Joe Petrosino (miniserie televisiva 1972)

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Joe Petrosino

Miniserie TV

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Adolfo Celi in Joe Petrosino

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno

1972

Genere poliziesco, storico
Episodi 5
Regia Daniele D'Anza
Soggetto dai romanzi di Arrigo Petacco e Secondo Signorini
Sceneggiatura Lucio Mandarà, Fabio Gualtieri, Luigi Guastalla, Daniele D'Anza.
Rete televisiva Rai 1
Interpreti e personaggi

Joe Petrosino, miniserie televisiva italiana del 1972.

Stagione 1[modifica]

Episodio 1[modifica]

  • Era un uomo alto, vigoroso, corpulento. Il suo viso, come scrisse Luigi Barzini Senior, aveva tratti grossolani. Non riusciva simpatico a prima vista, ma vi era in quella fisionomia da macellaio un'impronta di volontà ostinata, qualcosa che faceva pensare a un mastino. Aveva delle cicatrici un po' per tutto il suo corpo. Nelle spedizioni dirette a sorprendere i malviventi nei loro ritrovi, egli era sempre alla testa. Il primo dell'attacco. Ogni giorno rischiava così la sua vita. (Voce fuoricampo) [Su Joe Petrosino]
  • Io comprendo che è difficile catturarlo ma all'opinione pubblica queste difficoltà non interessano e al Consiglio Comunale, nemmeno. In un certo senso è colpa vostra. Sì, vostra e dei vostri uomini. Avete convinto i cittadini che per voi non esistono ostacoli insormontabili e avete fatto dimenticare all'opinione pubblica e i consiglieri municipali che siete in pochi. Troppo pochi per fronteggiare contemporaneamente i criminali americani e quelli che l'Europa ci manda ogni giorno confusi nella massa degli emigranti. A volte è scomodo essere molto in gamba. (Generale Bingham)
  • Generale Bingham: Qualcuno di quei signori si lagna dei vostri metodi. Dice che esagerate.
    Joe Petrosino: Esagero?
    Joe Petrosino: Sì, quando interrogate gli arrestati. Dicono... che cavate più denti voi che un cavadenti di professione.
    Joe Petrosino: Bisogna conoscerlo da vicino questo mestiere per poter giudicare.
    Joe Petrosino: Sì, sì, d'accordo, ma non fatemi avere delle grane, eh?
    Joe Petrosino: Menate le mani, meno che potete.
  • Per star tranquilli bisogna che succeda qualcosa di grosso. Allora si mettono a correre dietro a qualcun altro e si dimenticano di me. (Jack Sannia)
  • Joe Petrosino: La maggior parte degli italiani di New York è gente onesta.
    Ispettore Mc Adoo: Non ho mai detto il contrario.
    Joe Petrosino: Onesta e fortunata. Prima è dovuta scappare dall'Italia per non morire di fame. Poi una volta qui ha dovuto vedersela con voi irlandesi.
  • Adesso è arrivato il turno di questi bastardi che fanno saltare con la dinamite i negozi, i bar e persino le case private. Questi sono i nuovi nemici degli italiani. E non solo degli italiani. I peggiori perché non lavorano né da isolati né anno parte della Mano Nera. Sono gruppi di mafiosi e ho già annotato molti nomi nel mio taccuino. (Joe Petrosino)
  • Generale Bingham: Voi volete dire che la Mafia sta mettendo radici anche da noi?
    Joe Petrosino: Le ha già messe da un pezzo. I cadaveri che ripeschiamo nel porto, quelli sepolti nella scarpata della ferrovia, i negozi fatti saltare con le bombe. Queste non sono le radici, questi sono i frutti.
  • Avete parlato saggiamente, ma avete concluso male. Il tempo mi darà ragione. (Vito Cascio Ferro)
  • Joe Petrosino: Perché mi chiamate Voscenza?
    Vito Cascio Ferro: Per rispetto.
    Joe Petrosino: No, per farvi piccolo nei miei confronti, ma a me non m'incantate, Don Vito. Già... perché vi chiamano Don?
    Vito Cascio Ferro: Per rispetto.
  • La gara è incominciata con una mia sconfitta. (Joe Petrosino)

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