assieme decretano i fati degli uomini. Vita e morte assegnano, ma non rivelano il giorno della morte.
  • La morte abita nella mia camera; ovunque si posi il mio piede, lì trovo la morte.
  • Quando gli dèi crearono l'uomo, gli diedero in fato la morte, ma tennero la vita per sé.
  • Dicono che la morte sia più dura per chi sopravvive. È difficile dire addio, a volte è impossibile. In realtà non smetti mai di sentire la perdita. È questo che rende tutto agrodolce. Lasciamo dei pezzetti di noi alle nostre spalle, piccoli ricordi. Una vita di ricordi, fotografie, gingilli. Cose per cui saremo ricordati, anche quando non ci saremo più. (nona stagione)
  • La morte cambia tutto. C'è il crollo emotivo, certo, ma ci sono anche le cose pratiche. Chi farà il tuo lavoro? Chi si prenderà cura della tua famiglia? L'unica cosa positiva per te, è che non devi preoccupartene tu. Gente che non hai mai visto abiterà in casa tua, prenderà il tuo posto. Il mondo andrà avanti, senza di te. (nona stagione)
  • Se sei una persona normale, una delle poche cose su cui puoi contare nella vita è la morte. Ma, se sei un chirurgo, anche quel conforto ti viene negato. Noi chirurghi inganniamo la morte, la prolunghiamo, la neghiamo. Ci fermiamo e, con sfida, mostriamo il dito medio alla morte. (quinta stagione)
  • La mente può sviluppare i nessi logici solo fino a un determinato punto, raggiunto il quale la prova deve cedere il passo all'evidenza. Lì occorre compiere il salto oppure ritirarsi.
    Il punto di rottura in questione indica un mistero del tempo. I punti di rottura sono luoghi di ritrovamenti. Anche la morte è un punto di rottura, non una fine; ed è questo l'orizzonte della parola «origine»
  • Nell'uomo sono sopite anche qualità che solo la morte porterà a dispiegare. Allora la metamorfosi avrà luogo non più negli strati, bensì nella pienezza.
    Grandi avventurieri – questa sarà per voi l'ultima e suprema avventura.
  • Nessuno può sottrarsi all'ultimo incontro, quello con la morte. Qui ognuno si espone in modo assoluto. La potenza della morte si sottrae al tempo e al numero, diventa immaginaria.
  • O ricordo, chiave d'accesso al nucleo più intimo degli esseri umani e delle esperienze vissute! Sono certo che tu sei racchiuso anche nel vino cupo, amaro e inebriante della morte come l'ultimo e decisivo trionfo dell'essere sull'esistenza.
  • Spesso ho come l'impressione che i morti diventino più maturi e più miti; crescono dentro di noi con radici postume – siamo ''noi'' il vero camposanto, la vera terra consacrata del cimitero. Essi vogliono essere seppelliti nel nostro cuore. Ce ne sono grati, e questo vincolo dà alle famiglie e ai popoli la forza di trasformarsi nel tempo.
  • Vi sono degli incontri totali che mettono in questione il corpo e la vita; essi inaugurano un vasto campo che si estende tra l'intelligenza politica e la disciplina etica.
    Nessuno può sottrarsi all'ultimo incontro, quello con la morte. Qui ognuno si espone in modo assoluto. La potenza della morte si sottrae al tempo e al numero, diventa immaginaria. Se inseriamo per il singolo, come per colui che è sconosciuto a sé, in numero base X, egli sarà esposto infinitamente:
    X

    Solo così l'individuo diventa «indivisibile», come esprime il suo nome. Il fatto che la sua potenza superi qualsiasi misura e valutazione, include una speranza che oltrepassa quella del Paradiso. L'arte e i culti circondano e ornano il muro del tempo; ognuno celebra da solo il sacramento della morte. Nella morte di Ivan Ilijc, Tolstoj descrive il passaggio durante il quale l'esistenza non viene tolta, ma l'individuo rinuncia ad essa.
    A questo proposito Heidegger scrive: «La rinuncia non toglie. La rinuncia dona. Dona la forza inesauribile dell'infinito».
  • Da secoli continuiamo a cambiare abiti, ma la morte ci ritrova sempre.
  • Il tacito orgoglio dell'uomo: la morte si difende da noi, ma alla fine soccombe.
  • La clientela della morte non si estingue mai.
  • La morte è il deus ex machina della tragedia umana.
