Laura Beatrice Oliva

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Laura Beatrice Oliva, 1860 circa

Laura Beatrice Oliva, coniugata Mancini (1821 – 1869), scrittrice, educatrice e poetessa italiana.

Citazioni di Laura Beatrice Oliva[modifica]

  • Generale [Garibaldi],
    Nel momento in cui il mondo intero innalza un plauso unanime alla meravigliosa vittoria, per la quale, unita alle tante altre, siete divenuto l'idolo d'Italia e la più grande figura della storia moderna, come oserò io, umile donna, di fare pervenire fino a voi la debole mia voce?
    Eppure, vengo da altri incoraggiata ad inviarvi una disadorna poesia, che dettai quasi estemporaneamente, nel primo momento di commozione, che m'ispirò la generosa ed eroica vostra impresa, degna della penna di Omero. [...] Eccone una strofa:
    Combatti e vinci o prode; il brando solo | questa gran lite antica alfin decida. | Arma tremante de' suoi rei lo stuolo | di un re che ne tradia la prole infida: || là, fra i trepidi sgherri, apriti il volo. | La mala pianta fia che tu recida. | Già in mio pensier la turba a te si dona, | tanto è il prestigio della tua persona.[1]
  • [...] questa gentile città di Torino, ch'io non chiamava mai terra di esiglio, essendomi cara quanto la stessa mia terra natale. Dirò di più, che i miei canti mi furono in gran parte inspirati dai forti esempi di cittadine virtù, dalla costanza negli alti propositi, dalla prudenza e dallo entusiasmo guerriero, di cui questo popolo diede solenne esempio agli altri Italiani, mostrandosi degno d'innalzare pel primo il vessillo glorioso, unificatore d'Italia nostra. Se una speranza mi teneva in vita, si era quella di veder presto la mia Napoli seguirlo nell'arduo aringo. Ma ora che questa ha scosso un giogo lungo ed abborrito; ora che con una mirabile spontaneità, proclamando a suo Re il prode e magnanimo VITTORIO EMANUELE, ha congiunte le sue sorti a quelle delle altre sorelle italiane, il suo cuore non batterà d'oggi innanzi che per la libertà e per la gloria. Le ire di parte, le armate reazioni, già quasi disperse, nulla ormai valgono, poiché essa sa e vuole essere libera e grande. Ed ora benedico le lagrime che ho versate per lei, ed i canti di speranza e di amore che le ho consacrati per tanti anni.[2]

Citazioni su Laura Beatrice Oliva[modifica]

  • Innanzi alla tomba di Laura Mancini le donne italiane dovrebbero seriamente pensare, per ispirarsi ad un nobilissimo esempio di fede, di coraggio, di affetto. Era uno di quegli esseri che, nei momenti di sconforto, fanno ancora sperare del mondo e degli uomini.
    Da ogni suo lineamento traspariva una soavità, una distanza dalle cose mondane; e il delicato ovale del viso, il naso profilato, la fronte ampia rivelavano a prima vista la bellezza dell'animo e dell'ingegno. (Pompeo Gherardo Molmenti)
  • Laura Mancini cantò tutte le fasi del risorgimento nazionale da Solferino a Villafranca, da Marsala al Volturno, da Aspromonte a Mentana. In mezzo alla rapida ispirazione, le sue poesie riescirono molto trascurate nella forma, eppure vi piacciono come una donna virtuosa in cui la non bella forma del volto viene largamente ricompensata dalla gioia dell'innocenza che le si diffonde sulla fronte. (Pompeo Gherardo Molmenti)

Note[modifica]

  1. Lettera a Giuseppe Garibaldi, Torino, 14 giugno 1860; citato in Giacomo Emilio Curatulo, Garibaldi e le donne, Imprimerie polyglotte, Roma, 1913, p. 101.
  2. Da Agl'Italiani, in Patria e amore: canti di Laura Beatrice Mancini Oliva, Tipografia Eredi Botta, Torino, 1861, pp. 1-3.

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