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Joël Dicker

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Joël Dicker nel 2016

Joël Dicker (1985 – vivente), scrittore svizzero.

Citazioni di Joël Dicker

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  • Credo che il passato sia indispensabile a vivere il presente. Il passato è l'insieme degli elementi costitutivi di un personaggio. Un personaggio esiste nel presente di un libro perché è esistito prima, o ha vissuto esperienze che l'hanno formato. Quindi per me è molto importante esplorare il passato dei miei personaggi.[1]
  • Non mi sento uno scrittore famoso. Sa, ho più romanzi rifiutati dagli editori, che romanzi pubblicati. Mi sento ancora un giovane scrittore, ho ancora tanto da imparare. C'è una grande differenza tra la percezione che le persone hanno di me e la percezione che ho io di me stesso. Quando scrivo, sono chiuso, da solo, nel mio studio, e per due o tre giorni non condivido il mio lavoro con nessuno. Quindi non ho alcun rapporto con la fama.[1]

La verità sul caso Harry Quebert

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"Centrale di polizia, qual è il suo problema?"
"Mi chiamo Debora Cooper, abito in Side Creek Lane. Credo di aver appena visto una ragazza inseguita da un uomo nella foresta."
"Cos'è successo esattamente?"
"Non lo so! Ero affacciata alla finestra, stavo guardando verso la foresta, e a un certo punto ho visto questa ragazza correre in mezzo agli alberi. Dietro di lei c'era un uomo... Credo che stesse cercando di sfuggirgli."