  • La prima condizione dell'immortalità è la morte.
  • Per ogni cadavere ascriviamo alla morte un "più" con una croce al cimitero.
  • Se si potesse scontare la morte dormendola a rate!
  • Che sia questo morir, questo supremo | scolorar del sembiante, | e perir della terra, e venir meno | ad ogni usata, amante compagnia.
  • La morte non è male: perché libera l'uomo da tutti i mali, e insieme coi beni gli toglie i desiderii. La vecchiezza è male sommo: perché priva l'uomo di tutti i piaceri, lasciandogliene gli appetiti; e porta seco tutti i dolori. Nondimeno gli uomini temono la morte, e desiderano la vecchiezza.
  • La natura ci destinò per medicina di tutti i mali la morte. (Operette morali)
  • Nemica capitale della memoria. (Operette morali)
  • Non era naturale all'uomo da principio il procacciarsi la morte volontariamente: ma né anco era naturale il desiderarla. Oggi e questa cosa e quella sono naturali; cioè conformi alla nostra natura nuova: la quale, tendendo essa ancora e movendosi necessariamente come l'antica, verso ciò che apparisce essere il nostro meglio; fa che noi molte volte desideriamo e cerchiamo quello che veramente è il maggior bene dell'uomo, cioè la morte. (Operette morali)
  • Se mi fosse proposta da un lato la fortuna e la fama di Cesare o di Alessandro netta da ogni macchia, dall'altro di morir oggi, e che dovessi scegliere, io direi, morir oggi, e non vorrei tempo a risolvermi. (Operette morali)
  • Sola nel mondo eterna, a cui si volve | ogni creata cosa, | in te, morte, si posa | nostra ignuda natura; | lieta no, ma sicura | dall'antico dolor. (Operette morali)
  • Troppo sono maturo alla morte, troppo mi pare assurdo e incredibile di dovere [...] durare ancora quaranta o cinquant'anni, quanti mi sono minacciati dalla natura. Al solo pensiero di questa cosa io rabbrividisco. [...] Oggi non invidio più né stolti né savi, né grandi né piccoli, né deboli né potenti. Invidio i morti, e solamente con loro mi cambierei. (Operette morali)
  • Come le ossa bianche indicano le vie attraverso il deserto, così i monumenti segnano i regni culturali decaduti, rendendo nota la morte di milioni, come binari della civiltà.
  • E poi la silenziosa notte della morte assoluta inabisserà tutti. Come tutti nel momento del trapasso trepideranno beati: sono redenti, redenti per sempre!
  • L'animale non conosce la morte e la teme solo in modo istintivo, percependola come un pericolo. L'uomo, al contrario, conosce la morte e sa che cosa essa significa. [...] L'amore per la vita viene aumentato: l'animale segue soprattutto i suoi istinti, che si limitano a soddisfare la fame, la sete ed il bisogno di riposo. Esso vive in un ristretto ciclo vitale. Invece, nei confronti dell'uomo, e per mezzo della sua ragione, la vita si presenta sotto forma di ricchezza, di donne, di onore, di potere, di fama, ecc... che suscitano la sua brama di vita e la volontà di vita. [...] Nell'uomo, di conseguenza, la volontà di morte, istinto della sua natura più recondita, non viene semplicemente più celato dalla volontà di vita, come nell'animale, ma scompare completamente nel profondo, dove solamente di tanto in tanto si mostra come struggimento profondo di tranquillità.
  • La speranza di condurre una lunga vita, di continuare ad esistere sino alla mia morte naturale: questo per me è inconcepibile.
  • Però il filosofo immanente vede in fondo nell'intero universo nient'altro che il profondo desiderio di annichilimento assoluto, ed in lui è come se ascoltasse parlare chiaramente una voce che attraversa tutte le sfere del cielo, e dice: Redenzione! Redenzione! Morte alla nostra vita! – e pronunciare la rispettiva confortante risposta: troverete tutti la fine e sarete redenti.
  • Il rispetto degli altri per le nostre sofferenze ce lo procura soltanto la morte, che nobilita anche le sofferenze piú meschine.
  • La morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive. (Thomas Mann)
  • La morte era una felicità così grande che solo nei momenti di grazia, come quello, la si poteva misurare. Era il ritorno da uno sviamento indicibilmente penoso, la correzione di un gravissimo errore, la liberazione dai più spregevoli legami, dalle più odiose barriere... il risarcimento di una lacrimevole sciagura.
