Leonardo Di Capua

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Monumento a Leonardo Di Capua nella natia Bagnoli Irpino

Leonardo Di Capua (1617 – 1695), medico, scienziato e filosofo italiano.

Citazioni di Leonardo Di Capua[modifica]

  • [...] ma perché dobbiam mai sempre noi con folle ostinazione lasciarci trarre al reverendissimo parer degli antichi? [...] Noi veramente siamo da dire i vecchi e gli antichi, i quali nel vecchio mondo siam nati, e non que' tali che nel mondo infante e giovane men di noi sperimentando conobbero.[1]
  • [Celebrando la grandezza dell'uomo e i diritti della libera ricerca] [...] non alzò certamente natura con singolar vantaggio sovra tutt'altri animali all'uomo inverso il cielo la fronte, di sì generosi, e sublimi, e liberi spiriti abbondantemente fregiandolo, perché egli poi, qual palustre mergo, radendo sempre mai il suolo non avesse ardimento di battere generosamente in alto le penne, per potere da sé medesimo investigare quelle sì varie e sì strane apparenze, onde bello si rende, ed ammirabile l'Universo.[2]

Citazioni su Leonardo Di Capua[modifica]

  • In gioventù verseggiò, come tutti allora facevano. Scrisse nientemeno che duemila sonetti amorosi, ma non sul fare del Marini, dell'Achillini e del Preti (allora tanto in voga) bensì secondo il dolce, e maestoso poetare del Petrarca, del Casa, del Guidiccioni, e di Angelo di Costanzo. Compose anche due tragedie Il Martirio di S. Tecla, e Il Martirio di S. Caterina; una favola boschereccia, ed alcune commedie in buon idioma toscano, e piene di sale plautino. Ma tutto andò perduto in occasione d'un suo viaggio da Bagnuolo[3] a Napoli, allo scopo di stamparvi le dette sue opere letterarie, e mentre traversava a cavallo la montagna detta Croci. I ladri di tutti i suoi manoscritti, e d'ogni altro aver suo spogliarono il giovine ansioso di gloria, e questi a più severi studî si converse, spezzando la cetra. (Isidoro Carini)
  • Mente vasta e perspicace, libero e vivace animo, indipendenza di giudizio, ma un po' sul fare del Telesio e del Campanella, spirito irrequieto, penetrante, avido di sapere, dottrina rara in fatto di filosofia, matematica, letteratura mostrò Lionardo di Capua. (Isidoro Carini)
  • Nel Parere del Signore Lionardo di Capua divisato in otto ragionamenti, ..., [...], l'autore non si limita a criticare Aristotele e quanti aristotelici pretendono di giungere alle cause supreme tralasciando quelle intermedie; egli estende la sua condanna anche alle ipotesi più recenti, quali quelle del Campanella, di cui rifiuta e le primalità e il senso delle cose, come finzioni che hanno «la loro esistenza tutta nel cervello solo dell'autore». (Eugenio Garin)

Note[modifica]

  1. Citato in Eugenio Garin, Storia della filosofia italiana, terza ed., Edizione CDE su licenza della Giulio Einaudi editore, Milano, 1989, vol. 2, p. 376.
  2. Citato in Eugenio Garin, ibidem, vol. 2, p. 376.
  3. Bagnoli.

Altri progetti[modifica]