Citazioni

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  • Il primo capitolo è fondamentale, Marcus. Se ai lettori non piace, non leggono il resto del libro. (p. 15)
  • Sai cos'è un editore? È uno scrittore mancato il cui padre aveva abbastanza soldi da consentirgli di appropriarsi del talento altrui. (p. 32)
  • "Sono nei guai, Harry. Temo di non essere più uno scrittore."
    Il suo tono si fece subito serio:
    "Cosa vorresti dire, Marcus?"
    "Non so più cosa scrivere, sono rovinato. Sindrome da pagina bianca. Da mesi. Forse un anno."
    Harry rispose con una risata rassicurante e calorosa.
    "È solo un blocco mentale, Marcus, tutto qua! Le pagine bianche sono una stupidaggine, esattamente come le débâcles sessuali dovute ad ansia da prestazione: è panico da genio, lo stesso che ti ammoscia l'arnese quando stai per giocare al dottore con una delle tue ammiratrici e pensi solo a provocarle un orgasmo misurabile in termini di scala Richter. Non preoccuparti del genio, limitati a mettere in fila le parole. Il genio viene naturalmente." (p. 27)
  • Il rimpianto è un concetto che non mi piace: significa il rifiuto di accettare ciò che siamo stati. (p. 35)
  • "Tu non capisci: io oggi sarò anche un grande scrittore, come dici tu, ma vivo da solo in questa casa immensa. La mia vita è vuota, Marcus. Non fare come me... Non lasciarti soffocare dall'ambizione. Altrimenti il tuo cuore resterà solo e la tua penna sarà triste. Come mai non hai una ragazza?"
    "Perché non trovo nessuno che mi piaccia veramente."
    "Penso che in realtà tu veda l'amore come la scrittura: o l'estasi o niente. Invece dovresti trovare una brava ragazza e darle una possibilità. E dovresti fare lo stesso col tuo libro: dài una possibilità a te stesso. Dài una possibilità alla tua vita!" (p. 36)
  • È il bello del diritto americano, Goldman: quando non c'è una legge, può inventarla. E se qualcuno si permette di darle contro, lei può arrivare fino alla Corte Suprema, che le darà ragione e pubblicherà una sentenza a suo nome: Goldman contro lo stato del New Hampshire. Sa perché in questo paese la polizia è tenuta a leggerle i suoi diritti in caso di arresto? Perché negli anni Sessanta un certo Ernesto Miranda fu condannato per stupro in seguito alla sua confessione. Ebbene, l'avvocato di Miranda sostenne che non c'era giustizia perché quel poverino non aveva studiato e quindi non sapeva che il Bill of Right lo autorizzava a non confessare niente. Il suddetto avvocato ha piantato un gran casino, si è appellato alla Corte Suprema, e zac, ha vinto! La confessione è stata invalidata, la sentenza Miranda contro lo stato dell'Arizona è diventata famosa, e da allora ogni volta che i piedipiatti ammanettano qualcuno devono dirgli: 'Ha il diritto di rimanere in silenzio e di essere assistito da un avvocato, se non può permetterselo le verrà assegnato un avvocato d'ufficio'. (p. 58)
  • "Vorrei insegnarti la scrittura, Marcus, non perché tu possa imparare a scrivere, ma affinché tu possa diventare uno scrittore. Scrivere romanzi non è una cosa da niente: tutti sanno scrivere, ma non tutti sono scrittori."
    "E come si fa a sapere di essere uno scrittore, Harry?"
    "Nessuno sa di essere uno scrittore, Marcus. Glielo dicono gli altri." (p. 69)
  • Fidati della mia esperienza di piedipiatti: non si può mai sapere di cosa siano capaci le persone. E questo vale soprattutto per quelle che crediamo di conoscere bene. (p. 78)
  • Non bisogna mai aver paura di cadere, Harry. (p. 81)
  • "Harry, se dovessi salvare solo una delle tue lezioni, quale sceglieresti?"
    "Rigiro a te la domanda."
    "Io salverei L'importanza di saper cadere."
    "Mi trovi pienamente d'accordo. La vita è una lunga caduta, Marcus. La cosa più importante è saper cadere." (p. 85)
  • E mi ero detto che una stella cadente era una stella che poteva essere bella ma per paura di brillare scappava il più lontano possibile. Un po' come me. (p. 99)
  • Tagliare degli alberi per stampare quella robaccia è un vero delitto. Tra l'altro, credo che non ci siano abbastanza foreste rispetto alla quantità di scrittori mediocri che popolano questo paese. (pp. 108-109)
  • La boxe non mente mai; salire su un ring è un sistema molto affidabile per sapere quanto vali: si può finire KO, si può mettere KO, comunque non si può mentire, né a se stessi né agli altri. Tu invece no, tu fai di tutto per defilarti. Sei quello che volgarmente si chiama un impostore. Sai perché i responsabili della rivista mettevano i tuoi racconti nelle ultime pagine? Perché quei racconti facevano schifo. Molto semplicemente. E perché quelli di Reinhartz venivano accolti con tutti gli onori? Perché erano belli. Questo avrebbe dovuto metterti voglia di superarti, di impegnarti allo spasimo per realizzare un testo magnifico, ma era molto più facile fare il tuo piccolo colpo di stato, sopprimere Reinhartz e pubblicarti da solo piuttosto che rimetterti in discussione. Lasciami indovinare, Marcus: tu hai sempre fatto così da quando sei nato. Sbaglio? (p. 110)