  • Arriviamo a comprendere fino in fondo gli esseri umani ai quali siamo uniti da un vincolo indissolubile soltanto nell'attimo della loro morte.
  • Il grande esame da superare nella vita non è la morte, bensì il morire. Ma la malattia e la morte hanno un che di osceno. Questo rovescio dell'esistenza corporea è al tempo stesso orrido e lubrico.
  • La via di ritorno dalla vita alla morte è oscura, brancolo dal nulla verso il nulla e lungo il percorso, ogni tanto, una parola, un concetto risplendono come lucciole nella buia foresta.
  • Le tante menzogne che si raccontano sulla morte mi fanno venire la nausea. La vita eterna. Vita oltre la morte. Giudizio, sfere, paradiso e inferno. Sono sempre menzogne piagnucolose, insulse, ripugnanti. La realtà è oscena e sogghignante, è la morte.
  • Ottantacinque anni fa venni alla luce su questo pianeta. In un giorno simile, il mortale pensa alla morte in maniera diversa dagli ottantacinque anni precedenti. L'uomo è sempre cosciente della morte, la considera un naturale compimento del difficile e incomprensibile corso dell'esistenza, tuttavia si limita ad «averne coscienza», l'accetta. Arriva in fine il tempo in cui l'uomo acconsente a morire. Non è una sensazione tragica. Piuttosto un senso di sollievo, come quando, dopo aver lungamente riflettuto, si comprende qualcosa di incomprensibile.
  • Sono in molti a comprendere soltanto tardi che il mistero più grande, nella vita, non è la morte, bensì il morire. E ogni ars moriendi è pura fantasticheria, un'arte simile non esiste.
  • Beati coloro che muoiono senza pettegolezzi e senza lamenti, nella santa solitudine in cui muoiono le bestie e i soldati in fondo a una buca scavata da una granata.
  • Ciò che bisognerebbe riuscire a fare, è morire col sorriso sulle labbra.
  • Non occuparsi di quel che sarà dopo la morte, né sul piano metafisico, che sarebbe tempo perso dato che non possiamo saperne nulla; né sul piano concreto poiché delle nostre ultime volontà nulla sarà fatto.
  • Quando morirò, si troveranno ancora delle ragioni per mostrare che non sono morto come era opportuno.
  • Chi dice che la morte è crudele sono solo gli inconsapevoli. Ma la morte non è che un taglio netto. È molto più crudele non essere capaci di morire. (Conte Dracula)
  • La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose. (Conte Dracula)
  • La morte è inevitabile. Alla fine saremo tutti soli. Le stelle ci vengono incontro confusamente. Il tempo scorre. I fiumi scorrono senza di noi. Solo la morte è crudelmente certa. (Lucy Harker)
  • L'estremo limite di tutto, | la morte.
  • La pallida morte batte ugualmente al tugurio del povero come al castello dei re.
  • Persegue anche chi l'evita | la Morte.
  • Con la gente famosa è così, quando tirano le cuoia la loro cerchia di amici intimi si ingigantisce. Un morto famoso non può girare per strada senza incontrare un milione di migliori amici che nella vita vera non ha mai conosciuto.
  • Il dolore e l'odio e l'amore e la gioia e la guerra esistono perché siamo noi a volerli. E vogliamo che tutto sia così drammatico per prepararci alla prova finale che ci aspetta: affrontare la morte.
  • Io e la morte, separati alla nascita.
  • La morte, ch'era il vostro coraggio, può esservi tolta come un bene.
  • Ma morire è proprio questo – non più sapere che sei morta.
  • Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire. Tutta la loro ricchezza è la morte, che li costringe industriarsi, a ricordare e prevedere.
  • Tu non sai quanto la morte li attiri. Morire è sì un destino per loro, una ripetizione, una cosa saputa, ma s'illudono che cambi qualcosa.
  • Verrà la morte e avrà i tuoi occhi | questa morte che ci accompagna | dal mattino alla sera, insonne, | sorda, come un vecchio rimorso | o un vizio assurdo.
  • La morte aggiusta e salda molti conti nei contrasti fra uomini.
  • La morte distrugge in ogni uomo un originale che non avrà altro uguale per tutta l'eternità.
