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Kevin De Bruyne

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Kevin De Bruyne (2018)

Kevin De Bruyne (1991 – vivente), calciatore belga.

Citazioni di Kevin De Bruyne

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Citazioni in ordine temporale.

  • [Sull'addio al Chelsea] I giornalisti hanno scritto tanto del mio rapporto con José, ma la verità è che ho parlato con lui pochissime volte. Dopo la prima stagione in prestito al Werder Brema, avevo la possibilità di firmare con il Borussia Dortmund, o con altri club di Bundesliga. Mourinho, invece, mi ha chiesto di rimanere, di far parte del suo progetto. "Ok, fantastico", ho pensato. "Faccio parte dei suoi piani". Ho giocato in alcune partite della prima parte di stagione, poi sono finito fuori squadra e non ho più avuto la possibilità di giocare. E non ho avuto nemmeno una spiegazione. Naturalmente, anch'io ho fatto degli errori. Sono stato ingenuo, avrei dovuto gestirmi meglio come giocatore. I tifosi non si rendono conto che i calciatori che giocano di meno finiscono ai margini anche in allenamento. Neanch'io riuscii a capire questo passaggio [...]. A dicembre, Mourinho mi ha chiamato nel suo ufficio. Ha iniziato a leggere da un foglio: "Un assist, zero gol, dieci palle recuperate". Ho capito che si trattavano delle mie statistiche, poi ha letto quelle degli altri attaccanti. Erano molto migliori rispetto alle mie. Io ho risposto che i miei numeri non potevano essere così alti, dato che avevo giocato di meno. José mi ha detto: "Beh, se Mata viene ceduto tu sarai la quinta scelta invece che la sesta". A quel punto, ho deciso di essere onesto, gli ho detto che volevo essere ceduto, che avrei preferito giocare di più in un'altra squadra. Credo che José sia rimasto po' deluso, ma penso anche che abbia capito la mia assoluta necessità di giocare. Il Wolfsburg mi ha acquistato, il Chelsea ha ottenuto circa il doppio di quanto aveva speso per me. E io ho trovato una situazione perfetta per esprimermi.[1]
  • [Sui ritmi del calcio durante la pandemia di COVID-19] Gioco senza sosta da due anni. Ma nessuno ascolta i giocatori. A volte mi preoccupo, soprattutto quando guardo la mia situazione. Ho avuto 8-9 giorni di ferie, ma non sono andato in vacanza perché mia moglie era incinta. Se continuo così fino alla fine della stagione, significa che avrò giocato per due anni senza interruzioni. [...] Ho bisogno di riposo fisicamente e mentalmente, ma nessuno ascolta i giocatori. Dicono tutti: Guadagni bene, devi solo essere in grado di gestirlo. Posso gestire quei commenti, ma poi vedo tanti giocatori infortunati. Mi conosco, do sempre il 100 per cento e non posso giocare all'80.[2]

Da theplayerstribune.com; citato in sport.sky.it, 16 aprile 2019.

  • Da quando ero ragazzo sono sempre stato estremamente silenzioso, estremamente timido. Non avevo una PlayStation. Non avevo molti amici intimi. Il modo in cui mi esprimevo era attraverso il calcio.
  • Quando avevo 14 anni presi la decisione che cambiò la mia vita: decisi di andare alla scuola calcio del Genk. Ero a due ore da casa, feci le valigie e partii da una parte all'altra del Belgio. Ai tempi ero timido anche dove sono nato, figuriamoci lì. Ricordo che il primo anno l'ho passato in un piccolo albergo. Poi l'anno dopo sono stato con una famiglia affidataria, di quelle che il club paga per accogliere giovani giocatori. La scuola andava bene, il calcio andava bene, nessuna grana e nessun problema. Alla fine dell'anno feci le valigie, li salutai e la loro mi dissero: "Ci vediamo dopo l'estate"; ma fu quando tornai a casa che mia mamma pronunciò davanti a me le parole che avrebbero per sempre cambiato il corso della mia vita. Lei stava piangendo, subito ho pensato fosse morto qualcuno. Le chiesi quale fosse il problema. "Non vogliono che torni — mi disse — la famiglia adottiva non ti vuole più". "Perché?" chiesi io. "Per quello che sei — continuò lei — hanno detto che sei troppo tranquillo. Non riescono ad interagire con te. Hanno detto che sei un ragazzo difficile". Pensai ore e ore a quella frase, calciando il pallone contro un muretto, "per quello che sei". Poi, dopo l'estate, tornai al Genk e fui promosso in seconda squadra. A quel punto ricordo l'esatto momento in cui tutto è cambiato per sempre. Giocavamo un venerdì sera, il primo tempo lo passai in panchina, poi entrai nel secondo: fui come impazzito. Primo gol: "non ti vogliono più". Secondo gol: "sei troppo timido". Terzo gol: "sei un ragazzo difficile". Quarto gol: "non ti vogliono più". Quinto gol: "per quello che sei". Cinque reti, in un tempo! Dopo quel giorno tutti cambiarono idea su di me.
  • Pep non è solo interessato a vincere, lui vuole la perfezione.

Citazioni su Kevin De Bruyne

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  • Quello che mi piace di più di lui sono la visione e il modo in cui passa il pallone: oltre a vedere le cose, lui sa come farti arrivare la palla. (Fabio Miretti)

Note

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  1. Da theplayerstribune.com; citato in Kevin De Bruyne ha raccontato il suo addio al Chelsea, rivistaundici.com, 15 aprile 2019.
  2. Da un'intervista a Sky Sport UK; citato in De Bruyne: "Ho bisogno di riposo fisicamente e mentalmente", europacalcio.it, 12 ottobre 2020.

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