  • Ma guardati, Marcus: non sai cadere! Tu hai paura della caduta. Ed è per questo che, se non ti sbrighi a cambiare, diventerai una persona vuota e banale. Come si può vivere se non sai cadere? (p. 110)
  • Tu vuoi farmi parlare d'amore, Marcus, ma l'amore è complicato. L'amore è molto complicato. È la cosa più straordinaria e al tempo stesso la peggiore che possa capitare. Un giorno lo scoprirai. L'amore può fare molto male. Questo non significa che si debba avere paura di cadere, e soprattutto di precipitare nella voragine dell'amore, perché l'amore è anche bellissimo ma, come tutto ciò che è bello, abbaglia e fa male agli occhi. È per questo che spesso, dopo, si finisce per piangere." (p. 116)
  • Perché scrivere ha dato un senso alla mia vita. Qualora non l'avessi ancora notato, la vita, in generale, non ha senso. Tranne quando ti sforzi di dargliene uno e lotti ogni giorno per riuscire a farlo. (p. 117)
  • "La pioggia non ha mai ucciso nessuno. Se non hai il coraggio di correre sotto la pioggia, non avrai il coraggio di scrivere un libro."
    "È un altro dei tuoi famosi consigli?"
    "Sì. E questo va bene per tutti i personaggi che vivono in te: l'uomo, il pugile e lo scrittore. Se hai dubbi su ciò che stai facendo, mettiti a correre. Corri a perdifiato, senza mai fermarti. Sentirai nascere in te la rabbia di vincere. Sai, Marcus, anch'io prima odiavo la pioggia..." (p. 119)
  • Marcus, gli scrittori sono esseri così fragili perché possono subire due tipi di dispiaceri sentimentali, ossia il doppio rispetto alle persone normali: le pene d'amore e quelle artistiche. Scrivere un libro è come amare qualcuno: può diventare molto doloroso. (p. 149)
  • "Non so se siano gli scrittori a essere soli, o se sia la solitudine a spingerli a scrivere..."
    "E perché tutti gli scrittori si suicidano?"
    "Non è vero che si suicidano tutti. Solo quelli di cui nessuno legge i libri." (p. 161)
  • "Ho letto su Internet che nei casi di omicidio di minorenni spesso il responsabile è un membro della cerchia famigliare."
    Gahalowood alzò gli occhi al cielo:
    "E io ho letto su Internet che lei è un grande scrittore. Come vede, Internet è piena di balle..." (p. 241)
  • Sapevano che scriversi era l'unico modo che gli rimaneva per amarsi. (p. 251)
  • "Marcus, sai qual è l'unico modo per misurare quanto ami una persona?"
    "No."
    "Perderla." (p. 253)
  • Perché si sentiva così sola? Eppure non chiedeva tanto: tutto ciò che sognava era un uomo gentile, che la amasse e la proteggesse, che ogni tanto le regalasse dei fiori e la portasse a cena fuori. Anche solo a mangiare un hot-dog, se non aveva abbastanza soldi. Giusto per il piacere di uscire insieme. In fondo, che importanza poteva avere Hollywood di fronte a un uomo di cui fosse innamorata e che ricambiasse il suo amore? (p. 268)
  • Gli uomini che ammiro di più nella nostra società, Marcus, sono quelli che costruiscono ponti, grattacieli e imperi. Ma, in realtà, i più coraggiosi e ammirevoli sono quelli che riescono a costruire l'amore. Perché non esiste impresa più grande e più difficile. (p. 325)
  • "Maledizione, Nola. Perché volevi morire?"
    "Non si tratta di voler morire, disse Nola. Ma di non voler più vivere." (p. 337)
  • [...] so solo che la vita è fatta di scelte e bisogna saperle fare nell'ordine giusto. (p. 368)
  • E vedrai, Marcus: qualcuno vorrà farti credere che i libri hanno a che fare con le parole, ma è falso: in realtà, hanno a che fare con le persone. (p. 400)
  • "C'è qualche legge che impedisca di appendere un quadro a una parete di casa?"
    "No. Ma ritrae una ragazza che è stata assassinata."
    "E se avessi avuto il ritratto di John Lennon, anche lui assassinato, mi avreste interrogato allo stesso modo?" (p. 410)
  • Vedi, Marcus, la nostra società è stata concepita in modo da costringerci a scegliere continuamente tra ragione e passione. La ragione non è mai servita a nessuno; la passione è spesso distruttiva. Quindi non è mi è facile aiutarti. (p. 425)
  • "Scrivere significa essere liberi."
    Barnaski si sforzò di ridere.
    "Chi le ha messo in testa queste scemenze? Lei è schiavo della sua carriera, delle sue idee, del suo successo, Goldman. Lei è schiavo della sua condizione. Scrivere significa essere dipendenti. Di chi la legge o non la legge. La libertà è una solenne cazzata! Nessuno è libero." (p. 456)
  • La vita è fatta così, Goldman. Nessuno è libero. Se le persone fossero libere, sarebbero felici. Conosce molte persone realmente felici? (pp. 456-457)
  • Nessuno è libero, ragazzo mio. Siamo tutti schiavi di qualcun altro. E di noi stessi. (p. 457)
  • Impara ad amare dai tuoi fallimenti, Marcus, perché saranno loro a formarti. Saranno i tuoi fallimenti a dare sapore alle tue vittorie. (p. 473)