  • La morte è il termine del primo tirocinio del nostro spirito in questo mondo, è una promozione intellettuale per un nuovo e più vasto sistema e ordine di cose e idee.
  • Siamo maturi per la morte quando arriviamo a disincantarci del mondo e della vita umana.
  • Guardando un cadavere, la morte mi sembra una partenza. Il cadavere mi dà l'impressione di un vestito smesso. Qualcuno se n'è andato e non ha avuto bisogno di portare con sé quell'unico vestito che indossava.
  • La morte è la curva della strada | morire è solo non essere visto. | Se ascolto, sento i tuoi passi | esistere come io esisto.
  • Tutto è aver speranze o è morte.
  • Che altro ch'un sospir breve è la morte?
  • Degna | di poema chiarissimo e d'istoria.
  • La morte è fin d'una pregione oscura | a l'anime gentili; a l'altre è noia, | ch'hanno posto nel fango ogni lor cura.
  • Morte fura | prima i migliori, e lascia star i rei.
  • O ciechi, il tanto affaticar che giova? | Tutti torniamo a la grande madre antica, | e il nome nostro a pena si ritrova.
  • Un bel morir tutta la vita honora.
  • Ah, che vuol dir morire! Nessuno, nessuno si ricordava più di me, come se non fossi mai esistito...
  • Mi accorsi tutt'a un tratto che dovevo proprio morire ancora: ecco il male! Chi se ne ricordava più? Dopo il mio suicidio alla Stia, io naturalmente non avevo veduto più altro, innanzi a me, che la vita. Ed ecco qua, ora: il signor Anselmo Paleari mi metteva innanzi di continuo l'ombra della morte.
  • Morto? Peggio che morto; me l'ha ricordato il signor Anselmo: i morti non debbono, più morire, e io sì: io sono ancora vivo per la morte e morto per la vita. Che vita infatti può esser più la mia? La noja di prima, la solitudine, la compagnia di me stesso?
  • Il mistero della morte è più che sufficiente. Tutto quello che vi si ricollega non è che un enorme intreccio da teatro.
  • La morte potrebbe essere il sogno se, tratto tratto, si potesse aprire un occhio.
  • Non si muore. La morte è una specie di vita covata.
  • Quando si comincia a guardarla bene in faccia la morte è facile da capire.
  • Quando si sta per morire, si sa di pesce.
  • Quelli che hanno parlato meglio della morte sono tutti morti.
  • Ciò che principalmente ti affligge nella morte altrui è la rinnovata visione della certezza della tua.
  • "L'essere", questo è ciò che senz'altro è per sé stesso il male e il delitto. Esso non può reggersi se non mediante l'uccisione, la distruzione, l'incorporazione di altro essere, cioè di altri esseri (il nutrirsi, il nascere). Giusto è perciò morire, la morte è la giusta e meritata pena inflitta a quel delitto che è l'essere e nello stesso tempo è l'uscita da esso, cioè, la liberazione e la purgazione da esso. il vero e unico Σοτήρ, la vera e unica Σοτήρία.
  • Sei annoiato degli avvenimenti della vita, sempre gli stessi? Vuoi una novità? Una vera novità? Di tutto hai fatto l'esperimento, tutto più o meno conosci. Una sola cosa v'è di cui non hai alcuna idea come di cosa veramente vissuta ed esperimentata, che nella tua vita non hai mai provato, che non riesci nei particolari nemmeno ad immaginare. Questa sarà la genuina, la grande novità, il fatto veramente e sostanzialmente diverso da tutti gli altri che ti sono accaduti, l'avventura straordinaria, nulla di simile alla quale hai mai conosciuto. Non senti mai la curiosità di sapere come sarà? Cos'è? La morte.
  • Bisogna salvarsi per poter morire, perché la morte non sopraggiunga senza coscienza, ma chiara, precisa, limpida.
  • Che rabbia che la morte forse non avesse confini, fosse grande come un muscolo di Dio!
  • La morte non è il morire, ma ciò che avviene prima di morire, immediatamente prima, quando non ha ancora penetrato il corpo, e se ne sta immobile, bianca, nera, viola, livida, seduta sulla sedia più vicina.
  • Qualche volta si scopre che la morte è molto posteriore alla vera morte, come la vita, a sua volta, anteriore alla coscienza della vita.
