John Saville

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John Saville

John Saville nato Orestes Stamatopoulos (1916 – 2009), storico britannico.

Pitt jr.[modifica]

  • [William Pitt il Vecchio] L'apice della sua carriera si restringe nell'arco di pochi anni, nei quali tuttavia dimostrò di essere una figura di livello mondiale capace di guidare il suo paese nell'ora del bisogno, facendo di questa l'ora del trionfo. (p. 11)
  • Con un assurdo fervore mistico, Burke venerava la Costituzione inglese del suo tempo, proprio in quanto solo la maturazione attraverso i secoli e il retaggio della tradizione e del passato ne aveva fatto quel perfetto strumento che egli vi scorgeva. Una teoria politica basata sui princìpi razionalisti dell'illuminismo era cosa diabolica per Burke, che nei movimenti maldestri dei politici degli inizi dell'89 vide i primi segni dell'opera del Maligno. (p. 53)
  • Fox era, è bene ricordarlo, un liberale all'interno di una cerchia aristocratica; non aveva alcun contatto, personale o intellettuale, con i teorici radicali della London Corresponding Society.[1] Egli enunciò la dottrina del liberalismo del diciannovesimo secolo molto tempo prima della nascita di un partito liberale, e senza dubbio tenne desta la fede nella libertà politica e religiosa. Ma ebbe scarsa comprensione delle nuove forze economico-sociali generate dai processi di industrializzazione né mostrò di apprezzare gli sviluppi che esse lasciavano intravedere per il futuro. Ciò che Fox intendeva per libertà era un concetto generalizzato derivato e sviluppato dalle tradizioni whig della rivoluzione del 1688, che non aveva niente a che vedere con le nozioni di classe e lotta di classe che erano oggetto di discussioni e dibattiti da parte di operai o dell'intellighenzia radicale. (pp. 64-65)

Note[modifica]

  1. Fondata dal calzolaio Thomas Hardy; gli altri suoi membri appartenevano alla classe artigiana. Si riunì per la prima volta nel gennaio 1792. Cfr. Pitt jr, pp. 61-62.

Bibliografia[modifica]

  • John Saville, Pitt jr., traduzione di Franco Occhetto, C.E.I., Giano. I tascabili doppi, 1966.

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