  • L'amore è un trucco inventato dagli uomini per non dover fare il bucato! (p. 497)
  • Raccolgo i carrelli Marcus. Setaccio il parcheggio, bracco i carrelli abbandonati e solitari, li porto con me, li consolo e li sistemo insieme ai loro simili nella postazione dei carrelli, per i prossimi clienti. I carrelli non sono mai soli. O, comunque, mai troppo a lungo. Perché in tutti i supermercati del mondo c'è un Ernie che va a prenderli e li riporta a casa. Ma chi va da Ernie per riportarlo a casa, eh? Perché facciamo per i carrelli di un supermercato quello che non facciamo per gli esseri umani? (pp. 502-503)
  • La vita è come una corsa podistica, Marcus. Ci sarà sempre qualcuno più veloce o più lento di te. L'unica cosa che conta, alla fine, è l'energia con cui hai coperto il tuo percorso. (p. 508)
  • Noi siamo scrittori perché facciamo in maniera diversa una cosa che tutti sanno fare: scrivere. In questo sta tutta la sottigliezza. (p. 509)
  • "Non voglio niente, le disse dal finestrino aperto. Sono molto impegnato, non ho tempo da perdere."
    "Ma impegnato a fare cosa? Insistette Jenny con voce triste."
    "Ad aspettare." (p. 515)
  • Le parole sono importanti, Marcus. Ma non scrivere per farti leggere: scrivi per farti capire. (p. 527)
  • Chi osa vince, Marcus. Pensa a questo motto ogni volta che affronti una scelta difficile. Chi osa vince. (p. 557)
  • Sperare che un giorno le cose migliorino: forse l'amore è questo... (p. 586)
  • Adora l'amore, Marcus. Fanne la tua conquista più bella, la tua sola ambizione. Dopo gli uomini, ci saranno altri uomini. Dopo i libri, ci sono altri libri. Dopo la gloria, ci sono altre glorie. Dopo il denaro, c'è ancora il denaro. Ma dopo l'amore, Marcus... Dopo l'amore c'è solo il sale delle lacrime. (p. 589)
  • "Vorrei andare nel paradiso degli scrittori."
    "Il paradiso degli scrittori? Cos'è?"
    "È il posto dove decidi di riscrivere la vita come avresti voluto viverla perché la forza degli scrittori, Marcus, sta nel fatto che possono decidere la fine della storia. Hanno il potere di far vivere o morire, hanno il potere di cambiare tutto." (pp. 622-623)
  • Un nuovo libro, Marcus, è una nuova vita che inizia. è anche un momento di grande altruismo: offri una parte di te a chiunque voglia scoprirla. (p. 629)
  • Talvolta potrai sentirti scoraggiato, Marcus. È normale. Ti ho detto che scrivere è come boxare, ma è anche come correre. È per questo che ti mando sempre a correre: se hai la forza morale per affrontare i lunghi percorsi, sotto la pioggia e nel freddo; se hai la forza di continuare fino in fondo e di metterci tutte le tue energie, tutto il tuo cuore, e di arrivare alla meta, allora sarai capace di scrivere. Non devi mai lasciare che la stanchezza o la paura te lo impediscano. Al contrario: devi usarle per andare avanti. (p. 699)
  • La verità non cambia nulla di ciò che proviamo per gli altri. È la grande tragedia dei sentimenti. (p. 720)
  • Diventare "il Formidabile" era semplice, ma diventare un uomo formidabile è stato il coronamento di un lungo e splendido combattimento contro te stesso. Sono molto fiero di te. (p. 761)
  • I libri sono come la vita, Marcus. Non finiscono mai del tutto. (p. 763)
  • Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All'incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro, dopo averne letto l'ultima parola, il lettore deve sentirsi pervaso da un'emozione potente; per un istante, deve pensare soltanto a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito. (p. 767)

Un giorno Harry mi ha detto: "Da' un senso alla tua vita. Due cose danno un senso alla vita: i libri e l'amore. I libri li ho trovati." Grazie a Harry, li ho trovati. Adesso, andrò a cercare l'amore.

Incipit di Il caso Alaska Sanders

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Il giorno prima dell'omicidio
Venerdì 2 aprile 1999

L'ultima persona ad averla vista in vita fu Lewis Jacob, il proprietario di una stazione di servizio sulla Route 21. Erano le sette e mezzo di sera e Lewis si accingeva a lasciare il negozio attiguo alle pompe di benzina. Doveva portare a cena fuori la moglie per festeggiare il suo compleanno.

Note

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  1. a b Dall'intervista di Matteo Cavezzali, La scomparsa di Stephanie Mailer: intervista a Joël Dicker, Minima&Moralia.it, 29 maggio 2018.

Bibliografia

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  • Joël Dicker, Il caso Alaska Sanders, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, La nave di Teseo, 2022. ISBN 9788834610596
  • Joël Dicker, La verità sul caso Harry Quebert, traduzione di Vincenzo Vega, Bompiani, Milano, 2013. ISBN 978-88-452-7328-5

Altri progetti

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Opere

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