  • Un uomo muore in così larga misura, quando il suo cervello è remoto e offuscato! Muore perché deve morire sul suo corpo, dove viaggiano gli enigmi, ed è al tempo stesso facile e difficile liberarsi della vita, così potente e debole, demoniaca e celeste, vicina, vecchia ed estranea.
  • Mi è sempre parso strano, fin da quando ero bambino, che gli uomini parlino della morte in modo diverso da quello usato per le altre cose, e questo soltanto perché nessuno ha mai rivelato quello che gli è accaduto dopo. Ma in che modo un morto può distinguersi da un uomo che diventa serio, che rinuncia al tempo e si chiude in sé, per riflettere calmo su un problema, la cui soluzione da tempo lo tormenta? Quando si sta in mezzo alla gente, non ci si rammenta neppure del Paternostro; come dunque è possibile ricordare un altro rapporto più oscuro, che forse trova la sua ragione non in parole ma in eventi? Bisogna appartarsi in un silenzio inaccessibile: e forse i morti sono coloro che si sono così isolati per meditare sulla vita.
  • Oggi chi dà ancora valore a una morte ben fatta? Nessuno.
  • Una volta si sapeva (o si sospettava, forse) di avere in sé la morte come il frutto ha il nocciolo. I bambini ne avevano una piccola in sé e gli adulti una grossa. Le donne l'avevano nel grembo e gli uomini nel petto. La si aveva, e questo dava a ciascuno una speciale dignità e un silenzioso orgoglio.
  • Il peggiore accidente dell'esser nostro è il morire.
  • La Morte è l'ultimo dei mali.
  • La Morte è l'unico fine delli tormenti di questa vita, il sovrano bene della Natura, il solo appoggio della nostra libertà, il comune e pronto ricetto a tutti i mali.
  • La Morte non si sente se non per il discorso, con ciò sia che ella sia il movimento d'un istante.
  • A quell'epoca, la morte non viveva ancora nell'anonimato e la si poteva vedere e annusare dappertutto mentre divorava anime che ancora non avevano avuto nemmeno il tempo di peccare.
  • Davanti a un feretro ci ricordiamo solo le cose buone e vediamo solo ciò che ci garba.
  • Non posso morire, dottore. Non ancora. Ho delle cose da fare. Poi avrò tutta la vita per morire.
  • Non si capisce niente della vita finché non si comprende la morte.
  • Allora | Che morte alcun non divorasse, ingombra | Sarìa la terra e di vecchi e d'infanti | In ogni loco.
  • Che se tu sei lieto, | Siede la morte con aguzzi artigli | E all'agguato si sta quel fera belva | Bramosa di giostrar.
  • Dall'artiglio della morte alcuno | Scampo non trova! Ell'è come d'autunno | Il freddo vento, e siamo noi le foglie | Che il vento caccia.
  • Oh! con la morte, [...] | Mai non ritorna all'uopo | Umana prece! A che l'aguzzo artiglio | Del fero drago d'evitar desii? | S'anche di ferro fossi tu, da quello | Non avrai scampo, e se qui resta a lungo | Giovinetto garzon, dal dì fatale | Della vecchiezza scampo ei non ritrova.
  • Di morte mangerai, che mangia gli uomini, | e il morir finirà, morta la morte.
  • I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte, ma l'uomo di coraggio non assapora la morte che una volta. La morte è conclusione necessaria: verrà quando vorrà. (Giulio Cesare)
  • Il pensiero della morte è come uno specchio, in cui la vita è apparenza, breve come un sospiro. Fidarsene è errore.
  • Oh, sintomi vani e incannatori! I mali, allorché divengono estremi, non sono più sentiti: la morte, dopo aver manomesso il di fuori, lo abbandona, e fatta invisibile investe l'anima e l'assedia e l'opprime con legioni di fantasime e di larve, che affollandosi si conseguono confuse e senza interruzione.
  • Tutto che vive deve morire, passando dalla natura all'eternità. (Amleto)
  • La morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l'anima e il corpo, l'una dall'altra.
  • La morte difatti nessuno sa neppur se non sia per l'uomo il maggiore di tutti i beni; e gli uomini la temono quasi sapessero di certo ch'è il maggiore dei mali.
  • Né in tribunale né in guerra non è lecito, né a me né ad altri, di ricorrere a qualunque mezzo per scampare ad ogni costo alla morte.
  • Al giorno estremo | però guati il mortale; e mai felice | non tenga l'uom, pria che d'affanni scevro | tocco non abbia della vita il fine.
