Angelo Conti

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
(Reindirizzamento da La beata riva)

Angelo Conti (1860 – 1930), scrittore, storico dell'arte e filosofo italiano.

La beata riva[modifica]

  • L'artista è un'anima la quale più intimamente d'ogni altra può mettersi in relazione con l'anima delle cose. Diremo anzi, per maggiore esattezza, che l'artista, durante la contemplazione estetica, è un'anima singola la quale gradatamente s'annulla in una volontà più vasta e più profonda. (p. 10; in 1976, p. 137)
  • A traverso le compagini di tutte le vite inferiori alla vita geniale, la natura non può esprimere ciò che costituisce la più pura essenza delle sue aspirazioni. Sin che non entri in iscena il genio, la natura rimane un mistero per sé medesima. All'apparire dello spirito geniale, sembra che una nuova luce più vera e più potente di quella del sole illumini improvvisamente il mondo, e le forme delle apparenze assumano di repente un aspetto d'ombra, e dietro il loro velo d'ombra apparisca un aspetto nuovo, che il nostro occhio ridivenuto sereno subito ravvisa come il più noto e come il più vicino al nostro intimo cuore.
    L'apparizione del genio significa che alla natura è possibile manifestarsi a traverso un cervello sviluppato mirabilmente, e che alla sua voce, prima non udita altro che da poche anime in ascolto, è ora dato prorompere nel mondo come eco di tuono. Per essere più esatti e più brevi diremo che, per mezzo del genio, la misteriosa volontà della natura diventa oggetto della conoscenza umana, della conoscenza intuitiva e sintetica, che nulla ha di comune con le analisi empiriche e con le classificazioni scientifiche.
    Questa conoscenza superiore è proclamata nei capolavori del genio, che sono, come dice il Carlyle, l'apocalissi della natura. (p. 13; in 1976, pp. 138-139)
  • L'artista è come un fanciullo a cui tutte le cose producono un senso di meraviglia. La sua anima si rinnova ogni giorno, la sua gioia dinanzi alla perpetua gioventù delle cose non ha confine. Le nuvole vaganti per il cielo, il lontano ondeggiamento delle montagne, la fiamma che arde nel focolare, gli alberi e i fiori ch'egli vede ogni giorno gli dicono sempre nuove parole, gli rivelano sempre qualche nuovo aspetto della vita. L'ispirazione è lo stato che precede l'istante nel quale la sua meraviglia sarà espressa dallo stile. Se noi vogliamo comprendere gli artisti, è necessario che pensiamo ai bambini. (p. 26; in 1976, pp. 139-140)
  • Le medesime cose che il bambino chiede, chiede il filosofo e chiede l'artista. (p. 27; in 1976, p. 140)
  • Soltanto a colui al quale ad intervalli il mondo apparisca come uno spettacolo nuovo, è concesso scoprire nelle forme la luce delle idee, e riflettere questa luce in opere che si sottraggono alle leggi di morte... (p. 28; in 1976, p. 140)
  • La meraviglia dell'artista al cospetto della scena del mondo è la sua forma di conoscenza. Quando la sua meraviglia sia piena, profonda e sincera, è segno che al suo sguardo è apparsa la vita, e che dietro il velo della realtà, egli ha veduto l'idea. Concepire un pittore realista o materialista è assurdo come immaginare un fuoco che non abbia calore, o una luce che non illumini. (p. 28; in 1976, p. 140)

Citazioni su Angelo Conti[modifica]

  • Rifuggiva, sì, dalla violenza, anzi professava la «religione dell'amore» e profetava morte e dissolte ben presto nella ruggine quelle macchine [esaltate da Corradini] e si raccoglieva tutto nella contemplazione, nel sogno, nella ricerca della pura bellezza, ma appunto per questo faceva una critica ultraestetica, sciolta da ogni contingenza, da ogni storia, tutta impressioni soggettive, tutta fantasia personale, tutta individualismo. (Gioacchino Volpe)

Bibliografia[modifica]

  • Angelo Conti, La beata riva, trattato dell'oblio, preceduto da un ragionamento di Gabriele d'Annunzio, Fratelli Treves, 1900.
  • Il decadentismo, a cura di Enrico Ghidetti, Editori Riuniti, Roma, 1976.

Altri progetti[modifica]