Lalla

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Lalleśvarī, anche nota come Lalla o Lal Ded (1350 ca. – 1400 ca.), poetessa e mistica indiana.

  • Ma colui che percepisce se stesso come Dio e il cui discorrere mentale è spontaneamente scomparso, chi mai potrebbe adorare? (35)[1]
  • Con l'aiuto del praṇava [Oṃ, Lallā si è raccolta in sé unendosi alla Luce. Così ha scacciato la paura della morte. (76)[2]
  • Ho visto che io sono in ogni cosa, in ogni cosa L'ho visto splendere. | Ascolta bene, fermati ad ascoltare, e potrai vedere Hara. | La dimora è completamente Sua: che sono io, Lalla? || Io, Lalla, placai l'amore nel fuoco dell'amore. | Prima della morte io morii completamente. | Libera dalla forma nella mia natura profonda, quante forme non ho dispiegato? | Scomparso l'io, io che farò? (135-136)[3]

Note[modifica]

  1. Citato in Lilian Silburn, La kuṇḍalinī o l'energia del profondo, trad. di Francesco Sferra, Adelphi, 1997, p. 83.
  2. Citato in Lilian Silburn, La kuṇḍalinī o l'energia del profondo, trad. di Francesco Sferra, Adelphi, 1997, p. 82.
  3. Citato in André Padoux, Tantra, traduzione di Carmela Mastrangelo, a cura di Raffaele Torella, Einaudi, 2011, pp. 180-181; traduzione di M. Bruno.

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