  • Il peggio non è morire, ma dover desiderare | la morte e non riuscire ad ottenerla.
  • La morte è l'ultimo medico delle malattie.
  • Esisteva dunque lei, la morte, ed era veramente in mezzo ai viventi, tra di noi, tra coloro che amavo e in me. Ma non era libera, si trovava nelle mani di Dio, apparteneva alla sua potenza; Dio vi si rivelava; era un segno. Un segno per i viventi. Bisognava dedicarsi ai viventi, amarli, per comprendere la morte, per comprendere Dio.
  • Questa era dunque la morte: lasciarsi dietro questo corpo malato e apparire davanti a Dio con la propria anima, che d'altro più non si occupa che della conoscenza di Dio.
  • Tutte le oscurità della morte si risolvono nella chiarezza suprema della vita eterna.
  • Alcuni sono convinti che sia un cambiamento in una forma indistruttibile, immutabile per sempre; insomma credono che lo scopo di tutto l'universo sia di mantenere quella forma in un giardino simile al terrestre che darà delizie e piaceri per l'eternità. Dall'altra parte ci sono coloro che sostengono l'idea che dopo la morte si precipiti nel nulla. Con tutte le proprie esperienze, le speranze e i sogni, semplicemente un'illusione. (Jean-Luc Picard, Dove regna il silenzio)
  • Fa parte del nostro ciclo vitale accettare la morte di coloro che amiamo. (Jean-Luc Picard, Il Vincolo)
  • La morte è quello stato in cui una persona vive nel ricordo degli altri, ecco perché non è la fine. Nessun addio – solo dei bei ricordi. (Tasha Yar, La pelle del male)
  • Noi siamo mortali. Il nostro tempo nell'universo è limitato. E questo è una verità che ogni essere umano deve imparare ad accettare. (Jean-Luc Picard, Il Vincolo)
  • – Gli atteggiamenti umani riguardo la morte mi lasciano perplessa.
    – In che senso?
    – Le viene attribuita troppa importanza. Sembra ci siano infiniti rituali e credenze destinati ad alleviare la loro paura di una semplice biologica verità. Tutti gli organismi alla fine periscono.
    – Ne deduco che i borg non hanno paura di questa verità biologica?
    – Nessuna. Quando un drone è danneggiato irreparabilmente, è scartato, ma i suoi ricordi esistono ancora dentro la coscienza della collettività. Per usare un termine umano, i borg sono in effetti immortali.
    – Lei non fa più parte della collettività. Lei è mortale ora, come tutti noi. Questo la disturba?
    – Le mie connessioni con i borg sono state recise, ma la collettività resta in possesso dei miei ricordi, delle mie esperienze. Esisterò per sempre, in un certo senso. (Spiro mortale)
  • Parlando della morte, quello che ignoriamo è tanto tanto di più di quello che conosciamo. (Kathryn Janeway, Post mortem)
  • Per i vulcaniani, la morte è il completamento di un lungo viaggio. Non c'è nulla da temere. (Tuvok, Il ciclo della vita)
  • L'immagine della morte è bastevole ad occupare tutto un intelletto. Gli sforzi per trattenerla o per respingerla sono titanici, perché ogni nostra fibra terrorizzata la ricorda dopo averla sentita vicina, ogni nostra molecola la respinge nell'atto stesso di conservare e produrre la vita. Il pensiero di lei è come una qualità, una malattia dell'organismo. La volontà non lo chiama né lo respinge.
  • La morte è l'ammirevole liquidazione della vita. Quando il filosofo amaro ghigna che il suicidio non è altro che un palliativo, come tutti coloro che per vedere meglio s'innalzarono di troppo. Vedono il paese, non l'albero, non la casetta. Il destino del singolo è piccolo anche dinanzi alla morte. Per la morte il piccolo singolo rientra privo di ogni responsabilità nella vita generale e vi si annulla. Come non riconoscere che la morte cancella ogni dolore per le nostre sventure, per le nostre debolezze e per i nostri errori? La debolezza è memoria.
  • Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
  • Conosco l'arti del fellone ignote, | ma ben può nulla chi morir non pote.
  • La morte non è pena de i rei, ma fine de la pena.
  • Muoiono le città, muoiono i regni, | copre i fasti e le pompe arena ed erba, | e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: | oh nostra mente cupida e superba!
  • Tosto s'opprime chi di sonno è carco, | ché dal sonno a la morte è un picciol varco.
  • È sufficiente che l'uomo riconosca la propria vita non già nel bene della sua persona animale ma nel bene degli altri esseri, e lo spauracchio della morte scompare per sempre ai suoi occhi.
    Giacché il terrore della morte deriva soltanto dal terrore di perdere, morendo nel corpo, il bene della vita. Se invece l'uomo potesse scorgere il proprio bene nel bene degli altri esseri, se cioè egli amasse loro più di sé stesso, allora la morte non gli apparirebbe come una cessazione del bene e della vita, così come essa appare bensì all'uomo che vive solamente per sé stesso. (Della vita)
  • In che consiste la vera condizione dell'uomo sulla terra e in che consiste quell'inganno che rende l'uomo infelice? L'inganno consiste nel fatto che gli uomini si dimenticano della morte, dimenticano che essi in questo mondo non vivono, ma passano.
  • L'uomo che si ricorda della morte, non può più vivere per il bene del suo io separato. L'unico senso che può attribuire alla sua vita, chi non dimentica la sua caducità, è quello che egli non è un essere a sé stante, ma solo uno strumento della volontà di Dio.
  • La morte è orribile solo per colui che non crede in Dio, oppure crede in un Dio malvagio, il che è la stessa cosa. Per colui che crede in Dio, nella sua bontà e vive in questa vita secondo la sua legge ed ha sperimentato questa sua bontà, per costui la morte è solo un passaggio.
  • L'uomo porta su di sé la propria morte come un segreto, un tesoro nascosto, un pegno certo della fine di ogni cosa – un nulla, che riassume il tutto.
  • L'uomo sta addossato alla sua morte, come chi conversa al camino.
  • La morte è scrutata solo da occhi viventi.
  • La morte è una sorpresa che l'inconcepibile fa al concepibile.
  • Alcuno ha mai ritenuto che il nascere sia una fortuna? | M'affretto a informarlo che uguale fortuna è morire, come io ben so.
  • E mostrerò che nulla può accadere che sia più bello della morte.
  • Oh, adesso vedo che la vita non può rivelarmi tutto, come non lo può il giorno, | vedo che devo attendere ciò che la morte mi rivelerà.

Proverbi

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La morte di Tiberio (Jean-Paul Laurens, 1864)
  • A gavé 'n mort d'an ca ai van quat përso-ne.[5] (piemontese)
  • Pò(g)uere kìe ze more, ke kìe rèste ze kuènzole. (molisano)
  • Quando la casa è terminata, viene la morte. (turco)
  • Altro è parlar di morte, altro è morire.
  • Anche la morte non si ha gratis: ci costa la vita.
  • Campane ed ore, qualcun che muore.
  • Chi gode muore e chi patisce stenta a morire.
  • Chi muore esce d'affanni, ma tutti si vuol viver cent'anni.
  • Chi male vive, male muore.
  • Chi muore giace, chi vive si dà pace.
  • Chi non muore si rivede.
  • Chi pensa ogni giorno di dover morire, non può mai fallire.
  • Di giovani ne muore qualcuno, ma di vecchi non ne scampa nessuno.
  • Dopo la morte, tutti si puzza a un solo modo.
  • Facendo il male, sperando il bene, il tempo passa e la morte viene.
  • Fino alla morte non si sa qual è la sorte.
  • Gesù, Gesù, chi muore non c'è più.
  • I morti aprono gli occhi ai vivi.
  • I vecchi portano la morte davanti e i giovani dietro.
  • Il tempo passa e la morte viene, guai a chi non ha fatto il bene.
  • L'uguaglianza e misurar tutti con la stessa spanna, è la legge della morte.
  • La morte ci rende uguali nella sepoltura, disuguali nell'eternità.
  • La morte è il sonno dei buoni, il terror dei ricchi, il ricovero dei poveri e la consolazione dei tribolati.
  • La morte è un debito comune.
  • La morte guarisce tutti i mali.
  • La morte non guarda soltanto nel libro dei vecchi.
  • La morte non prende all'uomo che la vita.
  • La morte non si deve né desiderare, né temere.
  • La morte paga i debiti, e l'anima li purga.
  • La morte pareggia tutte le partite.
  • La morte, non perdona al forte.
  • Migliore diventerai, se alla morte penserai.
  • Morendo ci si libera di tutti i fastidi.
  • Morire e pagare sono le ultime cose.
  • Morte desiderata, cent'anni per la casa.
  • Morto un papa se ne fa un altro.
  • Muore il ricco, gli fanno il funerale; muore il povero, nessuno gli dice: vale.
  • Né all'assente, né al morto non si deve fare torto.
  • Non ogni salmo termina col gloria, il fine è un requiem dell'umana boria.
  • Oggi fresco e forte, domani nella morte.
  • Pianto per morto, pianto corto.
  • Povero chi desidera la morte, più povero chi la teme.
  • Povero è chi muore e questo mondo lascia, perché chi resta, fra male e bene se la passa.
  • Prima della morte non chiamare nessuno felice.
  • Quando si tratta della morte, anche il diavolo impara a pregare.
  • Quegli tiene gran prudenza che alla morte sempre pensa.
  • Si muore giovani per disgrazia, e vecchi per dovere.
  • Sulla bara si cantano le esequie.
  • Temer la morte è peggio che morire.
  • Temi i vivi e rispetta i morti.
  • Tre cose simili: prete, avvocato e morte. Il prete toglie dal vivo e dal morto; l'avvocato vuol del diritto e del torto; e la morte vuole il debole e il forte.
  • Tutte le morti hanno la loro scusa.
  • Tutto muore al mondo, tranne la morte.
  • Uomo morto non fa più guerra.
  • Va' dove ti pare, la morte ti scoverà.
  • A mal mortale né medico, né medicina vale.
  • A tutto c'è rimedio fuorché alla morte.
  • Al mazzier di Cristo non si tien mai porta.
  • Alla morte e al pagamento indugia quanto puoi.
  • Bello, sano, in corte; ed eccoti la morte.
  • Chi muore, esce d'affanni.
  • Chi se ne piglia, muore.
  • Co' morti non combattano se non gli spiriti.
  • Corte e morte, e morte e corte, fu tutt' una.
  • Dopo morti, tutti si puzza a un modo.
  • È meglio morir con onore, che vivere con vergogna.
  • È meglio viver piccolo che morir grande.
  • Il viaggio alla morte è più aspro che la morte.
  • L'ultima cosa che si ha da fare, è il morire.
  • La morte, altri acconcia, altri disconcia.
  • La morte de' lupi è la salute delle pecore.
  • La morte è di casa Nonsisà.
  • La morte non perdona al forte.
  • La morte non sparagna re di Francia né di Spagna.
  • La morte non vuol colpa.
  • La morte paga i debiti, e l'anima li purga.
  • La morte pareggia tutti.
  • La morte viene, quando meno s'aspetta.
  • Non v'è termine più certo e meno intenso della morte.
  • Ogni cosa è meglio della morte.
  • Tanto è morir di male, quanto d'amore.
  • Tutto è meglio della morte.
  • A chiàgnere nu muorto so' làcreme perze.
  • A morte è 'na pazzia: stiénne 'e ccosce e t'arrecrìe.
  • ‘A morte nun tene crianza.
  • A morte va ascianne 'a ccasione.

Modi di dire

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  • Pensare a una cosa come alla morte: alla propria naturalmente. (tedesco)
  • Madama senza naso.
  • Puozze murì c'u fieto d'i cravune.[6]
  • T'hê 'a sèntere 'na messa a panza all'aria.[7]
  • Vede' 'a morte cu' ll'uocchie.

Note

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  1. Cfr. Apocalisse di Giovanni. 6, 14 [N.d.T.].
  2. Nel testo "Bucingham ".
  3. Dove ci sta bene.
  4. Peretto: Vaso di vetro in forma di pera.
  5. «Per togliere un morto di casa ci vogliono quattro persone.»
  6. Che tu possa crepare con il "fetore" (in realtà il monossido di carbonio, gas velenoso, asfissiante, è del tutto inodore ed insapore, e ciò lo rende estremamente insidioso) dei carboni (asfissiato dalle esalazioni di una stufa, di un braciere a carboni).
  7. Devi sentirti una messa a pancia all'aria. Si augura allo sventurato di presenziare ad una messa – l'ultima – in posizione orizzontale, con il ventre rivolto al soffitto del luogo di culto; vale a dire composto in rigido decubito supino all'interno di una cassa realizzata all'uopo per la solenne occasione.

Voci correlate

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Altri progetti

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